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Recensioni

Recensione Mini SNES: operazione nostalgia riuscita al 100%

Accingersi a recensire un best seller, un must buy come il Mini SNES non è assolutamente semplice. La nuova mini console targata Nintendo è l’oggetto del desiderio di qualsiasi appassionato di videogiochi, tanto da diventare sold out a tempo di record. Il rischio sarebbe, manco a dirlo, quello di cadere nella banalità, ripetendo dei concetti tanto scontati quanto inflazionati. Tuttavia, nonostante tutto, il desiderio di parlarvi dell’effetto nostalgia causato da questa piccola gemma rappresenta, per chi vi scrive, quasi un dovere. Perché il Super Nintendo Entertainment System, meglio conosciuto col nome di SNES, non è stata una console come tutte le altre: il Super Nintendo è stato l’inizio di un sogno.

Proprio per questa ragione, ciò che vi accingete a leggere è una recensione “atipica”. Non mi limiterò a dirvi se vale la pena o meno acquistare il Mini SNES, ma mi soffermerò su che cosa una mini console ed i suoi giochi possono offrire, anche a così tanti anni di distanza.

Che cos’è il Super Nintendo?

Ecco a voi il Super Nintendo, la console più desiderata dei bambini degli anni ’90.

Per comprendere che cosa abbia rappresentato il Super Nintendo per la storia dei videogiochi, non si può prescindere da una breve analisi del contesto storico in cui fu pubblicata. È il 1989, e da anni oramai Nintendo, dopo aver avuto un dominio incontrastato, sta perdendo terreno. Dopo aver tirato il mercato videoludico fuori dal pantano grazie alla sua prima console, il Nintendo Entertainment System (NES), l’azienda giapponese sembra non più al passo coi tempi. La concorrenza si fa sempre più pressante, e il competitor più pericoloso risiede proprio in Giappone, e risponde al nome di SEGA. Grazie ad una campagna di marketing audace, per non dire aggressiva, il Sega Mega Drive è la console del momento, sembra essere migliore del NES in tutto. Persino la mascotte della concorrenza, un certo porcospino blu di nome Sonic, sembrava aver scalzato Mario nelle preferenze dei giovani.

Serviva un cambio di rotta, un’inversione di tendenza: serviva una nuova console. Quella nuova console fu il Super Nintendo. Presentata in pompa magna dalla grande N, lo SNES era una macchina capace di cose all’epoca inimmaginabili. Nintendo era entrata nell’era dei 16 bit, e lo aveva fatto schierando un pezzo da novanta in prima linea: Mario. Super Mario World fu il titolo che accompagnò il lancio dello SNES, e che mostrò di cosa fosse capace quella console. Titoli come Donkey Kong Country, Street Fighter II, e soprattutto Super Mario Kart, spazzarono via tutte le voci di corridoio sulla qualità dell’hardware, riportando Nintendo sul trono.

SNES: il sogno di ogni bambino

La vera definizione di felicità.

A questo punto, non è possibile, per chi vi scrive, non entrare in considerazioni personali. Quando il Super Nintendo sbarcò in Italia, nel 1992, il sottoscritto aveva da poco compiuto 5 anni. Sarà stata la giovane età, sarà stato a causa di quei colori sgargianti, ma fui letteralmente rapito da quella console, sin dal primo momento in cui la vidi. La mia console SEGA sembrava, all’improvviso, essere diventata incredibilmente vecchia. Parlandone con gli amici dell’epoca, mi accorsi di non essere il solo ad aver subito il fascino di quella scatola magica. Inutile sottolineare quanto, negli anni ’90, fosse non sempre semplice acquistare dei videogiochi: non tutti i negozi erano sempre riforniti, e i prezzi erano salatissimi. Proprio per questa ragione, i fortunati possessori dello SNES venivano da noi visti come dei fortunati eletti.

Per tanti bambini degli anni ’90, Natale significava chiedere lo SNES a Babbo Natale.

