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Dragon Ball Z: Extreme Butoden – Recensione

Articolo a cura di Samuele Zaboi

Il nome di Dragon Ball rievoca nella mente di molti giocatori ricordi legati alla propria infanzia e in particolar modo la serie Z è quella che, forse, più di tutte, ha emozionato i fan di Goku & Co. con i nemici e gli eroi più importanti e carismatici in grado di segnare la storia di questa serie, spopolata anche sul grande schermo o in ambito videoludico. L’ultimo esempio in tal senso è Dragon Ball Z: Extreme Butoden, esclusiva sviluppata per Nintendo 3DS dallo studio Arc System Works.

La saga più grande di sempre tra le proprie mani

Dragon Ball Z: Extreme Butoden è un titolo per certi versi ricco di contrasti che, dopo un’iniziale e apparente delusione, saprà conquistare i giocatori, con un climax crescente e con continue sorprese, e che saprà farsi apprezzare per ciò che è in grado di offrire, nonostante alcune lacune siano ben evidenti e difficilmente perdonabili.

Il gioco sviluppato dai ragazzi di Arc System Works, veri fan del genere picchiaduro, mette a disposizione diverse modalità di gioco che consentono di esplorare in lungo e in largo l’universo di Dragon Ball. La prima modalità di gioco permette infatti di vivere l’intera vicenda della serie Z: qui sarà possibile vedere e vivere, per esempio, le storie di Cell o di Freiza (Freezer) da diversi punti di vista, quello dei Sayan o proprio quello dei cattivi, potendo così controllare tutti, o quasi, i personaggi protagonisti. Se da un lato le possibilità offerte dalla modalità Storia sono originali e diverse, dall’altro però la struttura delle missioni lascia decisamente a desiderare: i giocatori infatti vedranno la maggior parte degli eventi susseguirsi attraverso sequenze testuali e visive, come se queste componenti fossero la parte principale della modalità e non i brevi combattimenti ai quali gli utenti saranno chiamati.

Una volta completata la prima storia verrà sbloccata la modalità Avventura, forse la vera punta di diamante: in questo caso i giocatori dovranno affrontare una serie di livelli spersi per otto ambientazioni aiutando Goku nel recuperare le sette sfere del drago. Per ogni battaglia affrontata sarà possibile ricevere una valutazione (da un minimo di B a un massimo di S) con la quale sarà possibile sbloccare i personaggi d’aiuto (o assistenza Z, come denominati nel gioco). A lungo andare, questa modalità potrebbe rivelarsi tediosa, specialmente qualora si dovesse riuscire a trovare la giusta combinazione di lottatori e mosse con i quali trionfare, ma la ricompensa finale, che non verrà svelata in sede di recensione, pagherà tutti gli sforzi e le ore trascorse nell’affrontare nemici sopra nemici.
Accanto a queste due modalità si trova la modalità Torneo Mondiale Estremo dove, superando una serie di incontri sempre più difficili, si potrà trionfare nel celebre torneo di arti marziali. Resta infine la possibilità di affrontare battaglie contro il computer oppure sfidare altri giocatori, per completare un’offerta, dal punto di vista delle modalità, decisamente completa e che garantisce molte ore di gioco. I difetti di Dragon Ball Z: Extreme Butoden sono però da rintracciare altrove.

Un’onda energetica non così potente

Come già menzionato in precedenza, la struttura della modalità Storia lascia a desiderare, con i principali avvenimenti riportati a parole (comunque in italiano, ndr) e non attraverso una vera battaglia. Ma come sono strutturate le battaglie in Dragon Ball Z: Extreme Butoden? Prima di iniziare ogni sfida, eccezion fatta per la modalità sopracitata, gli utenti dovranno occupare i tre slot a propria disposizione per comporre la squadra con cui lottare. Il roster del gioco, per lo meno inizialmente, non è tutto sommato così ampio con diversi personaggi o, per essere corretti, versioni di personaggi totalmente assenti, basti pensare a Goku Super Sayan di terzo livello o a Gogeta; diverso il discorso per quanto riguarda i personaggi secondari: questi, collocati nella categoria Assistenza Z, potranno essere chiamati in battaglia per un aiuto estemporaneo nei momenti di difficoltà. Ogni personaggi avrà una particolare mossa e abilità e starà al giocatore scegliere quali utilizzare. Allo stesso modo, l’utente potrà decidere se combattere con tre personaggi giocabili o se sacrificare uno o due lottatori in favore di questi “lottatori d’aiuto”.

Il gameplay del gioco è frenetico e vivace (sarà difficile trovare il tempo per poter caricare in tutta tranquillità la propria aura) e diventa spettacolare ogni qual volta vengono attivate le mosse speciali e imparabili. La gestione dei comandi è buona anche se il tasto per parare (i tasti direzionali) sono un po’ scomodi da utilizzare, proprio perché collocati sotto la levetta analogica utile per i movimenti.
Il livello di difficoltà complessivo, anche se molto dipenderà dal settaggio impostato, non è elevato ed è tendente verso il basso, soprattutto se si utilizza determinati personaggi: i lottatori dotati di un attacco a distanza, per esempio, renderanno molto più agevole la strada verso la vittoria, potendo terminare diversi incontri senza correre il rischio di subire il minimo colpo.
Una caratteristica di Dragon Ball Z: Extreme Butoden, come già accennato, è quella che permette di scegliere fino a un massimo di tre personaggi per ogni incontro: questo permette di effettuare uno switch nei momenti di difficoltà facendo subentrare un compagno più fresco. Il fatto che per andare incontro alla sconfitta dovranno essere battuti tutti i membri del proprio team, abbassa però ulteriormente il livello generale di difficoltà, soprattutto se ci si trova a dover affrontare un solo personaggio, per una sfida, almeno a livello numero, impari, di 3 vs 1. Un’ultima menzione va invece al roster, con troppi pochi personaggi effettivamente giocabili, soprattutto se si considera le possibilità offere da un mondo come quello di Dragon Ball. Avere a disposizione meno personaggi assistenza e più lottatori principali (che nel complesso saranno solo venti) non solo avrebbe sicuramente reso felici tutti i fan ma avrebbe giovato anche all’intera struttura del gioco, con più personaggi e stili di combattimento tra cui spaziare per i propri duelli.

Commenti finali

Dragon Ball Z: Extreme Butoden si rivela nel complesso un titolo sufficiente con alcuni punti di forza e lacune. Da un lato sarebbe stato apprezzabile un maggior numero di personaggi principali giocabili mentre l’ampio ventaglio di modalità di gioco a disposizione degli utenti è sicuramente una prova del discreto lavoro svolto da Arc System Works. Dopo un iniziale scetticismo, il gioco, qualora foste fan Dragon Ball, saprà catturarvi, portandovi ad affrontare “ancora un’altra partita” grazie a un gameplay frenetico e ricco di azione, supportato da un motore grafico che permette di rivivere le vicende di Goku & Co. sullo schermo della propria console portatile Nintendo.

This post was published on 14 Ottobre 2015 12:01

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