Articolo a cura di Claudio Consoli
Il mondo dei fumetti e quello dei videogiochi si muovono su orbite tutt’altro che parallele. Si tratta infatti di realtà sempre più vicine tra loro, con incursioni importanti dei videogames nelle fiere fumettistiche, e l’ormai consolidata presenza di personaggi provenienti dal cartaceo o dal cinema/TV nel mondo videoludico. Solitamente protagonisti nei propri universi d’appartenenza, cosa succederebbe se i più carismatici personaggi della cultura manga e anime giapponesi venissero catapultati nella stessa arena di combattimento? Probabilmente succederebbe quanto abbiamo avuto modo di scoprire in J-Star Victory VS+.
Le stelle giapponesi arrivano in Europa
La pubblicazione di J-Star Victory Vs+ in Europa rappresenta, a nostro avviso, un soddisfacente punto d’arrivo. Successore spirituale della serie Jump Ultimate Star per Nintendo DS, il titolo Namco Bandai approda in territorio nostrano in occasione del 45° anniversario della rivista Jump Shōnen Jump, settimanale giapponese nel quale vengono pubblicati capitoli di alcuni tra i più celebri manga. Ad oltre un anno di distanza dall’originale rilascio in Giappone nel marzo 2014 per PS3 e PlayStation Vita, ci piace pensare che la commercializzazione nei nostri territori sia anche un “premio” al crescente interessamento europeo verso le opere d’intrattenimento orientali, testimoniato dalla crescita di fiere del fumetto, dei cosplay a tema e, nel caso specifico, all’acquisto previa importazione e la relativa lotta con idiomi sconosciuti, pur di poter vestire virtualmente i panni della quarantina di variopinti ed estrosi personaggi presenti.
Scazzottate tra veri BIG
Se non avete ancora idea di che cosa vi trovereste tra le mani giocando a questo j-Star, immaginate il gameplay degli ultimi videogiochi Bandai Namco dedicati a Dragon Ball, togliete i personaggi secondari sostituendoli con un vero dream team di volti provenienti dai manga, e semplificatene il gameplay in modo da renderlo più accessibile anche a giocatori non provetti. Certo, ridurre tutto ad una formula, senza commettere inesattezze, è difficile, ma sia sul piano del gameplay vero e proprio, che dei relativi pregi e difetti, J-Star rientra perfettamente in questa particolare tipologia di picchiaduro. Come ormai da tradizione per il genere, si gioca con telecamera posta alle spalle del personaggio utilizzato, meccanica che continua a lasciarci con qualche dubbio seppure ne apprezziamo la spettacolarità estetica, in scontri nei quali arrivano ad affrontarsi sino a 4 contendenti contemporaneamente, divisi in due squadre non obbligatoriamente bilanciate, e con l’aggiunta di un ulteriore personaggio di supporto per ciascun team. Gamepad alla mano, ci spostiamo nelle arene virtuali come in un qualsiasi gioco d’avventura, agganciamo il bersaglio con un tocco sui dorsali, e lo attacchiamo con colpi veloci ma deboli, lenti ma potenti, oppure tecniche speciali che consumano l’apposita barra ricaricabile. Non mancano specifiche tecniche finali, chiamate Furia V, da attivare una volta caricato l’apposito indicatore. Si tratta di tecniche i cui effetti estetici e funzionali, variano in base ad uno dei tre “sentimenti” per i quali decidete di far combattere il vostro eroe prima di ogni sfida, tra Amicizia, Ambizione e Audacia. In qualsiasi caso le animazioni, l’effettistica video ed audio sono perfettamente riproposte rispetto a come siamo abituati a vederle altri videogiochi, o negli anime di provenienza di ciascun personaggio. Potete quindi usare il Rasengan di Naruto o, per la gioia di chi vi scrive, demolire l’avversario con l’Hokuto Hyakuretsu Ken nel caso dell’intramontabile Kenshiro. Completano lo scenario delle possibilità i personaggi di supporto, selezionabili sia tra gli eroi giocabili che da una apposita categoria di NPC, i quali intervengono su richiesta del giocatore per interrompere combo avversarie o aiutare in manovre offensive.
