Puntuale come un orologio svizzero, l’autunno ci porta il quattordicesimo titolo della saga di Call Of Duty, ovvero Call Of Duty WW2, il ritorno alle origini dopo la lunga parentesi fantascientifica targato Sledgehammer Games e distribuito da Activision. Il titolo riporta il giocatore nei panni dei soldati americani della prima divisone di fanteria durante la Seconda Guerra Mondiale, con una campagna che ci porta nuovamente, dopo la campagna americana di Call Of Duty 2, al D-Day e la liberazione della Francia fino al passaggio oltre il Reno verso Berlino.
Dopo l’annuncio lo scorso 26 Aprile le aspettative per questo titolo erano altissime, dato che molti fan avevano espresso il desiderio di un nuovo capitolo ad ambientazione storica e i dev diary rilasciati da Sledgehammer negli scorsi mesi non hanno fatto altro che aumentarle. Riuscirà il titolo a reggere il confronto con le aspettative del pubblico, soprattutto dopo la coraggiosa mossa dei diretti concorrenti di DICE con Battlefield 1 lo scorso anno?
Abbiamo provato per voi la versione Playstation 4, ma è disponibile anche per Xbox One e PC. Su Xbox One X il titolo riceverà un’ottimizzazione dedicata alla nuova console Microsoft, previo il download di svariati gigabyte di asset 4K.
Con Call Of Duty WW2, Sledgehammer Games si è accollata un compito non esattamente facile, anzi, due compiti piuttosto ardui. Il primo è quello di riuscire a riportare una delle saghe a tema bellico più importanti della storia dei videogiochi ai grandi fasti del passato, dopo che gli ultimi titoli hanno visto le vendite calare sempre di più. Il secondo è riuscire a ottenere, e perché no superare, i risultati ottenuti da DICE con Battlefield 1 lo scorso anno.
Questo ha comportato uno sforzo mastodontico, che, in parte, ha dato i suoi frutti. Dal punto di vista puramente tecnico, non gli si può muovere alcuna critica. La grafica è splendida e l’audio, soprattutto quello delle battaglie, è molto ben realizzato. Anche i comandi sono fluidi e responsivi, il che permette al giocatore di mirare con precisione senza dover sprecare secondi, o frazioni di essi, a mirare con precisione.
L’ottimizzazione del gioco sul sistema base di Sony permette di mantenere un framerate relativamente stabile ben al di sopra dei 30 frame per secondo, anche nelle fasi più concitate dell’azione. Saranno, come di consueto, gli effetti particellari a dare del filo da torcere al sistema, ma nulla che causi problemi come freeze o cali tali da rendere il gameplay difficoltoso o peggio, che rendano il gioco non fruibile.
I problemi tecnici principali che abbiamo riscontrato riguardano principalmente piccoli e dimeticabili glitch per quanto riguarda la grafica e un mixaggio decisamente sotto la media per quanto riguarda l’audio dei dialoghi, per lo meno per quanto riguarda i dialoghi italiani. Non essendoci la possibilità di scegliere la lingua audio non sappiamo se è un problema anche dell’audio originale di Call Of Duty WW2. Potremo infatti sentire dei colpi di artiglieria distanti chilometri da noi come se fossero dietro l’angolo mentre la voce del nostro compagno che avremo letteralmente di fronte a noi ci arriverà distante, come se invece ci parlasse da oltre dieci metri con un tono di voce normale.
Inoltre il doppiaggio pare sia stato fatto in maniera piuttosto frettolosa. Innanzitutto per certe scelte di lessico, visto che per esempio nessun italiano avrebbe mai usato il termine “briefing” al posto di riunione nel 1944, ma soprattutto perché certe voci, soprattutto di personaggi di contorno, anche nelle fasi più concitate tenderanno ad avere toni pacati, come se invece che trovarsi sotto il fuoco di sbarramento dei soldati del Reich fossero tranquillamente seduti al bar a bere un aperitivo.
Questo vale sia per la campagna single player che per il multiplayer. Assieme alla mancata animazione dell’azione di portare l’arma, sia essa una pistola o un fucile, dal fianco alla posizione di mira, questo rompe un po’ l’illusione generale e l’immersività ne risente moltissimo.
Il senso di deja vu è pesante, soprattutto se siete giocatori di vecchia data della serie di Call Of Duty. Se, fin dai primi momenti, vi sembrerà di aver già vissuto più o meno gli stessi avvenimenti, con qualche elemento nuovo piazzato qui e lì, non preoccupatevi, è normale. La campagna comincia esattamente nello stesso punto di quella di Call Of Duty 2 e procede più o meno alla stessa maniera.
