Il mondo dei giochi di ruolo su console, sebbene sia ormai stato colonizzato anche da alcuni ottimi cRPG, deve la sua fortuna agli action in prima ed in terza persona. Dopo Skyrim, sulla current gen approda in versione remastered anche un altro pezzo grosso dell’era Xbox 360 / PS3, Dragon’s Dogma. Che sia finalmente ora di recuperarlo? Scopriamolo insieme!
Il titolo targato Capcom è giunto sulle nostre console nell’ormai lontano 2012. Parliamo di un periodo particolarmente ricco soprattutto per gli Action RPG. Dragon’s Dogma oltre alla concorrenza incontrò anche ostacoli di altro genere. L’RPG di Capcom fu infatti costellato di problemi di natura tecnica.
Bande nere, un frame rate a tratti terribile, texture discutibili e compenetrazioni di vario genere concorrevano a comporre un quadro tecnico non molto roseo. Il tutto abbatteva non poco il tasso di immersione.
Fortunatamente molti problemi tecnici sono stati risolti da questa rimasterizzazione. L’esperienza di combattimento ora è molto più fluida (nonostante il lock a 30 fps) e le numerose animazioni di attacco e delle skill, con questa stabilità, sono davvero una goduria. Buon salto in avanti anche sul versante risoluzione: si passa infatti da un esperienza quasi sub HD con le (poco) cinematiche banderelle nere ad un 1080p più pulito ed apprezzabile. Tutto sommato il pacchetto offerto in questa remastered, considerando che include anche i DLC rilasciati e che viene proposto ad un prezzo vantaggioso, è davvero appetibile.
La storia di Dragon’s Dogma: Dark Arisen, in questa rimasterizzazione, è invece invariata. La nostra vicenda personale, dopo una breve parentesi in un’altra timeline, si apre con l’invasione del nostro mondo da parte del Drago. Quest’ultimo, atterrato sulle spiagge di Cassardis, nostro villaggio natale locato nelle terre di Gransys, semina morte e distruzione. Con un’unghiata di precisione chirurgica priva il nostro alter-ego, una sorta di prescelto, del suo cuore senza però ucciderlo. I destini dell’Arisen e del drago vengono pertanto connessi e ci ritroveremo a compiere un lungo viaggio di riconquista.
L’avventura, che richiederà oltre 40 ore per essere portata a termine, viene presentata al giocatore con sequenze non esaltanti e con qualche buchetto di trama che non rendono propriamente giustizia all’ottima ambientazione di contorno. La caratterizzazione di personaggi, dialoghi e situazioni, invece, non eccelle. La vicenda ha i suoi momenti topici e galvanizzanti e tende ad impennare un po’ nelle battute finali. C’è da dire però che, come vedrete più avanti, i punti di forza del titolo sono nel gameplay e nella libertà d’azione.
Nell’impersonare il nostro alter-ego avremo a disposizione un interessante sistema di classi basato su tre archetipi principali, ovvero i canonici Guerriero, Mago e Arciere. Ognuna di queste classi avrà una sua evoluzione “avanzata” e saranno presenti inoltre tre soluzioni ibride in modo da offrire al giocatore ben nove classi. Il tutto sarà molto flessibile poiché potremo cambiare classe in qualsiasi momento presso specifici NPC. Ogni classe influenzerà l’equipaggiamento utilizzabile e le proprie possibilità in combattimento. Il sistema è molto ben bilanciato e offre al giocatore un ampio ventaglio di scelte premiando la strategia nella costruzione della propria build.
Dragon’s Dogma eccelle dal punto di vista della profondità di gioco e un lato davvero affascinante dal punto di vista strategico è il concetto di pedine. Queste ultime sono delle entità che appartengono ad una razza identica agli umani ma sono imperiture e non invecchiano. Provengono dalla Faglia, una sorta di altra dimensione e lì sono destinate a tornare qualora dovessero “morire” o in caso venissero congedate dal giocatore. La Legione di Pedine è al servizio dell’Arisen e lo aiuterà durante le quest e nei combattimenti.
Il giocatore dovrà crearsi una propria pedina principale utilizzando nuovamente il piacevolissimo character editor e a cui potrà assegnare equipaggiamento e che potrà livellare secondo una propria build. Sebbene si tratti fondamentalmente di un personaggio importantissimo nell’economia di gioco, la pedina principale sarà gestita dall’intelligenza artificiale. Potremo stabilire la personalità della nostra pedina, la sua classe e seguirne via via lo sviluppo.