Nonostante l’insistenza e le pressioni che solo un bambino può esercitare sui suoi genitori, non riuscii a convincerli della bontà dell’investimento. Non ho mai posseduto un Super Nintendo, forse anche questa ragione ha alimentato una sorta di venerazione intrinseca per questa console. Ma, ancora una volta, mi resi conto di non essere il solo a provare tutto questo. Lo SNES fu quasi l’unica console a mantenere intatto il suo fascino anche all’ingresso della quinta generazione di console, rimanendo in commercio addirittura fino al 2003. Tutto questo, quindi, non poteva che essere merito dell’immenso parco titoli, tutti di grande qualità, su cui poteva contare la console. Quei giochi, supportati da un hardware di prim’ordine, furono capaci di far sognare una generazione, che è cresciuta nel loro ricordo.

Dallo SNES al Mini SNES il passo è breve

Tutto il fascino dello SNES nel palmo di una mano.

Come tutti sapete, Nintendo ha fatto una vera e propria “strage di cuori” con la sua “Operazione Nostalgia“. Riportando in vita le sue due prime console in un comodo formato mini, l’azienda giapponese ha totalizzato ben due sold out in tempi record. Le vendite sono andate oltre ogni più rosea aspettative, spingendo la grande N a mettere nuove unità in produzione. Questo doppio tutto esaurito è stato generato sia dall’indubbio fascino retro di NES e SNES, diventate due vere icone della cultura pop, ma anche e soprattutto di tantissimi videogiocatori un po’ più “stagionati”, che non hanno saputo resistere alla tentazione di rivivere le loro avventure preferite senza doversi dannare l’animo con prese vecchie e relativi adattatori.

Come ogni appassionato sicuramente saprà, i prodotti Nintendo difficilmente calano di prezzo. Proprio per questa ragione, reperire una delle due console, con relativi giochi annessi, rappresenta ancora oggi un’impresa improba e terribilmente costosa. Le due mini console rappresentano un giusto compromesso che, ad un prezzo abbordabilissimo, consentono a tutti, grandi e piccini, di fare un tuffo nel passato.

Mini SNES: i “bellissimi” del Super Nintendo

Cosa sarebbe una console senza i suoi giochi?

È assai difficile rispondere a questa domanda senza cadere nella banalità. Dalla vasta, vastissima libreria su cui il Super Nintendo può contare, è stato preso il meglio, includendo tutti i titoli a cui abbiamo accennato in precedenza, più tutti quelli che hanno contribuito a rendere lo SNES una delle migliori console degli anni ’90. I 21 giochi pre-installati nella memoria sono 21 capolavori, senza mezzi termini. Ma quali di questi sono da considerarsi imperdibili? Nonostante il consiglio sia quello di giocarli tutti, possiamo individuare almeno una decina di “classici intramontabili”: Super Mario World, Donkey Kong Country, Super Metroid, Star Fox e Star Fox 2 (che, tra l’altro, sarà giocabile solo su Mini SNES), Super Mario World 2: Yoshi’s Island, Super Punch Out!!!, The Legend Of Zelda: A Link to the Past e Super Mario Kart.

Mini SNES: nostalgia portami via

L’effetto nostalgia la fa da padrone.

Non me ne vogliano i fan di Final Fantasy, di Megaman X, di Street Fighter, ma se non ho approfondito i titoli in questione è solo per passare ad un altro importantissimo argomento, che prende il nome di un sentimento molto noto a noi videogiocatori: la nostalgia. La nostalgia, come diceva qualcuno, è canaglia. La nostalgia può spingerci a comprare l’ennesima remaster per poi lasciarla a prendere polvere su uno scaffale, o ad acquistare una mini console per poi usarla solo una o due volte. Ma la nostalgia, signori miei, non sempre viene per nuocere. Questo sentimento può avere un valore incredibilmente positivo, perché ci aiuta a comprendere meglio il valore del nostro passato, delle nostre radici.

