recensione di Simone Alvaro “Guybrush89” Segatori
VERSIONE TESTATA – PS4 Disco Fisico
Final Fantasy Type-0 è stato sicuramente il titolo più travagliato della saga di FF: annunciato nel 2008 per il mobile gaming e poi lanciato nel 2011 come esclusiva PSP, Type-0 non è mai uscito dal territorio giapponese nonostante gli ottimi voti ricevuti; una grossa delusione per i fan di tutto il mondo che sono stati costretti ad abbandonare l’idea di giocarci per via dell’ostica localizzazione nipponica.
L’arrivo di questo remake in HD è stato quindi accolto con grande entusiasmo dal numeroso pubblico della saga che tra qualche giorno potrà mettere le mani sulla versione PS4 e Xbox One del gioco con una grafica aggiornata e animata dalla potenza delle macchine odierne. L’annuncio del gioco ha però suscitato anche molte polemiche e discussioni, tra le tante voci di corridoio, ci si chiedeva soprattutto come un titolo così datato potesse rappresentare la saga GDR per eccellenza nel panorama next-gen. Type-0 non è certo un FF tipico, né il titolo definitivo pronto a ridisegnare i limiti di un genere videoludico ma nonostante questo, è un gioco che saprà stupirvi grazie a delle meccaniche innovative splendidamente collocate all’interno degli elementi tradizionali della serie.
L’equilibrio dell’universo di Orience si regge su 4 pilastri che rappresentano gli elementi del mondo.
I grandi imperi che proteggono i pilastri sono uniti da un trattato di pace che tutela i 4 regni dal sorgere di sanguinose ed inutili guerre. Purtroppo, l’impero di Milites, decide di violare il trattato ed invadere l’impero adiacente provocando proprio la tanto temuta guerra e la distruzione del pilastro verde che spazza via la regione sottostante dal continente. Nonostante il male provocato, il regno di Milites continua la sua oscura marcia intento a domare il potere degli altri pilastri per soggiogare l’intero universo di Orience. Ad imporsi all’avanzata di Milites troviamo un’unità d’élite chiamata Classe 0 e composta da numerosi individui in grado di padroneggiare le arti magiche. Nelle “Tre ore che cambiarono il mondo”, il prologo dell’avventura, verranno presentati alcuni membri della Classe 0 in una missione/tutorial che fornirà al giocatore le basi per comprendere i meccanismi tecnici del gioco. Terminata la missione si farà ritorno all’Accademia magica di Rubrum in cui è possibile fare di tutto, dalla gestione dei personaggi al loro equipaggiamento, dalla conversazione con npc casuali a vere e proprie sub-quest, l’Accademia infatti è l’hub principale del gioco, il centro da cui partono e si sviluppano tutte le missioni e il luogo dove il giocatore passerà più tempo, soprattutto all’inizio dell’avventura. L’Accademia è strutturata su più piani e può essere visitata a piedi e tramite l’ausilio del portale di teletrasporto situato nella hall, che permette al giocatore di raggiungere tutti i punti di interesse dell’edificio. Si va da semplici luoghi di ristoro, come la Terrazza, il Salone o la Sala Relax, a luoghi con funzioni più articolate che verranno approfondite nel corso della storia come la Biblioteca, il Ranch dei Chocobo e il misterioso Istituto Esoterico. Tra le molteplici location dell’Accademia troveremo anche la Classe 0, luogo in cui verranno presentati i numerosi protagonisti del titolo che portano i nomi delle carte da gioco francesi partendo dall’asso, Ace, fino al re, King. Tredici membri della classe a cui si aggiungono 2 nuovi cadetti, Makina e Rem, per un totale di ben 15 personaggi giocabili ognuno con diverse abilità, armi e caratteristiche che starà al giocatore scegliere come miscelare. La rosa dei protagonisti si arricchisce, già nelle prime ore di gioco, di altrettanti personaggi di supporto e comprimari che ritroveremo più volte nel corso dell’avventura per non parlare poi dei numerosi ufficiali che caratterizzano le file dell’esercito nemico. Type-0 muove sapientemente molti personaggi in uno scenario di guerra e morte che donano a questo Final Fantasy un livello narrativo più adulto che sa distinguersi da quanto visto fino ad ora nella saga.
