Recensione di Gianluca “DottorKillex” Arena
In occasione del ventennale (wait, sono passati già vent’anni?!?) di Resident Evil, che debuttò nel 1996 sulla prima Playstation, Capcom ha pensato bene di riproporre molti dei capitoli della saga sulle console di attuale generazione, e, nello specifico, proponendo un trittico di quelli più recenti tra i “canonici”, ovvero Resident Evil 4 (oggetto di questa recensione), Resident Evil 5 e Resident Evil 6, tutti in alta risoluzione e a sessanta frame per secondo.
Più che essere una recensione in senso stretto, dal momento che parliamo di un titolo riproposto innumerevoli volte e di cui si conoscono le caratteristiche fino in fondo, questo articolo prende piuttosto la forma di un commento, e di un consiglio su se valga o meno la pena spendere venti euro per questo lavoro seminale di Shinji Mikami.
Salvate la soldatessa Ashley
Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, da un lato (“è un capolavoro!”) e dall’altro (“ancora ‘sto gioco??”), la risposta alla domanda precedente non è delle più semplici, per una serie di motivi che vanno al di là della qualità intrinseca del prodotto in sé, che continuiamo a ritenere eccellente.
In Resident Evil 4 il giocatore è chiamato a vestire i panni di Leon Kennedy, fuoriuscito dal corpo di polizia di Raccoon City e arruolato nei corpi speciali, nella difficilissima missione di trarre in salvo Ashley Graham, figlia del presidente degli Stati Uniti d’America, rapita da un non meglio identificato gruppo terroristico di base in Europa.
Ignaro degli orrori che si troverà (nuovamente) ad affrontare, Leon viaggia alla volta di un ridente paesino avvolto nella nebbia, verosimilmente localizzato in una remota regione della penisola iberica, famoso per la cortesia e l’accoglienza dei suoi abitanti…
Sebbene il plot non fosse affatto il punto focale della produzione, esso seppe riservare diversi colpi di scena all’epoca dell’uscita e, alla luce dei mezzi disastri combinati dagli sceneggiatori Capcom con gli episodi successivi, è lecito definirlo come l’ultimo che avesse un minimo di senso, quantomeno tra i giochi della serie regolare.
Se i giocatori moderni saranno in grado di soprassedere su una recitazione ancora acerba degli attori virtuali rispetto agli standard odierni e su un doppiaggio con molti alti e bassi, potranno godersi una trama da film di serie B di qualità, com’è nella tradizione della serie zombi più famosa della storia videoludica.
Pad alla mano, invece, la domanda con cui abbiamo aperto questo pezzo torna a farsi assillante: vediamo se è possibile trovarle una risposta.
Un caposaldo degli action moderni
Dalla visuale subito dietro al protagonista al rinnovato sistema di puntamento, dalla quasi totale eliminazione degli enigmi all’introduzione di un arsenale assai più variegato e soddisfacente, Resident Evil 4 ha rappresentato il punto di svolta per la serie cui appartiene, e, nel contempo, un punto di riferimento per moltissimi action in terza persona che sono seguiti, in particolare durante la scorsa generazione di console (quella di PS3 e Xbox 360, per intenderci).
Sebbene molti nostalgici ritengano che con questo prodotto abbia avuto inizio il decadimento della serie, che di qui in poi ha rinnegato ritmi ed elementi di gameplay dei primi tre capitoli, è davvero difficile non innamorarsi di un prodotto bilanciato, impegnativo ma mai frustrante, dal passo sostenuto e che comunque riusciva a mantenere i legami con le tematiche horror che avevano caratterizzato gli esordi del brand.
Anche oggi, nonostante molte soluzioni di gameplay risultino assai meno fresche ed innovative, Resident Evil 4 riesce a divertire, garantendo un buon numero di ore di gioco, grazie anche alla scelta di sbloccare da subito tutti i contenuti, e dinamiche quantomai attuali, che molti titoli blasonati farebbero bene a riprendere (come i nemici che non aspettano pazientemente il proprio turno per attaccare).
Il punto, allora, è che Capcom non si è minimamente sforzata di adattare il prodotto alle console odierne, ritoccando solamente l’impianto luci e lasciando tutto il resto com’era, con il risultato che le magagne visive del prodotto, che pure all’epoca del lancio era rivoluzionario anche dal punto di vista tecnico, risultano ancora più evidenti a 1080p.
Volendo far venire i nodi al pettine, nasce spontanea una domanda: quante volte la software house giapponese spera di poterci vendere lo stesso gioco, peraltro alla non economica cifra di venti euro?
Resident Evil 4, che debuttò su GameCube, è uscito anche su PS2, Wii, PC, Android, iOS, Xbox 360, Playstation 3, e su ognuna di queste piattaforme è reperibile con un esborso inferiore a quanto richiesto oggi per il download su PS4 e Xbox One.
La risposta alla domanda iniziale, allora, non può essere univoca: se le attuali console di Sony e Microsoft rappresentano il vostro punto d’ingresso nel mondo dei videogiochi, qualunque età abbiate, dovreste provvedere subito all’acquisto, perché Resident Evil 4, se non lo si è ancora capito, rimane una pietra miliare per chi ama i videogiochi d’azione.
O anche i videogiochi in generale, suvvia.
Al contrario, se avete già avuto modo di vestire i panni di Leon durante le sue “ferie” a El Pueblo, potete tranquillamente investire altrimenti la ventina di euro richiesti; nel caso in cui, invece, possedeste una delle piattaforme summenzionate su cui il gioco è stato pubblicato, potreste pensare di recuperare una delle precedenti versioni, che, pur mancando della tiratura a lucido e dell’alta definizione, propongono esattamente gli stessi contenuti e la medesima esperienza di gioco di questa del ventennale.
Commento finale
Capcom ha ritenuto di spremere, ancora una volta, una delle sue galline dalle uova d’oro, limitandosi ad un port pigro della versione PC, ritoccato solo marginalmente: difficile consigliarne l’acquisto a questo prezzo, soprattutto considerando a quanto poco sia possibile reperire questo titolo su altre piattaforme.
Nondimeno, se vi foste persi Resident Evil 4 per qualsiasi motivo (troppo giovani per averci giocato nel 2006, odiate gli sparatutto in terza persona, odiate la saga) questa può comunque rappresentare una buona occasione per recuperare uno degli action game più influenti degli ultimi quindici anni.
Il voto, meramente simbolico, è una media tra il 9 che meriterebbe l’opera in sé e il 5 per la bieca operazione commerciale.
Adesso speriamo che la software house nipponica proietti tutti i suoi sforzi sul venturo Resident Evil 7.