Articolo a cura di Domenico De Rosa
Prima di FIFA, prima di Pro Evolution Soccer, prima di ogni altro titolo calcistico, c’era lui: Kick Off. Ventisette anni fa il gioco di Dino Dini (un nome, una garanzia) era ciò che si avvicinava più al “soccer”, facendo divertire i giocatori prima su Atari, poi su Amiga e così via. La serie è stata molto longeva, proponendo nel corso degli anni ben diciannove titoli, l’ultimo nel 2002. A distanza di quattordici anni però, Kick Off è tornato grazie al suo “Revival”, che ha riportato su console un reperto storico, adattato ai tempi moderni grazie a una grafica meno pixellata e più pulita, senza però subire alcun cambiamento nel suo gameplay, rimasto purtroppo troppo arcaico.
Kick Off è un gioco che forse andava bene trent’anni fa, ma la verità è che nel 2016 il titolo può essere descritto con una sola parola: terribile. Kick Off Revival, a cui Dino Dini ha deciso di legare nuovamente il suo nome, si presenta come un gioco tecnicamente povero e che oggigiorno con il gioco del calcio non c’entra praticamente nulla. È vero che ci sono ventidue giocatori (tutti uguali) che corrono dietro a un pallone, ma la somiglianza col calcio termina praticamente qui. Chiamarlo simulatore sarebbe un peccato mortale, perché con la decisione da parte degli sviluppatori di non ritoccare nulla dell’originale comparto tecnico di Kick Off, il gameplay proposto può essere definito come l’anti-calcio per eccellenza. In Kick Off Revival non ci sono cartellini gialli o rossi, non esiste il fuorigioco, non possono essere effettuate sostituzioni, non si può cambiare modulo o impostare tattiche di alcun genere. Si seleziona la squadra, si scende in campo e si cerca di fare goal. Persino le modalità presenti sono estremamente povere: oltre alla classica amichevole contro l’IA o contro un secondo giocatore, è possibile effettuare match online contro altri giocatori, che raramente terminano al “90°” a causa di rage-quit o problemi di lag e infine, giocare qualcosa che assomiglia al torneo europeo che si sta svolgendo attualmente in Francia, ma tutta un’altra cosa!
Detto di tutto il regolamento del gioco del calcio non presente in Kick Off Revival, dobbiamo fare i conti anche con un gameplay che difficilmente attrarrà i giocatori moderni. Oltre alla levetta analogica, per giocare non bisogna fare altro che premere un unico tasto, che ci permette di passare, tirare, crossare ed effettuare delle scivolate chilometriche che non si vedono manco in Holly e Benji, interventi killer che spesse volte anche se effettuati sul pallone, porteranno un invisibile arbitro a fischiare fallo (si, i falli ci sono). Ciò che rende Kick Off Revival un gioco incredibilmente difficile è l’impossibilità da parte dei calciatori di controllare il pallone, ovvero di tenerlo incolato ai piedi e di portarlo avanti senza perderlo. La pressione del tasto X permette di controllare al meglio la palla, ma dopo due tocchi questa se ne andrà per i fatti suoi. Tutto ciò porta i giocatori in campo a inseguire il pallone e lanciarlo in avanti nella speranza di mandarlo in porta, cosa molto difficile se considerati i tiri a effetto che quasi mai centrano la porta. Inoltre, i calci di rigore sono una lotteria peggiore di quelli reali: i portieri non possono essere controllati dagli utenti, mentre anche il tiro sembra essere supervisionato da qualche entità astratta. Il risultato finale è un calcio di rigore governato esclusivamente dalla fortuna. A tutto l’impasto va aggiunta una quantità sproporzionata di bug e glitch, emersi dopo il tentativo da parte degli addetti ai lavori di proporre il gioco con una grafica leggermente più moderna. Un calciatore che attraversa un cartellone pubblicitario, un palo o la rete della porta però è sicuramente l’ultimo dei problemi!
Il ritorno di Kick Off avrà fatto sicuramente felici i tanti giocatori “stagionati”, ossia gli ormai ultra-trentenni che sono cresciuti a pane e Kick Off. Revival però è un gioco che si trova in un contesto che non gli appartiene più, visto che ormai viviamo in una generazione videoludica dominata dai simulatori, che avvicinano di anno in anno i videogame calcistici alla realtà. Proporre il gioco anche in formato retail è stata una mossa votata più alla speculazione, cercando di toccare l’animo e i sentimenti sia dei vecchi giocatori, che dei retro-gamer. Qualcuno quindi ha cercato di dare un prezzo alla nostalgia, un prezzo che purtroppo non è adatto a ciò che Dino Dini’s e il suo team hanno proposto in questa epoca moderna. Kick Off ai suoi tempi potrebbe anche essere stato un gioco da 6, 7 o anche 8, ma Kick Off Revival purtroppo non merita un voto così alto. È difficile però punire un gioco che racchiude in sé un po’ della storia dei videogame e dunque, mi limiterò a fare una media e ad assegnare a Revival un voto che quantomeno non getti fango o calpesti il buon nome di Kick Off.
This post was published on 27 Giugno 2016 12:15
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