Articolo a cura di Samuele Zaboi
Prima o poi, per tutti, torna la voglia di tornare a casa, di riabbracciare le proprie radici e di vedere ancora una volta il proprio paese natale, respirare i vecchi profumi e vedere luoghi già noti. Talvolta non servono grandi motivazioni per effettuare questo viaggio di ritorno, si ha solo voglia di farlo. E basta. A grandi linee queste sono le premesse di Just Cause 3, il nuovo esplosivo (letteralmente) capitolo della serie sviluppata da Avalanche Studios.
Dopo gli eventi del secondo capitolo, Rico, il nostro protagonista, dovrà fare ritorno nella propria terra natale, l’arcipelago di Medici, per porre fine al potere dello spietato tiranno e dittatore Di Ravello che vi richiamerà alla memoria le più celebri figure dispotiche della storia. L’arcipelago è ambientato nel mediterraneo, con connotazioni ed elementi presi qua e là tra Italia, Spagna e Grecia, con acque cristalline, promontori sul mare, vegetazione, montagne e chilometri e chilometri di incolta natura. La realizzazione di Medici è tutto sommato gradevole, con paesaggi lussureggianti che, se da un lato inizialmente sapranno sorprendere e meravigliare, dall’altro cadranno ben presto nel monotono e nel ripetitivo, con poche differenze significative tra i vari elementi. Questo è uno dei maggiori difetti del gioco, come vedremo poco più avanti anche quanto riguarda il gameplay e la struttura delle missioni. Le premesse per far tornare Rico in quel di Medici, in compagnia di Mario Grifo e Tom Sheldon (solo per citare alcuni dei volti noti) sono labili e per lo più classici e in una manciata di minuti sarà possibile fare la conoscenza con tutte le basi di gioco per Just Cause 3 per poi potersi cimentare nel vero e unico scopo del gioco: mettere a ferro e fuoco ogni cosa possibile.
Come la maggior parte dei fan della serie di Avalanche già sanno e si aspettano, la trama e la storia di Just Cause 3 faranno da contorno a un concentrato di azioni, esplosioni e distruzione. La struttura di gioco è estremamente semplice, forse anche fin troppo: il buon Rico dovrà lentamente riconquistare avamposti per sottrarli al malefico Di Ravello fino a eliminare completamente ogni fonte del suo potere. In un arcipelago non troppo vivace (pochi i personaggi che rendono vivibile le diverse isole, solo per fare une esempio), il nostro protagonista dovrà distruggere roccaforti, distributori di benzina o fonti di energia, in sostanza tutto quello che può essere utile al dittatore per rinvigorire le proprie forze e il proprio esercito. A ogni conquista non corrisponderà un particolare e preciso aumento delle abilità di Rico che ben presto si vedrà costretto a ripetere sempre le stesse missioni, con solo qualche leggera differenza per quanto concerne le quest primarie. La scelta adottata da Avalanche non è stata però del tutto casuale dal momento che la varietà viene fornita indirettamente: starà ai giocatori infatti scegliere la strategia con cui attaccare i diversi avamposti, se tramite un’offensiva via terra o via aerea, potendo quindi così svolgere le missioni in maniera differente. Pur sottolineando la bontà di questo fattore, resta innegabile che una maggiore varietà di base per le missioni di Just Cause 3 avrebbe senza dubbio arricchito il gioco aumentandone il valore.
Come già citato qualche riga sopra, Rico potrà scegliere di volta in volta come superare i suoi ostacoli ma qualsiasi sarà la scelta intrapresa ci sarà sempre e comunque un filo conduttore che accompagnerà il giocatore per tutta l’avventura: azione e distruzione. Grazie alla possibilità di cavalcare missili, utilizzare armamenti di tutto punto, elicotteri e i tanto amati rampino e tuta alare (il cui utilizzo, una volta appresi a fondo i comandi, è davvero spettacolare), in Just Cause 3 si potrà ritrovare uno degli elementi cardine della serie: la possibilità di distruggere e far saltare in aria qualsiasi cosa in un turbinio di esplosioni, fuoco e fiamme. Le cose migliori si possono effettuare combinando tra loro il rampino e la tuta alare, come per esempio agganciare due missioni o un elicottero con un edificio, anche se questo richiederà una certa dimestichezza e precisione ma il tempo speso per affinare le vostre abilità saprà ricompensarvi.
La mappa di gioco di Just Cause 3 è decisamente vasta, dal momento che stiamo parlando di più di 1000km² ed è anche discretamente densa anche se forse meno rispetto a quanto ci si possa aspettare. La possibilità di poterla esplorare liberamente senza alcun vincolo è comunque un fatto estremamente positivo che però tende a esaurirsi ben presto, quando il conoscere i più disparati luoghi vi porterà a dover ripetere, de facto, le stesse missioni, strutturate nel medesimo modo e con gli stessi obiettivi da dover raggiungere. Una parziale varietà è fornita da alcune classifiche online che verranno sbloccate ogni qual volta verrà conquistato un avamposto: qui sarà possibile partecipare a gare di ogni tipo (velocità, planata, distruzione, etc.) dove sfidare gli altri giocatori per poter raggiungere la vetta delle graduatorie. Grazie a questo sistema sarà possibile acquistare dei Mod, elementi che vi consentiranno di migliorare e far salire di livello gli strumenti a disposizione di Rico. L’incidenza di questi ingranaggi non è però così massiccia come si potrebbe pensare e per questo motivo solo la passione per il gioco e per le classifiche online vi porterà ad affrontare queste “missioni” e non la vera necessità di superarle per avanzare nel gioco. Dal punto di vista grafico il lavoro svolto da Avalanche è buono, soprattutto quando si parla di esplosioni e distruzioni, ma la sensazione complessiva, sommando anche il gameplay e i contenuti, è che Just Cause 3 non sia il capitolo definitivo ma solo un nuovo passo verso la perfezione dove ancora molti (forse troppi) elementi devono essere rivisti e migliorati.
Se amate le distruzioni e le esplosioni, la frenesia e l’azione, Just Cause 3 è il titolo che fa per voi. Detto questo però, permangono alcuni difetti ben mercati e che vanno a rovinare il risultato complessivo del prodotto, come la poca varietà per le missioni e una mappa di gioco che non riesce a coinvolgere e a entusiasmare come dopo le primissime ore, rischiando addirittura di diventare monotona. Just Cause 3 è un buon prodotto ma che forse occorre prendere a piccole dosi, con sessioni di gioco non estremamente lunghe, per evitare di vedersi costretti a ripetere lo stesso tipo di azioni, nonostante queste siano spettacolari.
This post was published on 2 Dicembre 2015 2:07
Grandi notizie per tutti gli appassionati delle grandi feste e dei momenti memorabili: il capodanno…
Siamo stati a Francoforte per un'anteprima di Dinasty Warriors: Origins alla presenza del director del…
Recensione de I Figli della Grande Inang-Uri, un GDR masterless di worldbuilding cooperativo ambientato sul…
Poco più di un mese alla fine del 2024 ed è tempo di bilanci: quali…
Apple è pronta a cambiare tutto in vista del lancio del prossimo iPhone 17, con…
Per quanto riguarda Postepay c'è una funzione che non tutti conoscono e che forse non…