Articolo a cura di Pietro Gualano
World of Warcraft: Legion arriva in un momento estremamente complicato per il colosso di casa Blizzard. Warlords of Draenor ha deluso le aspettative di molti e, nel lungo periodo, ha dimostrato di non essere un’espansione in grado di tenere gli appassionati incollati allo schermo per mesi e mesi. Dopo aver preso atto del calo degli utenti iscritti, lento ma costante, Blizzard si è quindi trovata a un bivio ed è stata, passateci il termine, costretta a dare veramente il massimo per riconquistare un’utenza sempre più disillusa e alla ricerca di qualcosa di nuovo. L’obiettivo è stato raggiunto? Non perderemo troppo tempo e ve lo diremo subito: al momento rispondere è semplicemente impossibile. Il motivo è piuttosto ovvio, due o tre settimane non sono assolutamente sufficienti per avere un quadro certo e preciso della qualità di un’espansione di WoW, anche se in un periodo di tempo simile è comunque possibile intuire quello che succederà e dare un giudizio generale sul lavoro svolto dal team di sviluppo.
Dopo aver fatto questa doverosa premessa possiamo iniziare con la recensione vera e propria di World of Warcraft: Legion, siete pronti all’arrivo della legione?
Partiamo dalla trama, un elemento su cui Blizzard ha puntato molto con diversi video speciali e trailer dall’atmosfera epica. Tutto ruota attorno a un evento destinato a scuotere per sempre il mondo fantasy del gioco: la “Legione Infuocata”, una nostra vecchia conoscenza, è tornata e il nostro compito è rispedire i demoni da dove sono venuti.
Non intendiamo svelare troppo per non rovinarvi la sorpresa, questo è ovvio, ma possiamo dire che la presenza di personaggi importanti dell’universo di World of Warcraft come Gul’Dan e Illidan Stormrage riesce a dare una spinta maggiore a tutta la narrativa del gioco. I temi trattati non sono particolarmente originali, questo è vero, ma Blizzard ha lavorato bene sotto questo aspetto e ci siamo spesso e volentieri dimenticati di livellare o di affrontare missioni alternative per proseguire nella storia e scoprire nuovi sviluppi, luoghi, personaggi e nemici.
Sicuramente rispetto alle espansioni più recenti sono stati fatti dei passi in avanti dal punto di vista delle quest, naturalmente non mancano le semplici missioni di raccolta o produzione ma in generale tutti i compiti assegnati al giocatore sono piuttosto piacevoli da svolgere e ci è capitato raramente di annoiarci.
L’obiettivo finale, fermare l’avanzata della legione, può essere raggiunto solo recandosi in delle nuove terre (ci arriveremo più avanti) e trovando gli antichi Pilastri della Creazione: questi speciali strumenti sono l’unica chiave per salvare Azeroth.
Le Isole Disperse, la nuova ambientazione proposta in World of Warcraft: Legion, rappresentano senza dubbio una gradevole aggiunta. Esplorare questo nuovo continente è stato un piacere e inizialmente, arrivando a Dalaran, il giocatore di vecchia data non può che tornare con la mente ai tempi di The Wrath of the Lich King. La città rappresenta un ottimo punto di partenza, la zona perfetta da cui lanciarsi nell’esplorazione delle cinque macrozone presenti. Una notizia che alcuni non gradiranno, ma che probabilmente molti apprezzeranno, è che abbiamo questa volta la possibilità di gestire la scoperta del mondo e l’esplorazione come preferiamo: non dobbiamo preoccuparci molto del livello del nostro personaggio, dal momento che ogni zona assume automaticamente il nostro livello offrendo una sfida sempre adeguata. Questo discorso vale per tutte le zone eccetto una, pensata per i giocatori che hanno già raggiunto il level cap (aumentato a 110) in cui possiamo realmente progredire nelle nostre imprese contro la legione infuocata.
Le ambientazioni proposte in World of Warcraft: Legion, i colori utilizzati, i luoghi d’interesse e soprattutto Dalaran ci hanno realmente convinti: non è semplice realizzare un mondo in grado di catturare il giocatore senza diventare eccessivamente pesante dopo ore e ore ma Blizzard ha già dimostrato di saperlo fare in passato e, fortunatamente, anche questa volta la compagnia non ha deluso.
Passiamo ora all’analisi di alcune novità molto importanti e intriganti introdotte in questa nuova espansione: gli artefatti e le enclavi di classe.
Nelle primissime fasi di gioco veniamo subito invitati a trovare un’arma leggendaria, uno strumento molto speciale che ci accompagnerà nel corso della nostra avventura e che diventerà quasi un vero e proprio alleato. Per ottenere “l’artefatto”, l’oggetto speciale di cui stiamo parlando, è necessario affrontare alcune quest piuttosto interessanti e, giunti alla conclusone, abbiamo la possibilità di personalizzarlo per renderlo veramente nostro.
Ogni classe, naturalmente, ha il proprio particolare artefatto che deve essere gestito non come un banale strumento di morte ma, come dicevamo prima, come una specie di secondo personaggio. Andando avanti nell’avventura infatti possiamo sbloccare nuove abilità e poteri speciali per la nostra arma leggendaria spendendo punti guadagnati in vario modo (quest e non solo) e, abilità dopo abilità, il giocatore finisce con il trovarsi tra le mani uno strumento realmente devastante.
