Recensione di Gianluca “Dr Killex” Arena
Nato da una costola di un esperimento di Miyamoto in persona, alle prese con una periferica, il GamePad di Wii U, tra le più sottovalutate e meno capite della storia dei videogiochi, Star Fox Guard è pronto al debutto, che avverrà in accoppiata con il suo fratello maggiore, Star Fox Zero.
Coloro i quali acquisteranno la First Print Edition del titolo dedicato a Fox McCloud e compagnia si troveranno tra le mani anche una versione pacchettizzata di questo titolo, che potrà comunque essere scaricato dallo shop virtuale dell’ammiraglia Nintendo a meno di venti euro.
Andiamo a scoprire insieme se il gioco vale la candela o meno.
A quanto pare, la famiglia Toad non sforna solamente valorosi piloti di Airwing come Slippy, fido scudiero di Fox McCloud, ma anche imprenditori di talento, con il fiuto per gli affari, come Grippy, zio del succitato Slippy e mercante di metalli preziosi, di cui i pianeti del sistema di Corneria abbondano.
Qualcuno, però, sembra aver preso di mira l’impresa dello zio Grippy, assaltando le sue basi di stoccaggio con masnade di robot inferociti: qui entrerà in scena il giocatore, cui verrà sottoposto un regolare contratto (almeno nei videogiochi, esistono ancora!) in cui si impegna a difendere gli averi del suo datore di lavoro.
Per farlo, sarà necessario padroneggiare il sistema di telecamere installato in ognuna delle basi, che sarà mostrato tanto sullo schermo della TV quanto su quello del GamePad: sul primo, il giocatore avrà una panoramica delle dodici diverse visuali, così da farsi aiutare da un amico/a (o fidanzato/a, marito, moglie e così via…), mentre sul piccolo schermo della periferica potrà passare da una telecamera all’altra in punta di pennino o individuare nemici speciali che non vengono visualizzati se non sul GamePad.
Dopo qualche minuto di necessario ambientamento, il sistema funziona a meraviglia, e l’alternanza tra i due schermi non provoca mai problemi al giocatore, ma solo un accresciuto livello di ansia e frenesia, che sono due degli ingredienti fondamentali di questa produzione.
A mettere in difficoltà il giocatore ed i suoi eventuali assistenti ci sono ventisei diverse tipologie di robot, suddivise in due categorie: gli Offensivi sono quelli che, se giunti al nucleo, possono causare il game over istantaneo, costringendo a ripetere la mappa, mentre i Disturbatori, pur non causando direttamente il fallimento, infastidiscono il giocatore e ne limitano la capacità di rispondere agli assalti nemici.
Tra i primi troviamo gorilla meccanici, robot dotati di scudo e altri che saltano sopra i muri, mentre tra i secondi si segnalano ventilatori ambulanti, il cui getto d’aria sconquassa le telecamere, dispositivi volanti di jamming, che inviano un falso segnale, e finanche uccelli che si innamorano delle telecamere e le rubano.
La varietà, tanto di missioni quanto di nemici, è insomma uno dei punti forti della produzione, soprattutto se si considerano il budget ed il prezzo richiesto per il download, entrambi decisamente contenuti.
Quando parte il countdown per una nuova missione, l’attenzione richiesta è massima: per ognuna delle mappe da affrontare (tra missioni Principali ed Extra ve ne sono un centinaio) sono presenti un certo numero di entrate da difendere, il cui numero cresce di pianeta in pianeta, avanzando nella campagna.
Prima di ogni missione il giocatore potrà decidere dove sistemare le telecamere e come direzionarle, avendo una vaga idea dei flussi di nemici in arrivo: sebbene sia possibile correggere in corso d’opera la propria strategia, riposizionando le telecamere con un semplice tocco di pennino, quest’azione risulta abbastanza complicata da gestire nel bel mezzo di un’ondata nemica.
Se ne deduce, quindi, che una pianificazione attenta nella fase precedente alla missione risulta fondamentale, soprattutto in alcune missioni extra, discretamente impegnative anche per i giocatori più navigati.
Il livello di difficoltà di quelle regolari, invece, è abbordabile, sempre a patto che il giocatore dimostri un buon colpo d’occhio e dei riflessi da primo della classe, vista l’enorme quantità di robot in arrivo già a partire dal secondo pianeta dei cinque in totale.
Al culmine di ognuno di questi c’è anche una boss fight, generalmente più impegnativa delle altre mappe e che consta di un nemico più grande degli altri, i cui pattern d’attacco vanno individuati per avere la meglio.
Di missione in missione si cresce di livello, sbloccando non solo nuove mappe ma anche tipi speciali di videocamere, da quella che si alza in volo per un breve periodo a quella che rallenta il tempo, utili per fronteggiare le situazioni più disperate; avanzando di livello si allarga anche la capacità della propria squadra di robot da inviare online, in quella che è una brillante modalità multigiocatore.
Tramite un comodo editor, il giocatore potrà organizzare la sua squadra di assaltatori, caricandola poi sui server di modo che altri giocatori da tutto il mondo possano scaricarla e confrontarvisi: se la comunità supporterà questo titolo anche solo la metà di quanto ha fatto con Splatoon e Super Mario Maker, con Star Fox Guard ci sarà da divertirsi per mesi.
Anche solamente con le attività single player, comunque, il titolo tiene impegnati per non meno di cinque ore, con la possibilità di rigiocare alcune missioni già completate per raggiungere il level cap, fissato a cinquanta.
In pieno stile Nintendo, questo spin off di presta benissimo tanto alle serate in famiglia o con amici quanto ai giocatori cosiddetti hardcore, che faranno della competizione online il loro pane quotidiano: a qualsiasi livello lo si fruisca,comunque, Star Fox Guard rappresenta molto di più che un giochino promozionale per accompagnare l’uscita di Star Fox Zero.
Da un titolo download only, peraltro appartenente alla categoria dei tower defense, che non si è mai distinta per i fenomenali traguardi tecnici raggiunti, non c’era da aspettarsi chissà quale meraviglia, e infatti Star Fox Guard si fa apprezzare molto più per il suo gameplay che per la sua cosmesi.
Cionondimeno, non c’è nulla che non vada nel comparto tecnico, graziato da un buon character design, da un framerate solido che non tradisce nemmeno quando su schermo ci sono, contemporaneamente, una quindicina di robot e da una serie di motivetti d’accompagnamento sfiziosi.
Questo, in aggiunta ad un buon livello di pulizia visiva generale.
Il fatto che i dialoghi e gli avvertimenti di una voce automatizzata, che avvisa il giocatore quando i nemici sono tropo vicini al nucleo, siano veicolati tramite gli speaker del GamePad aiuta l’immersione nel mondo di gioco e mette la periferica ancora più al centro dell’esperienza, ma, nel contempo, ne causa un consumo della batteria molto più rapido che nella maggioranza dei titoli fin qui testati su Wii U.
I meno attenti tra i videogiocatori potrebbero bollare Star Fox Guard come un semplice esperimento, venduto in bundle con Star Fox Zero per spingerne le vendite, e poco più: attenzione a non commettere questo errore, perché questo prodotto sprizza giocabilità da tutti i pori, e riesce, anche meglio del più illustre collega, a valorizzare il bistrattato GamePad.
Per una quindicina di euro vi porterete a casa un tower defense originale, frenetico, ben fatto in ogni suo elemento, che riesce ad ovviare alla passività tipica del genere di riferimento: se poi godrà di un adeguato supporto da parte della community di giocatori, potrebbe rivelarsi anche tremendamente longevo.
This post was published on 20 Aprile 2016 19:00
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