Recensione di Gianluca “DottorKillex” Arena
Tra i titoli più colorati, spensierati e spiritosi di questo autunno, un posto d’onore spetta senza ombra di dubbio, a Paper Mario Color Splash, ultima incarnazione in ordine di tempo della saga adventure/RPG nata a cavallo del secolo in seguito al grande successo che Super Mario RPG seppe riscuotere sul finire del ciclo vitale del Super Nintendo.
A fronte di un calendario uscite particolarmente spoglio per l’ammiraglia (ancora per poco…) di mamma Nintendo, e nonostante i difetti non manchino, vi anticipiamo che sarebbe un peccato perdersi questo curioso ibrido tra un gioco di ruolo, un platform ed un adventure game dei più classici.
Se cercate un titolo divertente da giocare sulla vostra console a due schermi, potreste averlo trovato.
La nuova avventura di Mario, Peach e compagnia li porta sull’isola Prisma, una volta affollata meta turistica e oggi spettrale cittadina senza colori, prosciugata da un ignoto (!) lucertolone troppo cresciuto.
Qualcuno ha attirato il nostro eroe in salopette a Porto Prisma dopo avergli inviato una lettera anonima, che altro non era se non un malcapitato Toad accartocciato e sbiancato: chi ci sarà mai dietro questa spirale di eventi?
Giunto in loco, Mario fa presto la conoscenza di Tinto, un vaso di vernice parlante (ehm…) che lo accompagnerà per tutta la sua avventura, alla ricerca delle Vernistelle mancanti, capaci di restituire i colori ad un mondo troppo pallido e monotono.
La semplicità del plot tradisce subito le intenzioni del team di sviluppo di concentrarsi maggiormente sulle dinamiche di gioco e sull’esperienza ludica in sé, lasciando la narrativa in disparte, coma da consolidata tradizione per i titoli aventi Mario e soci come protagonisti.
Lo spasso, più che nell’intreccio, sta nelle battute dei protagonisti, nella stupidità di molti antagonisti, nella faciloneria di coloro che dovrebbero essere geni del male: sorretto da un eccellente lavoro di localizzazione italiana, Paper Mario Color Splash riesce a coinvolgere i più giovani e a strappare qualche sorrisino compiaciuto ai più navigati, che vi ritroveranno topoi, situazioni e colpi di scena noti ma non per questo meno simpatici.
Come scritto poco sopra, il gameplay è tripartito, nel senso che getta nel frullatore stilemi provenienti da generi diversi e li centrifuga, dando vita ad un risultato che, pur somigliando a Paper Mario Sticker Star, finisce con il trovare la propria identità nella libreria Wii U.
Qualora, come chi scrive, vi aspettaste un gioco di ruolo ambientato nel regno dei Funghi, potreste rimanere delusi, perché gli elementi ruolistici in Paper Mario Color Splash sono sottili e impattano solo minimamente sul gameplay, ma, passata la prima ora di gioco, scoprirete che il prodotto Intelligent Systems ha comunque molto da offrire.
Sin dalle prime battute, al giocatore vengono offerti strumenti che si riveleranno fondamentali per la sua avventura: un martello, che assolve sia alla funzione di arma che di ricolorante, e la capacità di scegliere tra più di una carta in combattimento.
Ma andiamo con ordine.
Paper Mario Color Splash è strutturato su singoli stage, con un punto d’ingresso ed uno di uscita, che contengono al loro interno strade multiple, scorciatoie, segreti e zone nascoste alla vista: sarà necessario rivisitarli più volte quasi tutti, non solo perché molti di essi contengono più di una Vernistella, ma anche perché determinati passaggi si sbloccheranno solamente ad un certo punto dell’avventura, ottenuto un particolare potere quale quello di ritagliare (letteralmente) lo scenario o quello di attivare blocchi speciali che influenzano la morfologia degli stage stessi, giusto per fare due esempi.
Non tutti gradiranno la cospicua dose di backtracking, ma la bontà del level design, il respawn limitato dei nemici e la presenza di mille piccoli segreti sparsi per gli stage allevieranno il tedio, rendendo la pratica quasi naturale.