Il resto della propria squadra dovrà essere composta da (massimo) due pedine di supporto che andranno a bilanciare il party e che non saranno altro che le pedine primarie di un altro giocatore. Poiché non potremo livellare i due personaggi di supporto ci ritroveremo alla ricerca costante delle pedine più adatte alla nostra situazione in un meraviglioso turnover strategico fatto di reclutamenti e congedi.
La chicca più interessante, però, è la coscienza dinamica e in continua evoluzione delle pedine. Queste ultime saranno infatti in grado, in funzione delle missioni che hanno svolto e i nemici che hanno affrontato, di instradare il giocatore e di dare preziosi consigli strategici.
Quello che più mi ha colpito del titolo ora come allora è il sistema di combattimento. Sia dal punto di vista estetico, per varietà di animazioni, che per ventaglio di tecniche e di approcci di combattimento, Dragon’s Dogma è un action RPG con i fiocchi. Scendere sul campo di battaglia e scagliarsi contro i nemici insieme alle proprie pedine è un’esperienza gratificante e che rende giustizia alle proprie capacità di skill e party building.
Grazie alle interazioni delle pedine e all’ottimo sistema di combattimento, la sensazione che viene restituita al giocatore è quella di trovarsi in un mondo di gioco responsivo e di forte atmosfera. A volte gli scontri con molti nemici rendono i combattimenti un po’ confusionari e, in queste situazioni, a volte è difficile gestire la situazione.
Dove il combat system di Dragon’s Dogma riesce a dare il meglio di sé, con sezioni spettacolari e strategiche, sono gli scontri con i mostri di “taglia mastodontica”.
Nell’affrontare un Ciclope, ad esempio, il ventaglio di opportunità sarà molteplice. Qualora quest’ultimo avesse dei pezzi di armatura, bisognerà concentrarsi su quelli e distruggerli per amplificare i danni. I suoi colpi di clava vi danno dei problemi? Attaccate il braccio in modo da disarmarlo! La parte più affascinante sta poi nella scalata. Potrete infatti saltare addosso ai mostri più grandi e scalare per raggiungere i punti deboli e concentrare i vostri sforzi con specifici attacchi mirati. Vedere andare giù enormi belve grazie ad una corretta intuizione tattica è davvero soddisfacente. Questi momenti sono esaltati da una buona colonna sonora che ben si adatta a seconda delle situazioni.
Il bestiario è molto curato e i nemici hanno pattern d’attacco e peculiarità molto caratteristiche, rendendo in tal modo i combattimenti molto interessanti. Dragon’s Dogma esplora bene i reami del fantasy e offre una vasta gamma di mostri e creature che pescano a piene mani sia dal fantasy più classico che da quello ad ispirazione mitologica.
Per quanto concerne il mondo di gioco ci troviamo di fronte ad ambientazioni ben caratterizzate e che offrono l’atmosfera giusta a seconda della posizione geografica e dell’ora del giorno. Il tutto, combinato con il sopracitato bagaglio di conoscenze delle pedine e la cura e varietà del bestiario concorre a creare un mondo di gioco autentico ed immersivo. La bellezza nell’esplorazione risiede anche nell’imprevedibilità del mondo di gioco che tiene in serbo per l’Arisen imboscate di creature e di mostri di vario genere. Viaggiare per Gransys di notte con la sola fioca luce della lanterna a farci strada in luoghi pieni di insidie è un’esperienza davvero immersiva.
Il mondo di Dragon’s Dogma, però, non è tutto rose e fiori. Alcune location, in particolar modo quelle brulle e con scarsa vegetazione sono un po’ troppo spoglie e visivamente monotone e stemperano un po’ l’ottima atmosfera generale. Per quanto riguarda la vastità del mondo di gioco, sebbene ad un primo impatto sembri apparentemente molto grande, siamo un po’ lontanucci dalle dimensione di “open worlds” come Skyrim o di un The Witcher.
Viaggiare nelle terre di Gransys è inoltre un po’ farraginoso per via della stamina che limita la corsa e a causa del quantitativo limitato di Telecristalli per impostare le location di viaggio rapido. Il tutto esita in qualche episodio di backtracking a singhiozzi che alla lunga può essere un pochino stancante.
Dragon’s Dogma ritorna, forse un po’ tardi, in versione rimasterizzata a rendere giustizia al titolo action RPG targato Capcom. Al netto di una storia non memorabile e ad un comparto tecnico rifinito ma non eccellente, Dragon’s Dogma: Dark Arisen riesce comunque a brillare grazie ad un gameplay affascinante, divertente e strategicamente profondo. A questo prezzo, è un titolo da non lasciarsi sfuggire e che saprà regalarvi tantissime ore di gioco.
Si ringrazia Digital Bros per la copia fornitaci per la recensione
This post was published on 12 Ottobre 2017 12:00
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