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Recensioni

Recensione Super Hydorah

Locomalito, uno dei nomi di spicco della scena indipendente europea è di nuovo tra noi.

Esso è portatore di uno sconfinato amore verso il passato dei videogiochi ed i loro crismi, regalando nel corso degli anni a noi videogiocatori perle che odorano di sala giochi sin dal momento dell’accensione.

Sci-Fi semplice ed efficace.

Super Hydorah è il suo ultimo lavoro, un potenziamento dell’originale freeware Hydorah uscito ben sette anni fa, ora nella sua forma migliore in assoluto.

Storia di un amore.

Super Hydorah dietro al codice binario trasuda semplicemente amore. Amore per un’epoca passata ed il suo immaginario, amore per delle meccaniche e delle gimmick che si ispirano ad una nutrita lista di titoli come Salamander, Gradius, Darius, Exerion, R-Type e chi più ne ha ne metta.

Tutto questo andò a formare ben sette anni fa l’originale Hydorah; l’autore ha deciso di rispolverarlo e mettere il lucido dove serviva riportando alla luce un gioco già molto buono in partenza per potenziarne la longevità e la giocabilità.

Locomalito ha deciso di prendere di peso la sua formazione in ambito videoludico e di trasformarla in uno zenith; egli ha condensato le sue esperienze in un titolo che alla fine è diventato, come riportato direttamente nel gioco, il gioco che voleva quando era piccolo.

Locomalito uno di noi.

Muori, muori e già che ci siamo muori ancora.

Negli ultimi tempi il giornalismo videoludico ha iniziato a prendere come metro di paragone il caro e vecchio Dark Souls (noi ne abbiamo parlato qui ad esempio). Super Hydorah dribbla qualsiasi equiparazione poiché la serie dei Souls è troppo semplce per fungere da termine di paragone vero e proprio.

La morte nel titolo è il punto alla fine di ogni frase, il bicchiere d’acqua a fine pasto o la passeggiata la domenica pomeriggio. Un concetto che diventa, nel giro di pochissimo tempo, abitudine e che vi accompagnerà per tutta l’avventura. Morire diventa rapidamente questione di pixel e di movimenti non voluti, imparare a giocare ad Hydorah è imparare a comandare i propri arti con più saggezza e più calma.

L’armamentario della nostra navicella in tutta la sua bellezza.

La nostra bellissima navicella è dotata di tre tipologie diverse d’equipaggiamento: arma primaria e secondaria e un ulteriore accessorio in grado di fungere sia da supporto offensivo che difensivo. Tutte e tre le tipologie di equipaggiamento vanno decise ad inizio missione tramite una comoda schermata.
Alla fine delle missioni sarà possibile ottenere un nuovo strumento in grado di adattarsi alle successive situazioni.

Tra le armi primarie troviamo strumenti di morte come mitragliatori continui, spread shot rubati direttamente da Contra e laser in grado di oltrepassare i cadaveri dei nostri nemici con sorprendente agilità. Alle armi secondarie invece appartengono gadget in grado di aiutare la nostra nave madre come bombe di profondità o droni accompagnatori in grado di moltiplicare la nostra potenza di fuoco. Gli accessori sono rappresentati, più banalmente, da una selezione di diverse tipologie di potenziamenti temporanei che variano dalla classica smart bomb all’invulnerabilità per pochi, ma vitali, secondi.

Problemi di flora e fauna locale.

Gli stage del gioco sono quasi banalmente strutturati con una gimmick unica che non ritroveremo da nessuna altra parte, sia questa interpretata dall’ambientazione o dai nemici. Alcuni stage avranno semplicemente abnormi quantità di navicelle avversarie da dribblare ed abbattere, altri avranno colonne pendenti e forti venti da controbattere con i propri movimenti. I nemici presenti all’interno del gioco grossomodo si comportano come stolti alieni assetati di sangue, in grado di seguire un unico pattern d’attacco.

I livelli del gioco sono caratterizzati sin dal primo momento grazie alle forme uniche e ai colori saturi.

Tra nemici normali, miniboss e boss di fine livello la nostra povera navicella avrà di che soffrire. Essa infatti finirà per esplodere dopo un singolo colpo e soltanto un power-up apposito permetterà alla nostra agonia d’aumentare di durata. Ammazzanre gli avversari sarà però vitale, questi ultimi infatti rilasceranno sfere di potenziamento in grado di migliorare l’efficenza delle nostre armi primarie e secondarie, inoltre alle volte rilasceranno una sfera in grado di farci scegliere tra maggiore mobilità, uno scudo ed un utilizzo del nostro accessorio.

I boss inoltre saranno dannatamente complicati di mandare giù, vuoi per dei pattern complicati da schivare, vuoi per delle minuscole finestre di tempo in cui potranno essere danneggiati. Questi ultimi hanno, inoltre, di variare attacchi e movimenti in pattern diversi dopo una quantità prestabilità di danni portando la difficoltà a picchi incredibili.

