Articolo a cura di Gianluca “DottorKillex” Arena
Immancabile, al sopraggiungere di una nuova olimpiade, torna l’appuntamento con le cricche di Mario e Sonic in quello che è, a tutti gli effetti, l’unico prodotto ufficiale su licenza della manifestazione: Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Rio 2016 tenta di catturare l’impareggiabile atmosfera delle Olimpiadi, e, nel contempo, di regalare un gameplay fresco ed adatto a tutta la famiglia, a metà tra sportivo e party game.
Come si comporterà l’edizione casalinga dopo la discreta prova di quella portatile?
Per scoprirlo non vi resta che continuare a leggere.
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Sono diverse edizioni che le olimpiadi vanno a braccetto con un prodotto su licenza che comprende gli eroi (ed antieroi) provenienti dai rispettivi brand, e, nonostante l’accoglienza della critica sia stata altalenante, i prodotti che si sono succeduti sono riusciti a ritagliarsi una nicchia specifica di appassionati, che comprende gli amanti del multiplayer locale ma anche coloro che cercano un prodotto spensierato, leggero, perfetto per delle sessioni rilassate, magari in fondo ad una giornata di lavoro particolarmente intensa.
Mario & Sonic ai Giochi Olimpici Invernali non si discosta da questo trend, proponendo una raccolta di minigame che ha a che fare con gli sport riprodotti solo fino ad un certo punto, concentrandosi, piuttosto, sull’immediatezza e la semplicità del gameplay: questa scelta, sensata dal punto di vista commerciale, si rivela però un’arma a doppio taglio, se è vero che la profondità dell’offerta ludica e l’appeal di molte delle discipline incluse si rivelano assai limitati.
La modalità Sfida tra Eroi, che consente di scegliere i propri personaggi dal ricco roster proveniente dagli universi di Mario e Sonic e prendere parte a gare ad eliminazione su un lotto di sport scelti arbitrariamente dalla CPU, si rivela la più interessante del pacchetto, nonché l’unica ad offrire un coinvolgimento un po’ più duraturo anche a quanti non dispongano di tre amici e di altrettanti Wiimote per scatenarsi in partite multiplayer.
Basteranno pochi secondi per familiarizzare con i sistemi di controllo peculiari per ogni disciplina, ma probabilmente, nel contempo, pochi minuti saranno sufficienti per vedere il picco di interesse nei confronti di ognuno di questi minigiochi, calato il quale difficilmente li si affronterà nuovamente: colpa di meccaniche forse eccessivamente semplificate, con la grande maggioranza degli sport che necessitano della pressione di un singolo pulsante.
L’ideale per i videogiocatori più giovani e quelli occasionali, insomma, non certo per quanti sono cresciuti con i platform dell’idraulico baffuto e della mascotte blu di Sega.
Delle diciassette differenti discipline riproposte, quattordici delle quali immediatamente disponibili al primo avvio (le altre vanno sbloccate, come anche buona parte del cast di personaggi selezionabili), tre hanno goduto di un trattamento “di favore”, con un gameplay maggiormente articolato e una versione Sfida, che contempla delle variazioni sul tema notevoli, come power up casuali che compaiono sullo schermo, sospensione del regolamento sui falli e colpi speciali spettacolari.
Parliamo del calcio, sport nazionale brasiliano, del beach volley, giocato sulle calde spiagge di Rio, e del rugby a sette, all’esordio assoluto: proprio quest’ultima disciplina si è rivelata la migliore del lotto, con dinamiche divertenti e sorprendentemente vicine allo sport originale, come la possibilità di placcaggi doppi o quella di sfruttare una finestra temporale prima di essere atterrati per passare la palla ovale ad un compagno.
Viceversa, il beach volley ed il calcio non sono riusciti a catturarci come ci aspettavamo, l’uno per colpa di scambi telefonati e di una visuale poco adatta a rappresentare l’azione su schermo, l’altro per un gameplay davvero troppo arcade, che, a tratti, fa sembrare anche Rocket League una simulazione.
A pescare nel nutrito mazzo di alternative, si sfida la sorte, però: se il tiro con l’arco e la ginnastica ritmica si sono dimostrati divertenti, l’uno con la possibilità di rallentare il mirino per aumentare il livello di precisione, e l’altro con una pressione ritmata dei tasti a tema musicale, con un buon tempismo richiesto e numerose tracce sbloccabili a diversi livelli di difficoltà, molti altri sport lasciano davvero il tempo che trovano.
Le gare di BMX si riducono ad una serie di QTE con qualche cambio direzionale, i cento metri piani ad un festival del button mashing e il lancio del giavellotto ad un coacervo di elementi casuali, con il giocatore che non si sente mai pienamente in controllo della traiettoria e della forza impresse all’attrezzo.
La scarsa profondità viene alleviata se si gioca a Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Rio 2016 in una delle modalità multigiocatore, dove la frenesia e gli sfottò prendono il sopravvento, grazie anche a comandi sempre sul pezzo, ma non tutti possono disporre di un numero di amici (o parenti, o figli) e di controller sufficienti per godere al meglio del lato più positivo della produzione.
In altre parole, se cercate un party game con vaghi riferimenti al mondo dello sport, la coproduzione Sega/Nintendo potrebbe anche soddisfarvi, ma se vi aspettate un prodotto su licenza che possa consentirvi di replicare le gare che vedrete in TV, probabilmente rischiereste di rimanere delusi.
A partire dalla spiaggia su cui inizieremo l’avventura, nei panni del nostro Mii, passando per gli stadi e gli improbabili campi da gioco della versione Sfida degli sport, il comparto grafico di Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Rio 2016 sprizza colori e allegria da tutti i pori, in linea con lo spirito dei giochi e con l’immagine del Brasile in ambito internazionale.
Fatta eccezione per il pubblico copincollato sugli spalti, c’è poco da lamentarsi del lato visivo della produzione, che maschera benone un motore in realtà poco più che modesto con una palette cromatica brillantissima, animazioni convincenti e una fluidità sempre granitica: almeno da questo punto di vista, i passi avanti rispetto alla versione portatile sono evidenti, con arene di dimensioni più generose, una definizione maggiore e modelli poligonali più complessi.
Inutile aggiungere che anche la fruizione di gruppo ne esce decisamente meglio, grazie alla comodità dei controlli via Wiimote e alla possibilità di godere dello schermo TV in luogo di quello stereoscopico della piccola di casa Nintendo.
Nonostante un comparto tecnico migliore e la possibilità di godersi al meglio l’esperienza in compagnia di altri giocatori, la versione Wii U di Mario & Sonic ai Giochi Olimpici di Rio 2016 ci ha convinto meno di quella portatile, dove sessioni brevi contribuivano a mascherare la scarsa profondità del gameplay proposto, riuscendo a farne una divertente collezione di minigame.
Nel salotto di casa, invece, i limiti delle meccaniche di gioco vengono a galla già dopo una manciata di minuti, e il rischio concreto è di cimentarsi solamente con le tre discipline (calcio, rugby a sette e beach volley) che dispongono di un sistema di controllo che esuli dalla forsennata pressione di un singolo tasto.
Da prendere in considerazione solo se siete pervasi dallo spirito olimpico o adorate i party game chiassosi e colorati.
This post was published on 22 Giugno 2016 12:00
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