I nemici sono visibili a schermo, possono essere colpiti per ottenere un vantaggio ad inizio combattimento e, generalmente, oppongono una resistenza molto blanda al giocatore, che a più riprese si troverà a desiderare un livello di sfida più stimolante.
Una volta ingaggiato un avversario, il combat system poggia pesantemente sullo schermo del GamePad, dove il giocatore è chiamato a selezionare quali carte utilizzare per la battaglie e se riempirle di colore, rendendole decisamente più efficaci; una volta pronti, è sufficiente lanciare le carte verso l’alto, aprendo, di fatto, le danze.
L’azione si sposta allora sullo schermo televisivo, con il balletto di turni ed attacchi in tempo reale già apprezzato in Paper Mario Sticker Star, uscito nel 2012 su 3DS: rispetto a quel titolo, però, al giocatore non mancheranno mai le risorse necessarie a proseguire, visto che le carte saranno sempre molto abbondanti e con esse anche il colore necessario per potenziarle.
Il risultato è molto buono, e combattere si rivela essere un piacere, sebbene abbastanza fine a se stesso, visto che non esiste un modello di crescita di Mario, che aumenta solamente le dimensioni del suo Martellobaleno ed il totale dei punti vita, senza avanzare di livello o guadagnare poderose, nuove abilità.
La graduale perdita della vena ruolistica che aveva caratterizzato gli esordi del franchise si riconferma anche in questo nuovo episodio, purtroppo, ma le dinamiche da adventure game classico che l’hanno sostituita rendono il prodotto ancora più semplice da approcciare e adatto a fasce di pubblico molto ampie.
In barba a motori grafici di nuova generazione, modelli poligonali che tendono al fotorealismo e dispute su risoluzione e framerate, Paper Mario Color Splash propone un’estetica meravigliosa, in cui due e tre dimensioni si incontrano per dare vita ad un mondo vibrante, pieno di colori densissimi, di personaggi animati magistralmente, di scorci che sembrano usciti da un film d’animazione dei migliori.
Com’era stato già per i platform dedicati a Kirby e Yoshi, Wii U dimostra di essere a suo agio con motori grafici sviluppati appositamente, con quella cura nelle fasi concettuali che troppe volte è mancata durante il ciclo vitale di questa sfortunata console, soprattutto per quanto concerne le terze parti.
Complice il fatto che a schermo non c’è mai troppa folla, non vi sono rallentamenti di sorta, tutto si muove fluidamente e naturalmente e i singoli stage, aiutati probabilmente dalla loro natura chiusa e non open world, traboccano di dettagli, spesso interattivi: schiacciare un cespuglio di carta significa vederlo accartocciarsi, colpire un albero beneficare dei frutti che ne cadranno e così via.
Lo spettacolo cromatico e la fluidità dell’azione a schermo rendono il titolo uno dei più belli da vedere non solo limitatamente alla console casalinga di Nintendo, ma allargando il discorso anche a console più performanti come PS4 e Xbox One: alla bruta potenza di calcolo, Wii U risponde con l’inventiva e una direzione artistica da applausi, ideale tanto per i vecchi volponi quanto per le nuove leve, a cui sembrerà, a più riprese, di stare guardando un blu-ray invece di un videogioco.
Anche il giocatore più frettoloso, che comunque si perderebbe molto di quanto il mondo di gioco ha da offrire, difficilmente impiegherà meno di venticinque ore per venire a capo dell’avventura, una durata più che rispettabile e in linea con quanto offerto dagli altri episodi del franchise.
I veterani della saga probabilmente rimpiangeranno l’assottigliamento progressivo delle dinamiche da gioco di ruolo e l’inconsistenza del livello di difficoltà, eppure Paper Mario Color Splash ci ha divertito non poco per tutta la sua durata, proponendo un mix molto ben riuscito di vari generi ed un sistema di combattimento vario e spassoso, capace di utilizzare con intelligenza il GamePad.
Se a questo si aggiungono una cosmesi di primissimo piano e una longevità davvero corposa, ecco che il giudizio complessivo non può che essere positivo.
Indicato per giovani e meno giovani.
This post was published on 5 Ottobre 2016 19:00
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