Nel titolo c’è spazio per qualche dialogo utile ai fini di trama.

Super Hydorah finisce per diventare una divertentissima sessione di trial & error, c’è poco spazio per la previsione ed invece è campo libero per la memoria visiva e muscolare. Questo non è necessariamente un difetto, quanto un rimasuglio del genere di provenienza, Esso è in grado di far definitivamente breccia nel cuore degli appassionati spaventando però tutti gli altri.

Benedetti Pixel e benedette scanlines.

Super Hydorah oltre ad un gameplay estremamente divertente possiede un lato tecnico ai massimi livelli per estetica e cura. La grafica in Pixel Art firmata da Locomalito possiede il giusto charme per richiamare mille giochi diversi senza però perdere d’originalità, ogni pixel è posizionato con l’amore tipico di chi ha apprezzato, a suo tempo, i maestri del genere.

Visivamente parlando poche pixel art rivaleggiano con quella del titolo.

I mondi alieni che ci troveremo a visitare nella nostra lotta contro i Meroptiani sono molteplici e variegatissimi, partiremo da classici mondi privi di atmosfera per poi attraversare campi di asteroidi e deserti ventosissimi abbattendo tutto ciò che ci troveremo davanti. Anche qui, ogni livello possiede il suo richiamo e la sua piccola citazione in grado di scaldare il cuore dell’appassionato.

Discorso simile è possibile farlo per Grygor87 e la sua colonna sonora. Il musicista spagnolo con Super Hydorah ha dato vita ad una sinfonia curatissima di suoni arcade e prog/fusion infuocato. Oltre quaranta sono le tracce presenti nel titolo, tutte quante accomunate dall’ecletticità e dalla cura nella ricerca dei timbri sonori.

Le opzioni tecniche disponibili a noi giocatori sono poche, molto apprezzata però la possibilità di simulare anche in widescreen 16:9 le scanlines tipiche degli schermi a tubo catodico delle sale giochi; ennesima conferma di come questo gioco sia stato fatto con un occhio di riguardo a chi, quell’epoca, l’ha vissuta davvero.

Una fenice che non muore.

Hydorah, nell’ormai lontano 2010, aveva mostrato al mondo cosa la scuola spagnola potesse fare in ambito shmup grazie ad un attenta mistura di grafica, musiche e difficoltà. Il suo fratellone maggiore ripresenta le stesse caratteristiche ampliando la quantità di livelli, modificando quelli già presenti e aggiungendo una splendida doppietta di modalità multiplayer in grado di soddisfare i palati dei giocatori.

La prima è la classica modalità cooperativa con due navicelle su schermo; fiumi di proiettili si scateneranno contro quest’ultime lasciando ai malcapitati giocatori l’arduo compito di proseguire senza mangiarsi il pad (che consiglio spassionamente nel voler giocare al titolo). La difficoltà del titolo subisce, per nostra fortuna, una leggera flessione verso il basso aggiungendo però una bastardissima meccanica riguardante la rianimazione del proprio compare

L’altra modalità invece, denominata Robot Chase, è un buon passatempo in cui i due giocatori devono muoversi all’interno della schermata mantenendo attivo il raggio con cui comunicano, unica arma in grado di abbattere gli avversari. In questa modalità il gameplay rallenta e si condensa nel concetto di cooperazione pura lasciando ad entrambi i giocatori il compito di muoversi in modo oculato per arrivare a registrare il punteggio più alto.

Bastano quindi pochissimi elementi per divertirsi in santa pace: un secondo controller (sia quest’ultimo pad o tastiera) ed un amico con una pazienza da Matusalemme

Super Hydorah è stato recensito su Steam grazie ad un codice review fornitoci da Locomalito.

A volte per fare un buon titolo non bisogna per forza rivoluzionare tutto, basta saper fare le solite cose meglio di tutti gli altri.
Super Hydorah
vince su tutti i fronti nel rapporto col suo predecessore e con i suoi vicini arrivando a svettare al di sopra di un intero genere.
Un gioco dal sapore difficile in grado di divertire per ore ed ore chi avrà il coraggio di non mollare.

This post was published on 26 Novembre 2017 12:00

Graziano Salini

Perennemente alla ricerca di legami tra argomenti distanti tra loro, con una certa predilezione per musica e videogiochi. Faccio il possibile per fare in modo che ci siano meno errori di concetto possibili sugli articoli di Player.it, grande fan degli errori grammaticali invece, quelli fanno sempre ridere. Quando non sto amministrando questo sito lavoro mi occupo di spiegare cose difficili in maniere semplici su altri siti, su tematiche molto meno allegre dei videogiochi.

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