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Rhythm Paradise Megamix – Recensione

Recensione di Gianluca “DottorKillex” Arena

Compendio dei tre episodi precedenti, spalmati nell’arco di un decennio abbondante, tra Game Boy Advance, DS e Wii, Rhythm Paradise Megamix propone anche all’utenza 3DS la consueta raccolta di minigiochi completamente fuori dagli schemi, da giocare rigorosamente in punta di pennino e accompagnando con il piede i ritmi sincopati che si irradiano tramite gli speaker della console stereoscopica della grande N.
Meglio che siate pronti, però: il ritmo non aspetta nessuno.
Se non ce l’avete, meglio attrezzarvi.

Orsi, paradisi e taglialegna

La principale novità di questo nuovo episodio risiede nell’inedita modalità storia, che, invero, funge più da esteso tutorial, non senza qualche passaggio particolarmente impegnativo, che non da vero e proprio centro dell’esperienza di gioco; nondimeno, la sua inclusione riesce ad acclimatare anche i neofiti alle dinamiche di gioco, facilissime da metabolizzare ma non prive di picchi di difficoltà anche notevoli.
La sottile infrastruttura narrativa prevede che il giocatore si relazioni con una serie di personaggi alquanto improbabili, in linea con le bizzarre tradizioni della serie, soddisfacendo le loro richieste così da riavvicinare il tenero Tibby al regno dei cieli, dal quale è inopinatamente precipitato.
L’avanzamento avviene lungo dieci mondi in totale, sette dei quali ospitano personaggi che necessitano dell’aiuto del giocatore mentre gli altri tre sono rappresentati da portali, una sorta di boss fight che non mancheranno di proporre passaggi quasi proibitivi: la chiave, come anticipato, è il senso del ritmo, e la capacità di seguire il battito delle tracce proposte anche in presenza di diversi elementi disturbanti.
Se, sulle prime, le prove sono basilari, ed ottenere la massima valutazione sarà alla portata di tutti, già dopo un paio di ore di gioco ci si troverà dinanzi a situazioni decisamente complesse, in cui la coordinazione occhio – mano e la capacità di estraniarsi dagli stimoli esterni diventano fondamentali.
Tracce molto rapide, di facile memorizzazione, rendono le inevitabili fasi di trial and error molto più semplici da digerire, limitando le attese e spronando, tramite un sistema di valutazione che elargisce monete al completamento delle prove, a tentare e ritentare per migliorare sempre le proprie performance.
Queste monete possono poi essere spese nel caffè, una sorta di base in cui tornare per acquistare tracce extra, medaglie da donare al museo e sfidare altri giocatori via StreetPass.

Come prima, più di prima

Modi e tempi di interazione con il software ricalcano in toto quelli canonici della serie, con un singolo pulsante che basta (con rari utilizzi di un secondo tasto e della croce direzionale) per interfacciarsi con una serie di minigiochi brillanti, che riescono a fornire un contesto diverso sebbene le meccaniche rimangano identiche tra l’uno e l’altro.
Che si tratti di assistere ad incontri di sumo, ad un appassionato duetto tra un robot e la sua partner o ad una gara tra taglialegna, il requisito fondamentale è sempre mantenere il ritmo, seguendo i battiti della traccia e riuscendo a non farsi ingannare dalle distrazioni infingarde che il software propone.
Come per gli episodi passati, abbiamo registrato dei picchi di difficoltà inattesi ed abbastanza aspri, che potrebbero scoraggiare i meno avvezzi alla ripetizione e al perfezionamento: contrariamente a quanto i colori accesi e le buffe espressioni potrebbero far credere, quindi, non pensate a Rhythm Paradise Megamix come un prodotto per i più giovani, perché per padroneggiarlo completamente serviranno tempo e pazienza, anche per i giocatori più navigati.
La sua stessa natura di Megamix, poi, potrebbe lasciare interdetti coloro che hanno speso parecchie ore su uno dei tre episodi precedenti, per i quali le tracce completamente inedite si limiterebbero a meno di trenta, su un totale che supera le ottanta.
Vanno però fatte delle considerazioni, legate al numero di copie non certo esorbitante vendute dai due capitoli pubblicati in Europa (quelli per DS e Wii) e sul fatto che il terzo, originariamente intitolato Rhythm Tengoku e da molti ritenuto il migliore dei tre, non sia mai uscito dal Giappone, rendendo il riciclo dei suoi contenuti abbastanza indolore.
In ogni caso, la quantità di contenuti non è certo un problema per la produzione Nintendo: tra minigiochi segreti, l’ottenimento della valutazione migliore in ogni prova, il multiplayer locale tramite Download Play (quindi anche con una sola cartuccia), e le già citate modalità Storia e StreetPass, i trenta euro richiesti per l’acquisto sono più che ripagati.
La natura del titolo si presta benissimo a sezioni di gioco molto rapide, rendendo Rhythm Paradise Megamix un compagno perfetto per brevi viaggi, per una pausa pranzo noiosa o mentre si è in fila ad un qualche sportello: assicuratevi solo di non dare troppo nell’occhio mentre scuotete la testa e tenete il ritmo con il piede.

Minimalismo stiloso

Le due parole d’ordine per quanto concerne il comparto tecnico ed artistico della produzione sono minimalismo e stile, e Rhythm Paradise Megamix trasuda entrambi da ogni frame: certo, non ci sono da aspettarsi miracoli né poligoni di sorta e il titolo, come tutti quelli che lo hanno preceduto all’interno del franchise, si limita a mostrare animazioni assai semplici e figure stilizzate, che nondimeno risultano funzionali al progetto del team di sviluppo e riescono a trasmettere un senso di grottesco e di assurdo
Anche stavolta, Nintendo si è avvalsa della collaborazione del geniale Tsunku, famosissimo producer musicale giapponese, nonché autore di tutte le tracce contenute nel pacchetto, comprese quelle totalmente inedite.
Difficile quantificare la longevità complessiva, perché, se noi siamo venuti a capo della modalità Storia e di gran parte dei minigiochi di contorno in una decina di ore, è pur vero che questo tempo si può dilatare a dismisura in caso il giocatore non tenga il ritmo o, viceversa, accorciarsi per i veterani della saga.
Noi, comunque, non abbiamo ottenuto la valutazione migliore se non in un terzo delle prove appena, e questo la dice lunga sulla difficoltà nel diventare maestri in questa (apparentemente semplice) disciplina.

Commento finale

Compendio ideale di dieci anni di una serie unica nel panorama videoludico, Rhythm Paradise Megamix si limita a riprodurre gli stilemi consolidati della serie, con tutte le loro forze (approcciabilità, intuitività e divertimento su tutte) e anche con alcuni picchi di difficoltà che stonano un po’ con la natura sbarazzina e colorata del prodotto.
Al netto di questi ultimi, solamente l’eccessiva familiarità con alcune delle tracce proposte potrebbe farvi desistere dall’acquisto.
Questa, e la totale mancanza di senso del ritmo, s’intende.

This post was published on 18 Ottobre 2016 12:25

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