Giocando ogni singolo videogame presente sul Mini SNES, ho riso, mi sono emozionato, mi sono elettrizzato, tutto con un costante senso di nostalgia. Questa mini console fa emergere in pieno quello che i gamer più attempati conoscono con il nome di “Stile Nintendo“. Non parliamo solo di cura nella realizzazione e nei dettagli, ma di un’attenzione nei confronti del giocatore che da sempre contraddistingue i titoli della grande N. Videogiochi giocabili da tutti, grandi e piccini, e capaci di abbattere qualsiasi gap generazionale. Se per caso, sentendo le note dell’intro di Yoshi’s Island, avete avvertito un pizzico di malinconia, comprendete chiaramente ciò a cui faccio riferimento. Perché questo stile è stato un marchio di fabbrica che ci ha abituato a standard altissimi, che ha raggiunto picchi quasi ineguagliabile, e di cui sentiamo un po’ la mancanza.

Mini SNES: prenderlo o no?

Come si fa a rinunciare a tutto questo?

Il Mini SNES è stato, per chi vi scrive, un tuffo nel passato che chiunque dovrebbe provare almeno una volta. Ci troviamo di fronte ad un pietra miliare della storia dei videogiochi, anche se in formato pocket, che ha influenzato e fatto sognare ad occhi aperti milioni di appassionati in tutto il mondo. Ma anche se non siete nati negli sfavillanti anni ’80, se anche non avete sentito parlare di nessuno dei giochi descritti, non avrete un’occasione migliore per poter mettere le mani su tutti questi titoli e giocarli comodamente sul vostro televisore. Stiamo parlando di un prodotto di qualità eccelsa, che è destinato a diventare un cult. Non importa la vostra età, non importa quale sia la vostra console preferita: il Mini SNES rappresenta un acquisto obbligato per conoscere a fondo l’evoluzione del media che amiamo più di ogni altro. Non aspettate l’ineluttabile sold out, potreste rimpiangere amaramente l’occasione perduta.

Se volete dare uno sguardo più ravvicinato al Nintendo Classics Mini: Super Nintendo, non esitate a cliccare sul nostro unboxing.

This post was published on 9 Ottobre 2017 14:39

Claudio Albero

Nasce a Torre del Greco, una piccola metropoli alle falde del Vesuvio, nei favolosi anni ’80, che già però non avevano più niente di favoloso. Provano ad educarlo con Beatles e musica classica sin dalla più tenera età, ma lui, di tutta risposta, si appassiona all’ heavy metal ed ai videogame , spendendo un piccolo patrimonio in sala giochi, quando queste due parole erano ancora slegate dalle slot machine. Dopo aver mosso i primi passi su Sega Master System II con Alex Kidd, il Super Mario con le orecchie a sventola, si innamora dei platform, degli action/adventure e degli RPG, con particolare attenzione alla saga di Final Fantasy. Inguaribile sognatore con le radici saldamente ancorate nel passato, scopre la sua passione per la scrittura quasi per caso, in uno dei tanti pomeriggi passati tra i corridoi della Facoltà di Giurisprudenza di Napoli, dove si laureerà giusto qualche anno dopo, con una tesi in Diritto d’Autore basata sull’opera multimediale. Dopo aver scritto di attualità e musica su Lacooltura.it , Road TV Italia e Federico TV , approda sui lidi di Player.it , in cui comincia sin da subito ad apprendere e fare domande, guadagnandosi rapidamente il titolo di “ redattore rompiscatole del mese ”. Nonostante sia legatissimo alla grande famiglia di Player, non sono rare alcune sue incursioni su portali come Gameplay Café e Spazio Rock . Musica, videogame, concerti, boardgame, modellismo, fumetti, cinema e serie tv: tanti hobby diversi tra loro, ma collegati da un fil rouge che li unisce tutti: il divertimento . È proprio questo che cerca in un videogame, è proprio questo sentimento che muove le sue dita, ed è sempre il divertimento la sensazione che cerca di infondere nei suoi articoli. Al di fuori del mondo del gaming, indossa giacca e cravatta per mimetizzarsi nel mondo degli avvocati, esercitando la professione forense, con lo scopo di conoscere a fondo le “ regole del gioco ”, nonché di minacciare di far causa a chiunque al minimo pretesto.

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