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Recensioni

Recensione di “Fra Tenebra e Abisso: il Marchio”

I trentenni tra noi ricorderanno sicuramente le storie a bivi pubblicate su Topolino in tempi non sospetti; ebbene, Fra Tenebra e Abisso: il Marchio può essere definito come il frutto della felice unione tra una storia a bivi e Dungeons & Dragons.

Per essere più prosaici, si tratta di un librogame in chiave gioco di ruolo old style, giocabile su Android, e per giunta completamente free to play, che parte da una premessa condivisibile e ben più che appetibile: il protagonista sei tu.

Il primo capitolo è scaricabile gratuitamente da Google Play: basta cliccare qui.

Prima di tutto: cos’è un librogame?

Un racconto, o un libro, la cui storia presenta varie possibilità di scelta, che portano a differenti capitoli numerati e quindi a un percorso differente per arrivare allo stesso finale o a finali completamente diversi. Un’avventura personalizzata, quindi, in cui il lettore-giocatore può scegliere i passi del protagonista-personaggio, che lo porteranno di volta in volta a pagine diverse: ogni volta che si leggerà il libro, insomma, si potrà avere un’esperienza diversa.

Ora prendete tutto questo, e racchiudetelo nel vostro smartphone.


Fra Tenebra e Abisso: il Marchio, infatti, si ispira a librigioco classici come Lupo Solitario e Alla Corte di Re Artù, ma è leggermente più vasto dei suoi predecessori: circa 400 paragrafi, contro i circa 300 degli antenati da cui trae ispirazione.

Arrivati alla fine rimarrete comunque con la voglia di continuare a giocare, e questo depone a favore della bontà e della godibilità di Fra Tenebra e Abisso: il Marchio.

Il ritorno del librogame italiano

L’origine completamente made in Italy di Fra Tenebra e Abisso: il Marchio ce lo fa gradire ancor di più: dietro lo sviluppatore torinese TEAsoft, infatti, si celano Dario Leccacorvi, Alessandro Alaia, A.M. Antigone Barbera e Diego Barbera.

Perché Fra Tenebra e Abisso: il Marchio ci è piaciuto?

Ora che sappiamo tutti di cosa stiamo parlando, passiamo agli aspetti per cui questo gioco ci ha entusiasmati al punto che l’abbiamo rigiocato più volte.

Una spiccata immersività

L’ambientazione e la trama permettono di immergersi completamente nell’esperienza di gioco di ruolo, vestendo i panni di un Avventuriero, di un Combattente, di un Sapiente, di un Viaggiatore o di un personaggio completamente personalizzato.


Una scrittura accurata e pulita

In campo mobile, molti dei giochi purtroppo presentano refusi o traduzioni poco accurate. Fra Tenebra e Abisso: il Marchio, invece, fluisce piacevolmente e anche a un occhio critico non risaltano refusi o altri errori, che invece in altri giochini per smartphone brillano luminosi e brucianti come supernovae nel cielo notturno.

A proposito di traduzioni: il gioco è già stato tradotto in francese, e questo è un aspetto da non sottovalutare. Ci possiamo aspettare, in futuro, traduzioni anche in altre lingue.

Andando più sul tecnico, con determinate scelte di percorso l’intreccio può non seguire la fabula, dando vita a una narrazione non-lineare molto ben congegnata.

Va ricordato che le storie interattive stanno approdando anche al cinema, quindi il passaggio dal libro allo smartphone Android non è poi un salto così improbabile.

Ampia libertà di scelta

Le ramificazioni della storia sono presenti ma non sono esagerate: ciò trasmette al giocatore soltanto la libertà di scelta, senza la sensazione di smarrimento che a volte si prova davanti ai sandbox o, in ambito videoludico più tradizionale, agli open-world.


In soldoni, si è liberi di scegliere il proprio percorso, ma non ci si perde.

Leggibilità e illustrazioni

Un’efficace selezione di font e ampie possibilità di personalizzazione del testo rendono questo gioco piacevolmente fruibile su qualunque schermo, anche per gli ipovedenti. L’abbiamo testato anche su un monitor da 25 pollici, tramite BlueStacks, e non abbiamo riscontrato problemi nella lettura e nelle modalità di gioco.


Le illustrazioni, inoltre, sono pregevoli e hanno uno stile molto, molto, molto adatto alla storia narrata da Fra Tenebra e Abisso: il Marchio. È parecchio azzeccata la scelta dei colori: la scala di grigi e il rosso ricorrono fin dalla prima illustrazione in copertina.

Le scelte contano!

Oltre a dover compiere delle macro-scelte che riguardano la storia e le sotto-trame, avremo anche la possibilità di vendere, gettare via o conservare determinati oggetti che  in apparenza sembrerebbero di scarsa utilità. Anche le scelte in tal senso avranno un certo impatto sulla storia, donandoci dei bonus (o magari dei malus) in determinate situazioni, che potremo incontrare o meno.

E poi c’è Ciakko, ragazzi. Non si scherza con Ciakko. Vedrete.

Il sistema di combattimento

Dopo aver letto l’esauriente regolamento, il sistema di combattimento fila liscio e in maniera intuitiva, anche se è quasi completamente manuale: bisogna gestire i round di combattimento, le statistiche e gli attacchi sia per il nostro personaggio sia per l’avversario. Bastano pochi tap, comunque, ed è tutto meno complesso di quanto sembri a una prima occhiata.