Ciascun eroe viene utilizzato perlopiù nello stesso modo ma, grazie a specifiche peculiarità, l’esperienza per ciascuno di essi viene sufficientemente personalizzata. Caricare la propria barra d’energia con Pegasus o Goku, per esempio, funziona esattamente nello stesso modo, ma se portarla al culmine col primo significa ottenere il “settimo senso”, con il secondo si attiva invece la trasformazione in tempo reale in Super Saiyan. Si tratta non solo di finezze, ma di introduzioni essenziali per dare il feeling migliore per ogni personalità. Come dicevamo, però, le meccaniche alla base della quarantina di personaggi sono le stesse, e finiscono per diventare molto presto fin troppo ripetitive. Sebbene qualche personaggio possa volare mentre altri no, qualcuno sia arricchito da fumetti che rompono la cosiddetta quarta barriera, o di mosse che lo spingano ad essere più adatto dalla distanza o corpo a corpo, fondamentalmente una volta appresi i comandi e possibile affrontare le sfide ad un buon livello, anche senza aver mai utilizzato un personaggio prima. Ecco quindi che, dipanata la confusione iniziale, ci si accorge di quanto in realtà basti guardarsi attorno per evitare attacchi alle spalle, stare in parata quando arrivano colpi e, consci della lentezza delle varie combo ed animazioni, contrattaccare con l’adeguato tempismo. Atterrato il nemico, diventa fondamentale attendere qualche secondo affinché svanisca l’effetto di invulnerabilità, inserito per evitare il massacro di avversari esanimi senza dar loro la possibilità di rialzarsi, per poi ricominciare ad attaccare o, se più guardinghi, attendere la serie avversaria in parata e ricominciare il ciclo. Un sistema fin troppo semplicistico, ma che può dare comunque soddisfazione a livelli di difficoltà più alti, o contro avversari umani.
Il primo team ad ottenere 3 K.O. dei membri della squadra avversaria vince: spesso è il giocatore a portarne a casa la maggior parte, meno frequentemente è il compagno di team guidato dalla CPU a fare punto, cosa che si verifica maggiormente se, invece, lo si aiuta tramite basilari indicazioni tattiche come “Aggressivo” o “Vicino” attivabili via D-Pad. Più raramente, i punti vanno gli avversari sconfiggendo l’alleato del Player 1. L’intelligenza artificiale, infatti, non brilla particolarmente. Difficilmente vedrete il sistema ingaggiare avversari adottando tattiche particolari, prendendo di mira il nostro compagno per obbligarci a ripiegare, o addirittura puntare un nemico con bassa energia per poter guadagnare rapidamente un punto, preferendo perlopiù continuare a combattere con lo stesso avversario, una volta iniziato lo scontro 1 contro 1. Per la maggior parte delle sfide è sufficiente concentrarsi sul diretto sfidante, facendo solo attenzione alla posizione dell’altro membro della squadra, per evitare di subire colpi a sorpresa. Diversamente, dopo qualche partita il giocatore viene naturalmente portato ad approfittare di queste occasioni, il che crea un divario sensibile. Nulla che rovini l’atmosfera generale del gioco, che per sua natura va affrontato con uno spirito rilassato, ma sarebbe bastata un po’ più di cura per mantenere alta anche l’attenzione dei giocatori alla ricerca di sfide più tecniche e profonde, senza rovinare l’esperienza del casual player.
