Tree of Savior
Come far inalberare gli appassionati di Ragnarok Online
Perché recensire un gioco uscito ufficialmente un anno fa? Perché non è più QUEL gioco, ovviamente!
Quando a maggio 2016 Tree of Savior venne rilasciato ufficialmente le facce perplesse non erano poche, nonostante il gioco godesse dell’hype di essere il vero sequel del celeberrimo Ragnarok Online. Bug, deficit grafici, squilibri tra le classi e scelte infelici di game design piombarono come una motosega sulle fronde del gioco, spolpandolo di linfa vitale prima ancora che riuscisse a mettere radici.
Ma andiamo con ordine. Il personaggio è un Revelator, ovvero un simpatico sprite 2D destinato salvare o il mondo. Incidentalmente passerà buona parte del tempo a salvare dee dalla fisionomia discutibile e sconfiggere nemici che sono sicuramente piacevoli alla vista se non nei modi. Seppur semplice sulla carta, la trama è probabilmente la più estesa tra tutti i MMORPG. Si sviluppa per centinaia di mappe, facendo accumulare livelli ed esperienza con missioni sempre più intriganti ed epiche (salvo quando, all’onorevole livello 210, ti mandano a raccattare patate). Si può scegliere tra due città di partenza, Klaipeda e Orsha: entrambe con una propria storyline che si riversa poi in quella centrale.
Nota positiva? Il gioco ti evidenzia automaticamente le quest principali e secondarie.
Una negativa? Le quest principali regalano punti statistica, quindi saranno comunque tutte da fare se si vuole completare il personaggio.
Un personaggio, più di 80 classi. Viva la personalizzazione!
La costruzione del personaggio è sicuramente la caratteristica più importante di Tree of Savior. Se tutti partono da una di quattro classi, guerriero, mago, arciere e chierico, da quel momento in poi può accadere di tutto. Oltre ai livelli del personaggio ci sono livelli di classe che vanno da 1 a 15, momento nel quale bisogna sceglierne un’altra classe del ramo iniziale. Ovviamente nessuno vieta di prendere a livelli alti classi iniziali, essendo tutte dotate di abilità uniche. Il sistema è incredibile e gigantesco, cosa che rende complicata la creazione dei primi personaggi. Il suggerimento è di fare un salto sui forum/Reddit ufficiali e cercare o chiedere info riguardo quello che si vuole fare. Meglio evitare di ritrovarsi con un personaggio che diventa improvvisamente inutile come accade altrove… stiamo guardando te PoE. Mi ero ripromesso che se la IMC fosse riuscita a bilanciare tutto sarei andato in Korea a stringer personalmente le mani a quei developer. Fortunatamente per me mi sono risparmiato il viaggio.
Alcune classi funzionano meglio di altre e, com’era scontato, si è formato quasi da subito un “meta” di classi che tutti vogliono contro quelle lasciate in un angolo.
Questo le rende meno giocabili? In realtà no, sono tutte molto interessanti. Ma se uno punta al top allora la scelta di classi si stringe molto, visto lo stradominio di poche classi.
ATTENZIONE: proprio in questi giorni è stato lanciato un evento a seguito di un completo update del sistema di combattimento. Tutto potrebbe cambiare!
Inutile nascondersi, per poter davvero apprezzare ToS si deve amare il grinding. In quanto Korean MMORPG e sequel spirituale di RO il grinding è una parte fondamentale dell’esperienza di gioco di Tree of Savior. Che sia per farmare soldi, oggetti o esperienza, grindare sarà sempre più importante per far crescere il personaggio. In fin dei conti stiamo parlando del “nuovo” Ragnarok, se uno non dovesse investire ore e ore di grind che gusto ci sarebbe?
Nonostante questo, nell’ultimo anno il gioco si è fatto sempre più appetibile per i casual player. Diversi accorgimento, come l’aggiunta di voucher in grado di completare i dungeon istantaneamente e continui eventi che aumentano sensibilmente l’esperienza guadagnata, l’hanno reso meno hardcore oriented.
In conclusione, ToS è un gioco che non delude a fronte di sapere quello a cui si sta andando incontro. Quell’insieme di nostalgia e innovazione che terrà attaccati al pc per ore e ore senza possibilità di fuga.
Pro
Contro
Articolo a cura di Fabiano Redaelli
This post was published on 12 Maggio 2017 16:39
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