Articolo a cura di Pietro Gualano
L’attesa che i giocatori hanno dovuto affrontare per avere tra le mani The Last Guardian è stata veramente infinita e, per rendersene conto, è sufficiente pensare che fino a pochi anni fa molti addetti ai lavori credevano che il gioco fosse stato cancellato ormai da tempo. Il titolo venne presentato per la prima volta all’E3 2009 come gioco PS3, ma a causa di varie complicazioni (compreso il divorzio tra Ueda e Sony) ci furono moltissimi rallentamenti. Alla fine la compagnia giapponese fece una seconda presentazione all’E3 2015 e fortunatamente, questa volta, è andato tutto secondo i piani (se escludiamo qualche piccolo rinvio).
Il Team Ico nel primo decennio degli anni 2000 ha realizzato alcuni capolavori assoluti, facendosi meritatamente un nome e guadagnandosi rispetto e fiducia, ma è naturale chiedersi se questi sviluppatori siano riusciti a preservare il loro tocco magico in tutti questi anni… E’ veramente difficile che un gioco con uno sviluppo tormentato sia un capolavoro, ma questa potrebbe essere l’eccezione che conferma la regola. Le aspettative degli utenti sono alle stelle, la pressione su Ueda e sul suo team è davvero alta ed è tutto pronto: The Last Guardian è finalmente tra noi.
The Last Guardian è un gioco unico sotto molti punti di vista e parlarne senza rischiare di dire banalità o stupidaggini non è semplice, ma fortunatamente c’è un dato da cui partire: questo gioco racconta la storia di un incontro, di una collaborazione, di un’amicizia tra un bambino (il personaggio che ci troviamo a interpretare) e una creatura di nome Trico. Questo “animale” ricorda vagamente un cane per la forma del corpo e della testa, ma allo stesso tempo ha alcuni elementi che lo avvicinano agli uccelli come le zampe o le ali. E’ un essere enigmatico e difficile da comprendere, ma fortunatamente per noi è dotato di un certo intelletto ed è in grado di comunicare con noi (non verbalmente naturalmente).
Il giocatore inizia la sua avventura intrappolato in un’enorme struttura di pietra, con Trico incatenato al terreno e strani tatuaggi su tutto il corpo. Non ci viene spiegato praticamente nulla a livello narrativo e, di conseguenza, gli sviluppatori hanno deciso di lasciare ampio spazio al giocatore e alle sue interpretazioni. Non è una tecnica innovativa per il Team Ico, ne siamo consapevoli, ma mai come in The Last Guardian ci si trova ad andare avanti, ambientazione dopo ambientazione, spinti dal desiderio di conoscere, di capire, di comprendere il mistero dietro a quella creatura tanto bizzarra.
Il rapporto tra uomo e animale è assolutamente centrale, il ragazzo e Trico sono dipendenti l’uno dall’altro e sono di fatto costretti a collaborare per proseguire in quella che sembra sempre più una corsa disperata verso la libertà. La creatura realizzata dal Team Ico è molto di più di un semplice strumento per risolvere enigmi, è un essere che sembra quasi vivo e ha alcuni atteggiamenti che sono francamente impressionanti. Probabilmente ci troviamo di fronte al personaggio animale di un videogioco più credibile mai realizzato e di conseguenza è veramente molto, molto difficile non affezionarsi a lui. Trico ci ha letteralmente conquistati e crediamo che chi sceglierà di affrontare The Last Guardian non lo dimenticherà tanto presto: non è particolarmente tenero, non ha poteri devastanti, non è eccezionale in nessun aspetto in realtà (se non consideriamo le sue dimensioni gigantesche), ma nonostante ciò è un personaggio che entra nel cuore e ci ha realmente colpiti.
Anche il ragazzo che ci troviamo a interpretare è un bel personaggio di cui inizialmente non sappiamo praticamente niente (quindi immedesimarsi è più semplice) e non ha particolari poteri. La sua mobilità è veramente ridotta e l’unico modo che ha per superare ostacoli apparentemente superiori alle sue forze è ricorrere a Trico.
The Last Guardian è sostanzialmente un puzzle game, un gioco basato su enigmi in cui l’utente deve sfruttare le capacità dei due protagonisti per uscire da situazioni intricate. Il ritmo di gioco è lento, molto lento, e in alcuni momenti ci si trova smarriti incapaci di proseguire perché ignari della soluzione. Gli enigmi proposti, infatti, non sono semplicissimi ma al tempo stesso non sono nemmeno impossibili: in alcuni momenti la difficoltà sale molto, questo è vero, ma in generale possiamo affermare che la sfida proposta al giocatore non è né banale né sleale, quindi sotto questo aspetto vogliamo promuovere il lavoro fatto dal Team Ico. La varietà dei puzzle purtroppo non è eccezionale, questo è vero, ma siamo comunque su dei buoni livelli e quindi il pericolo noia è scongiurato.
La libertà d’approccio agli enigmi lasciata al giocatore è praticamente pari a zero, l’utente deve essere in grado di individuare l’azione da compiere e agire di conseguenza. Come abbiamo detto, questo significa rimanere spesso bloccati per parecchio tempo in determinate aree alla ricerca di un passaggio, di una finestra o di una parete da distruggere e, ovviamente, il ritmo di gioco rallenta molto. Se siete dei giocatori che amano le esperienze frenetiche questo titolo non è assolutamente adatto a voi, in The Last Guardian ognuno deve prendersi il proprio tempo e individuare la risposta che, ve lo assicuriamo, è sempre presente.