In giro per il mondo
Proprio a testimonianza della volontà di essere un prodotto d’intrattenimento a più ampio spettro rispetto al combattimento puro e duro, J-Star propone una divertente modalità nella quale seguire le storie di 4 personaggi e relativi compagni di viaggio. La prima, che nella prima parte funge anche da tutorial sul funzionamento del gioco, vede protagonista Monkey D. Rufy della serie di anime e manga One Piece. Ottenuto un galeone, si solcano i mari della mappa di gioco come avverrebbe nei più classici J-RPG, ottenendo, battaglia dopo battaglia, gli upgrade necessari per poter visitare aree sempre più impervie. Un’idea simpatica, che da modo di vivere divertenti momenti narrati da fumetti ed immagini statiche. Ancora, il titolo propone una modalità “Verso la Vittoria”, nella quale affrontare una serie di sfide con salvataggio dei progressi in corso d’opera, e una variante “Arcade”, che rappresenta la classica sfida da iniziare e portare a termine in un sol fiato, resa ancora più interessante da sfide a tema e variabili nella difficoltà. Fortunatamente non è stata omessa la possibilità di fare sfide singole con protagonisti selezionabili liberamente, o meglio dopo averli sbloccati nell’apposito negozio, con la valuta di gioco guadagnata giocando. Prezzi relativamente contenuti consentono di sbloccare numerosi personaggi già dopo pochi scontri, così come upgrade da usare nelle modalità narrative, o personaggi di supporto. Proprio la facilità nell’acquisire gli elementi sbloccabili, ci ha motivato a continuare nella nostra avventura anche al fronte di alcuni momenti non particolarmente divertenti per quanto riguarda le modalità narrative, che non offrono trame particolarmente interessanti, e a seguito di numerose battaglie che, agli occhi di giocatori più esperti, rischiano di sembrare presto un po’ tutte uguali e monotone. Il consiglio, in ogni caso, è di mantenere alto il ritmo affrontando sfide tra giocatori, meglio ancora se online: un mondo nel quale si scopre che, anche con titoli apparentemente più adatti a giocatori casual che PRO, c’è sempre qualche fenomeno in grado di fare qualcosa di apparentemente impensabile e di alzare l’asticella della sfida.
Personaggi ben disegnati, e come poteva essere il contrario?
Sul versante tecnico, il passaggio da PS3 a PS4 è piuttosto evidente. Sebbene fluidità sia apprezzabile, e non mostri il fianco ad alcun calo di frame rate evidente, la qualità generale soprattutto delle textures e dei modelli 3D degli ambienti, ricorda fin troppo la passata generazione, e in alcuni casi, persino quella prima ancora. Considerato il porting, apprezziamo sinceramente la realizzazione dei personaggi, che pur rifacendosi perfettamente agli originali delle relative serie, sono stati apparentemente riveduti e corretti, soprattutto nella colorazione, per dare uno stile visivo generale omogeneo. Paradossalmente, abbiamo apprezzato la realizzazione di alcuni personaggi più di quanto non l’avessimo fatto in videogiochi specifici, probabilmente solo per via di gusti soggettivi. Come anticipato, animazioni, mosse e doppiaggio dei vari personaggi non deludono le aspettative, e nel complesso poco importa se osservandoli da vicino, notiamo che il dettaglio non sia totalmente esente da possibili critiche. Buona anche la scelte delle arene, tratte da ambientazioni iconiche delle serie trattate, anche se la dimensione totale delle stesse è inaspettatamente ridotta, e risulta quindi più che probabile finire per scontrarsi a ridosso di barriere invisibili ai bordi delle stesse. Gradito l’inserimento di elementi distruttibili, in realtà con danni precalcolati, che crollano al solo contatto in maniera estremamente approssimativa, ma comunque apprezzabile. Nulla di tecnicamente esaltante, ma che riempie lo schermo, e asseconda il gran caos di poteri, supercolpi, colori ed esplosioni. Sul versante net code, le sfide affrontate non ci hanno delusi, ma è da vedere nel tempo se la stabilità e la presenza o meno di sfidanti, verranno confermate. Sicuramente un aspetto importante, soprattutto considerando che, come abbiamo evidenziato, il gioco Vs CPU potrebbe finire per non offrire particolare sfida, dopo aver acquisito un po’ d’esperienza.
Conclusioni
Dopo oltre un anno dall’originale lancio su PS3 e PlayStation Vita in giappone, J-Star Victory VS+ arriva con nostra grande soddisfazione anche in territorio europeo, riveduto e corretto per la nuova generazione di console Sony, consentendoci di vestire i panni di tantissimi personaggi tra i più amati nel mondo di manga e anime del Sol Levante. Una piccola vittoria per i fan europei, che possono finalmente gustare un titolo divertente e leggero, senza ricorrere ad importazioni e traduttore giapponese-italiano. Certo, non si tratta di un gioco capace di lasciare a bocca aperta i giocatori più tecnici ed esperti, ma l’accessibilità del gameplay, sebbene non privo di difetti, e il carisma dell’enorme selezione di personaggi utilizzabili, regalerà sicuramente numerose sfide divertenti, soprattutto se in multigiocatore.