Articolo a cura di Samuele Zaboi
Recensione dell’episodio 2: Out of Time
Dopo il primo episodio, Chrysalis, Dontnod Entertainment ci riporta in quel di Arcadia Bay con la pubblicazione del secondo capitolo di Life is Strange, Out of Time. Dopo un’attesa più lunga di quanto inizialmente previsto, proseguono le avventure della giovane Max e della sua amica Chloe, con i premi effetti e le prime conseguenze che iniziano, inesorabilmente, a palesarsi davanti agli occhi.
La dura vita vera
Come fatto con il primo episodio, anche in questa circostanza cercheremo di ridurre al minimo la presenza di spolier o di contenuti che vi possano in qualche modo rovinare l’esperienza di gioco. In Out of Time Max prenderà maggiormente consapevolezza dei propri poteri e, come logica di questo fatto, ne saggerà anche le prime conseguenze. Già, conseguenze. Nel secondo capitolo di Life is Strange queste inizieranno a spuntare qua e là come funghi in modo decisamente più marcato rispetto al passato: alcune scelte adottate in Chrysalis, nel bene o nel male, inizieranno a dare i propri frutti mentre altre continueranno a bramare nell’ombra in attesa di sbocciare.
Out of Time non solo porterà Max a dover fare i conti con le proprie abilità (la capacità di riavvolgere il tempo, ndr) ma calerà la giovane ragazza nelle situazioni che tutti gli adolescenti, in particolar modo quelli americani, si trovano a dover affrontare, prima o poi. Districandosi tra le problematiche più o meno tipiche di quell’età, spiccherà il personaggio di Kate, con cui Max, o meglio il giocatore, dovrà decidere come rapportarsi e naturalmente, pagarne le conseguenze. Al di là dei contenuti, con una trama che potrà cambiare a seconda delle scelte effettuate non solo in questo capitolo, ma anche in quello precedente, Out of Time conferma la bontà del lavoro svolto da Dontnod Entertainment anche se, come accaduto con Chrysalis, sono presenti dei ma: ecco quali.
Da un grande potere…
Out of Time soffre di diversi cali di frame rate, i quali si rivelano maggiormente accentuati rispetto al passato, soprattutto nelle fasi di caricamento che portano a un nuovo scenario o durante le cut-scene. Inoltre, per quanto possano sembrare vaste queste nuove ambientazioni, alcune vie saranno interdette e i giocatori si troveranno così a dover agire in uno spazio decisamente ridotto rispetto a quello che il loro occhio è in grado di raggiungere. Purtroppo non è stata fatta la localizzazione dei dialoghi e anche in questo caso i meno navigati con l’inglese dovranno fare affidamento ai sottotitoli che per giunta non saranno sempre sincronizzati alla perfezione con il dialogo.
Se con il primo episodio, data la sorpresa avuta dalla novità Life is Strange, questi difetti potevano passare in secondo piano, ora che il prodotto è già conosciuto ed è già stato giustamente apprezzato, queste mancanze risultano ancor più marcate dal momento che vanno ad inficiare alcuni momenti dell’esperienza di gioco. La colonna sonora è parsa sempre di ottimo livello, anche se meno presente rispetto a Chrysalis, e di questo se ne è sentita la mancanza, con musiche talvolta assenti quando avrebbero potuto, forse, coinvolgere ancor di più l’utente. Out of Time conferma comunque che Life is Strange è un titolo che merita di essere giocato e farà accrescere la voglia di conoscere l’epilogo della storia di Max. L’impressione però è che questa volta il lavoro sia stato meno curato, forse dovuto a esigenze di pubblicazione che hanno portato Dontnod a lavorare con più fretta.
Commenti finali
Out of Time conferma a grandi linee i pregi e i difetti già riscontrati nel primo episodio di Life is Strange. In questo caso è svanito però quell’effetto di sorpresa e meraviglia che aveva colpito i giocatori con Chrysalis, facendo risultare ancor più evidenti le lacune già note. Allo stesso tempo Out of Time prosegue però in modo magistrale la storia racconta da Dontnod Entertainment, aggiungendo nuovi pezzi del puzzle e portando alla luce le prime inevitabili conseguenze dovute alle scelte dei giocatori.