L’artefatto è assolutamente centrale in questa nuova espansione e rappresenta una grande aggiunta nell’universo di World of Warcraft. L’idea alla base di questa meccanica, se così possiamo definirla, è azzeccata e riesce a coinvolgere il giocatore anche grazie a una realizzazione estetica ben riuscita.
Oltre all’artefatto di cui abbiamo parlato finora sono anche presenti 6 artefatti leggendari (armi e non solo) divisi per classe, ma c’è un limite che farà indubbiamente storcere il naso a molti: non è infatti possibile utilizzare più di due artefatti leggendari per volta. E’ comunque possibile sfruttare i due pezzi leggendari più il bonus delle armature da Tier dal momento che è stato aggiunto un sesto pezzo (il mantello).
Passiamo ora all’enclave di classe, uno degli elementi più interessanti di questa nuova espansione. Di cosa stiamo parlando? L’enclave è, in sostanza, un punto di ritrovo per i giocatori che hanno deciso di puntare su una certa classe, un luogo dove possiamo entrare in contatto con un sacco di utenti e gestire al meglio il nostro artefatto. Dall’enclave, inoltre, abbiamo la possibilità di gestire i nostri seguaci con alcune missioni specifiche da affrontare e completare.
Abbiamo apprezzato molto questa novità introdotta da Blizzard in World of Warcraft: Legion, l’enclave è un luogo semplicemente perfetto per confrontarsi con altri utenti che magari stanno riscontrando difficoltà nell’utilizzo di una determinata classe e consente ai giocatori di formare una sorta di “spirito di gruppo”, se così possiamo definirlo, che riesce a regalare quel valore aggiunto in grado di migliorare notevolmente l’esperienza di gioco.
Blizzard inserisce molto raramente una nuova classe in World of Warcraft, ma quando decide di agire usa la mano pesante. Con questa nuova espansione debutta infatti il “Cacciatore di Demoni”, una classe inedita e intrigante che può essere utilizzata solo dopo aver raggiunto un certo livello (le missioni iniziano al 90). Oltre alle caratteristiche estetiche uniche dei personaggi appartenenti a questa classe, caratterizzata da un aspetto tanto feroce quanto inquietante con corna e tatuaggi, dobbiamo immediatamente sottolineare che i rami di specializzazione disponibili sono solamente due: abbiamo “Havoc”, perfetta per i Tank dal momento che ci rende estremamente resistenti e adatti a fare da scudo umano, e Vengeance, una specializzazione che ci consente sostanzialmente di assumere un ruolo più dinamico e, attraverso la nostra furia, infliggere un quantitativo mostruoso di danni.
Il “Cacciatore di Demoni” è, a parer nostro, un’aggiunta interessante al mix di World of Warcraft, una ventata di aria fresca di cui probabilmente c’era bisogno che sicuramente porterà molti veterani del titolo a sperimentare nuove combinazioni. La classe è divertente da utilizzare, le possibilità offerte sono molte e sebbene sia piuttosto semplice da gestire crediamo sia estremamente complessa da padroneggiare al cento per cento. Probabilmente è presto per dare un giudizio definitivo sul “Cacciatore di Demoni”, ma le prime sensazioni sono positive e crediamo che i giocatori non si stancheranno di utilizzarla nel corso dei prossimi mesi.
World of Warcraft, come molti sapranno, non è proprio uscito da qualche giorno… Il gioco ha sulle spalle più di dieci anni e si vede, ma il lavoro fatto da Blizzard in questi anni ha svecchiato moltissimo il titolo dal punto di vista tecnico e, di conseguenza, Legion appare esteticamente gradevole. Dal punto di vista artistico è stato fatto un lavoro veramente eccellente, ci sono luoghi e strutture che rapiscono ed è facile perdersi nel mondo di gioco dimenticandosi il proprio compito principale.
Le varie zone delle Isole Disperse presentano una varietà lodevole e crediamo che questo sia un grandissimo punto a favore dal momento che previene la ripetitività e, di conseguenza, anche la noia.
Per quanto riguarda il sonoro, inoltre, il nostro giudizio non può che essere positivo: le musiche e gli effetti sono puliti e privi di particolari difetti e, aspetto da non sottovalutare, sono sempre adatti al contesto riuscendo in certi momenti a trasmettere una sensazione di epicità coinvolgente.
Dal punto di vista della connettività inizialmente abbiamo avuto qualche problema ma successivamente, negli ultimi giorni della nostra prova, la situazione è molto migliorata: probabilmente, come segnalato dalla stessa Blizzard, il gran numero di utenti che ha scelto di provare l’espansione ha generato parecchio traffico.
World of Warcraft: Legion è apparentemente un’ottima espansione, come abbiamo detto all’inizio della recensione secondo noi è ancora un po’ presto per parlare ma le premesse ci sono sicuramente tutte. L’artefatto, la nuova classe, l’enclave… Tutte le principali novità ci hanno convinti e abbiamo apprezzato le idee avute dai ragazzi di Blizzard.
Il nostro consiglio per i fan di vecchia data del gioco è sicuramente di dare una possibilità a Legion, l’espansione merita e potrebbe catturarvi portandovi a passare nuovamente decine e decine di ore davanti allo schermo del PC.
This post was published on 9 Settembre 2016 12:14
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