Questo gioco può veramente mettervi alla prova e la soddisfazione che si sente dopo aver superato una certa area è davvero piacevole, The Last Guardian guardando solamente al gameplay è una continua rincorsa all’enigma successivo, un susseguirsi di soluzioni che non possono far altro che portare all’inevitabile epilogo.
Sono anche presenti delle entità ostili che cercheranno in tutti i modi di bloccare il vostro viaggio, ma a uno sguardo più attento ci si rende conte che queste non sono altro che nuove componenti dell’enigma che state andando ad affrontare.
Il mondo realizzato dai ragazzi del Team Ico è senza dubbio degno di nota. I nostri due protagonisti si trovano in un enorme castello in rovina, con muri e soffitti crollati e con la vegetazione che ha ormai iniziato a prevalere sulle opere dell’uomo. Nel corso dell’avventura il giocatore si trova continuamente a passare da spazi estremamente chiusi a spazi molto aperti, una buona alternanza che evita di rendere l’atmosfera eccessivamente soffocante e pesante. I momenti in cui si è all’aperto con Trico sono spesso una pausa piacevole tra una fredda stanza di pietra e l’altra e permettono al giocatore di fermarsi un attimo, riflettere su quello che ha appena fatto e poi ripartire.
Crediamo che gli sviluppatori abbiano fatto un lavoro eccellente con la realizzazione delle ambientazioni e delle mappe di gioco, avremmo gradito una varietà maggiore ma anche in questo caso siamo comunque su livelli più che sufficienti. Sulle pareti e sugli elementi presenti all’interno del castello abbiamo oggetti, stemmi e raffigurazioni che evocano un passato di cui non sappiamo nulla ma che, con un po’ di attenzione, può essere scoperto e immaginato.
La sensazione che si ha, vagando per i livelli realizzati dal Team Ico, è che il mondo di gioco stia cercando di dirci qualcosa, di spiegarci il motivo della nostra presenza in quel luogo ma, al tempo stesso, si ha la consapevolezza di non essere in grado di cogliere quel messaggio. Anche l’esplorazione del castello naturalmente è uno degli elementi meglio riusciti della produzione e crediamo sia veramente importante: un mondo anonimo o eccessivamente ripetitivo avrebbe penalizzato troppo un gioco di questo tipo.
Lo sviluppo di The Last Guardian, come abbiamo detto a inizio recensione, non è stato semplice. Forse è per questo motivo che il titolo ha qualche problema tecnico di troppo, ma fortunatamente non ci siamo mai trovati di fronte a bug o crash in grado di compromettere l’esperienza. Ma andiamo con ordine: la telecamera di gioco non si muove sempre come dovrebbe negli spazi più stretti e a volta capita di non avere una visuale pulita o di rimanere inchiodati con l’inquadratura; il frame rate non è solidissimo e in determinate fasi del gioco abbiamo riscontrato qualche leggero rallentamento; i modelli dei due protagonisti sono stati realizzati molto bene, ma quando il ragazzo scala (nel senso letterale del termine) Trico non è raro assistere a movimenti assolutamente innaturali e poco credibili; infine non mancano compenetrazioni poligonali e una gestione della fisica non proprio brillante.
Questi difetti, comunque, sono relativamente importanti se guardiamo al gioco nel suo complesso: le animazioni realizzate per Trico sono semplicemente favolose, il mondo di gioco sembra quasi pitturato, con tonalità tenui e mai troppo aggressive che ricordano molto quelle di Ico, i caricamenti hanno una durata veramente ridotta, l’interfaccia di gioco è pulita e precisa e non solo.
Possiamo affermare che, tecnicamente, parlato, l’aspetto che più ci ha colpiti è l’IA di Trico non tanto per quello che fa, ma per quello che non fa: questa creatura infatti spesso è disubbidiente e ci mette anche parecchio per eseguire un semplice ordine, ma non è un errore di programmazione o un difetto del gioco, è una consapevole scelta! Questa decisione rende Trico un essere assolutamente credibile, un personaggio tutto da conoscere e da scoprire.
Per quanto riguarda la colonna sonora e gli effetti audio, in conclusione, non ci possiamo lamentare: il gioco ha delle musiche veramente splendide che vi invitiamo ad andare a sentire a prescindere ed è completamente doppiato in italiano.
Forse The Last Guardian non è un capolavoro, ma è sicuramente un gioco unico, un prodotto che tutti i giocatori (eccetto i più frenetici) dovrebbero provare. Il legame che è possibile instaurare con Trico è fantastico e siamo assolutamente certi che questo gioco farà innamorare molti possessori di PS4. Peccato per qualche difetto tecnico di troppo, ma comunque non siamo di fronte a problemi gravi o particolarmente fastidiosi. Il ritmo di gioco a volte eccessivamente lento, inoltre, potrebbe stancare alla lunga alcuni giocatori e spingerli ad abbandonare il titolo.
In conclusione, l’acquisto di The Last Guardian è decisamente consigliato: in questo caso possiamo affermare senza timore di essere smentiti che l’attesa è stata ben ripagata.
This post was published on 5 Dicembre 2016 17:00
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