Se poi siete semplicemente appassionati di film e videogiochi di guerra e avete visto film come Salvate Il Soldato Ryan (fortissima fonte di ispirazione per questo titolo, soprattutto per quanto riguarda la fotografia) o la serie di Band of Brothers avrete praticamente giocato la campagna di Call Of Duty WW2. Stessa cosa vale se avete messo mano al primo Company Of Heroes. Già vista, ma non per questa non godibile, soprattutto la missione che svolgeremo nei panni dell’agente della resistenza francese Rousseau, dove ci spacceremo per una agente della Gestapo e dovremo raccattare degli esplosivi rubati da una talpa infiltrata tra gli ufficiali del Reich.
Vivremo diverse battaglie reali come la Battaglia della Bulge e l’Operazione Cobra, e questo impreziosisce di molto la campagna, pur non rendendola essenziale.
Una novità di questo nuovo capitolo della saga è composto dalle azione eroiche che consistono talvolta nel risparmiare un soldato nemico arreso, altre volte portare a riparo un alleato ferito. Tuttavia, considerando che il gioco si svolge principalmente in trincee e foreste piene di sassi, sbarramenti con sacchetti di sabbia o carcasse di veicoli abbandonate perché non più funzionanti, saranno più le volte che ci bloccheremo nel tentativo di salvarli di quelli che effettivamente salveremo, venendo riempiti di pallottole digitali.
Se poi pensate che non c’è più la rigenerazione automatica della salute ma dovremo affidarci ai medikit che troveremo sparsi per l’area o che ci verranno dati da alcuni NPC della nostra strada con il compito specifico di fornirceli, saremo praticamente dei bersagli fermi che l’AI farò poca fatica a impallinare.
La rigenerazione della vita tramite medikit vale anche per il multiplayer, dove la classe del medico ora non serve solo a tirare su i giocatori uccisi che non hanno ancora deciso di mettersi in coda per il respawn, ma forniranno anche i medikit per curarsi.
Avendo provato la beta di Call Of Duty WW2, sappiamo più o meno com’è il multiplayer di questo nuovo COD, il problema è che non siamo riusciti a provare la versione completa per i grossi problemi di connettività ai server, se non per pochi minuti prima che la connessione ai server crollasse e venissimo cacciati fuori dalla partita. Un peccato, perché le mappe sono belle per quanto ridotte a dei lunghi corridoi che lasciano ben poco spazio ad approcci laterali per tentare di colpire sui fianchi i nemici. Siccome la stessa cosa vale per le mappe della campagna, dei muri invisibili spesso ci bloccheranno la via se tenteremo movimenti troppo ampi per andare a falciare il nemico dal fianco prendendolo di sorpresa.
Carina invece la modalità zombie, che vanterebbe anche presenze eccellenti come voci dei personaggi della versione originale (Katherine Wynnic da Vikings, David Tennant da Dr. Who e Jessica Jones ed Elodie Young da Daredevil), se non fosse per il fatto che invece che avere server dedicati avrà un sistema peer-to-peer simile al sistema di Mass Effect Andromeda o For Honor, molto incline alle disconnessioni.
Per un titolo che vanta una fanbase molto legata al multiplayer, questi problemi di connettività al weekend di lancio di Call Of Duty WW2 non giovano molto al titolo. C’è sicuramente tempo per sistemarli, ma dispiace pagare per un titolo per poi non riuscire ad usufruire della sua componente più attesa.
Sledgehammer Games ha quasi fatto un miracolo con Call Of Duty WW2, riuscendo per certi versi a ricreare quell’atmosfera dei vecchi titoli portandola però nel mondo videoludico contemporaneo, ma inciampa sui piccoli dettagli che avrebbero potuto rendere il titolo un must have della saga. Inoltre si percepisce molto la sudditanza di questo titolo verso Battlefield 1, da cui Sledgehammer ha veramente preso a piene mani (a partire dall’impostazione del menù) senza però riuscirne a replicare i momenti più sensibili ed emozionanti. In fondo in fondo, Call Of Duty WW2 non è nient’altro che un altro CoD, solo un po’ meglio studiato. Non brutto, non eccelso, ma comunque apprezzabile.
This post was published on 7 Novembre 2017 13:04
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