Cosa ci ha colpiti un po’ meno?

La pecca principale è rappresentata, sicuramente, dall’assenza di una colonna sonora. Abbiamo rimediato con l’OST di The Witcher 3 in cuffia, ma non è la stessa cosa.

Quello che ad alcuni potrebbe sembrare un difetto, in realtà rappresenta una precisa scelta da parte degli autori: se da una parte molte delle scelte, alcune meccaniche di gioco e gran parte delle acquisizioni di oggetti sono automatizzate, dall’altra il giocatore ha la possibilità di intervenire manualmente sulla scheda, proprio come se l’avesse davanti, e quindi può anche sbagliare qualcosa -come può essere capitato nella nostra avventura-, o può addirittura imbrogliare. Naturalmente qui entrano in gioco la correttezza del giocatore e la sua propensione (o avversione) per il meta-gaming.


Un ultimo aspetto: avendo provato questo titolo su BlueStacks, abbiamo avuto qualche problema con la sincronizzazione dei salvataggi in cloud, che potrebbero non essere imputabili al gioco dato che, invece, su Android funzionano meravigliosamente bene.

Conclusioni su Fra Tenebra e Abisso: il Marchio

Ricapitolando, si tratta di un’eccellente emulazione di un librogame a tema medieval-fantasy, con elementi un tantino più dark. Ottima la scrittura, molto buono il sistema di gioco, eccellenti l’immersione e la possibilità di scegliere il proprio cammino.

In sintesi Fra Tenebra e Abisso: il Marchio ti fa sentire un eroe, un portatore di Luce, quando compi azioni buone e coraggiose… oppure un farabutto ammantato di Tenebra quando sfrutti gli altri a tuo esclusivo vantaggio. Per ora l’Abisso, e cioè il terzo elemento fondante dell’ambientazione, lasciamolo lì dov’è.

Ci sarà un seguito?

Una buona notizia: sì, Fra Tenebra e Abisso: il Marchio avrà un seguito.
Si intitolerà Fra Tenebra e Abisso: la Megera, e conterrà all’incirca ben settecentocinquanta paragrafi: quasi il doppio rispetto al primo capitolo.

La data d’uscita annunciata per La Megera è il 29 Luglio: ci siamo quasi.
Sono previste diverse possibilità di download, che spaziano da quella totalmente gratuita adottata per Il Marchio, a quella con pubblicità, fino a quella a pagamento.

E non vediamo l’ora di giocarlo. Voi no?

This post was published on 26 Giugno 2018 11:34

Pierluigi Michetti

Pierluigi è un abruzzese di 33 anni, cittadino d'Europa e appassionato non soltanto di tutto ciò che sia vagamente fantasy, ma anche di mitologia, rievocazione storica e rasatura tradizionale. Cresciuto a pane, olio d'oliva, videogame di ruolo, letteratura fantasy, lezioni di pianoforte ed heavy metal, studia Scienze Politiche, prima, Pubblicità e Marketing, poi, e a metà della storia si ritrova a fare il copywriter e il redattore. Dopo aver adorato D&D 3.5, Sine Requie, Il Richiamo di Cthulhu e altri titoli meno celebri, si ritrova quasi per caso a sfogliare il PHB e la DMG di D&D 5E, e lì viene risucchiato in un vortice dimensionale senza via di scampo. Dopo aver giocato il Guerriero / Chierico per una dozzina d'anni, attualmente si diverte con un Barbaro in una campagna, fa il DM in una seconda, e gioca (male) un Warlock Legale-Malvagio in una terza, sempre con lo stesso gruppo. In tenera età, armato di un Amiga Commodore 64 e un SEGA Master System II Plus, inizia a esplorare il multiverso videoludico; la vera passione, però, sboccia soltanto con l'arrivo di un Pentium 1 133 MHz. I titoli amati, in ordine sparso: da Age of Empires a Earthsiege 2, da Earth 2140 a Carmageddon, e poi SimCity, SimCopter, i simulatori di volo, Populous, Black & White, Monkey Island, Wolfenstein, BloodRayne, Planescape: Torment, i Baldur's Gate (inclusi i Dark Alliance), Dark Forces, senza dimenticare Ultima Online, World of Warcraft, i due Knights of the Old Republic (giocati più volte di quel che il pudore mi consente di ammettere), Star Wars the Old Republic, i vari Max Payne, i Vampire the Masquerade: Redemption e Bloodlines, Kingdom Come: Deliverance e naturalmente la saga di The Witcher, quella di Dragon Age, i vari The Elder Scrolls (incluso l'Online) e soprattutto quella di Mass Effect, di cui è perdutamente innamorato. Dopo una primissima adolescenza trascorsa in compagnia dei romanzi di Tom Clancy e Bukowski, spicca il volo con gli autori canonici, tra cui Tolkien, G. R. R. Martin, J. K. Rowling, Weis - Hickman, Terry Pratchett, Stephen King, Gemmell, Howard e -in parte- Terry Brooks; attualmente adora la prosa di H. P. Lovecraft ma non tanto la sua poesia, divora Luk'janenko, Sapkowski, Karpyshyn, Zahn e tutto l'Universo Espanso di Star Wars.

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