La potenza della nuova generazione è impressionante, non c’è dubbio, ma può davvero rianimare la grafica di un titolo pensato e sviluppato, diversi anni fa, su uno schermo poco più grande di quello che ha oggi un comune smartphone? La risposta è Ni! Il comparto tecnico di Type-0 è il perfetto esempio di un titolo che raggiunge i limiti del remake dove il bilanciamento tra elementi rimasterizzati e porting è palesemente chiaro e salterà all’occhio, anche al meno abituato, in pochissimi minuti di gioco. I modelli poligonali dei personaggi sono un esempio lampante di quello che ha potuto adoperare l’hardware di nuova generazione, i protagonisti dell’avventura ottengono forme più morbide, luminose e colorate sono davvero rimasterizzati anzi, totalmente trasformati dalle tecniche odierne ma lo scenario su cui si muovono è datato e purtroppo il cospicuo aumento di risoluzione non ha portato alcun miglioramento importante: gli ambienti infatti sono spogli e poveri di particolari, quello che su un piccolo schermo risultava una rigogliosa foresta sugli enormi televisori del gaming casalingo risulta poco più di un piccolo cespuglio, restituendo al giocatore l’idea di girovagare in un mondo vuoto e opaco in cui i protagonisti sembrano essere stati inseriti da un altro gioco.
Le location, specie quelle cittadine, sono davvero simili tra loro, ed entrare in una città piuttosto che in un’altra, spesso, non fa molta differenza. L’unica “diversità” riscontrata si nota nella composizione dell’ambiente dove è possibile vedere i pochi elementi presenti, come porte, finestre o vasi, inseriti in ordine differente rispetto ad un altro apparato cittadino. Anche per quel che riguarda le animazioni troviamo lo stesso problema, alcuni movimenti sembrano infatti aver gioito delle innovazioni contemporanee mentre altri restano semplici porting di quelli visti su PSP, come le animazioni dei Chocobo, i simpatici pennuti del titolo che presentano movenze legnose, quasi a scatti, specie durante le cavalcate nelle lande di Orience. La narrazione dei numerosi eventi delle trama è affidata ai classici filmati che da anni caratterizzano la saga, purtroppo anche qui lo stacco grafico è evidente soprattutto nel passaggio tra le fasi di gioco ai filmati in computer grafica dove il calo di risoluzione è palpabile, sembra quasi che un velo grigio ricopra ogni fotogramma oscurando, non solo la tecnica, ma anche l’impatto emotivo delle immagini mostrate. Chiude la panoramica il remake digitale del bellissimo comparto sonoro composto da Takeharu Ishimoto, oramai uno dei compositori storici della saga avendo realizzato gli OST di tutti i FF portatili da Crisic Core ad oggi.
Il gameplay di Type-0 non si discosta da quello visto in passato su PSP, un gameplay interamente strutturato per una console portatile, votato alla partita occasionale e a sessioni di gioco veloci. La trama principale si snoda infatti attraverso una serie di missioni in cui il giocatore dovrà organizzare una squadra, scegliendo tra i numerosi protagonisti del titolo e cercando di miscelare al meglio le loro abilità, per affrontare la città, il dungeon o la location controllata dai nemici. Nelle varie zone dello scenario si dovranno sconfiggere i nemici presenti in modo da passare all’area successiva fino all’inevitabile scontro con il boss di zona. Le tecniche di combattimento sono riprese a piene mani dal già citato Crisis Core dove è possibile interagire in tempo reale con i propri personaggi scegliendo le azioni da effettuare tramite il pratico menù contestuale che mostra le azioni disponibili a seconda degli MP rimasti al personaggio. Con lo stick analogico potremo invece muovere il nostro eroe all’interno dell’area di battaglia e schivare gli attacchi nemici; la schivata è infatti il cuore delle meccaniche di Type-0, molto più importante della difesa o dell’attacco, diventando maestri di questa tecnica e osservando i nemici, per capire quando schivare, è possibile aumentare la propria abilità fino a diventare quasi intoccabili. Gli attacchi disponibili si distinguono sostanzialmente in 3 categorie ovvero gli attacchi di base, le abilità e le magie. Il giocatore potrà caricare i colpi di alcuni personaggi, semplicemente tenendo premuti i tasti con cui li eseguono, fino a scagliare contro i nemici un attacco 3 volte più potente. Durante gli scontri è possibile mirare gli avversari per visionare un indicatore che mostra come effettuare il Riflesso Mortale, una particolare tecniche che porta ad infliggere ingenti danni ai nemici se riuscirete a colpirli poco prima che infliggano il loro attacco.
In alcune zone di battaglia non è necessario abbattere tutti i nemici, basterà eliminare il loro generale per farli arrendere tutti e terminare velocemente lo scontro. E’ possibile portare in missione diversi membri della squadra ma sarà possibile utilizzarne solo 3 contemporaneamente mentre gli altri fungeranno da riserve nel caso doveste perdere la vostra prima squadra. Gli eroi utilizzano abilità ed armi diverse (pistole, fruste, spade, guantoni, archi, flauti, carte ecc..) ma si distinguono principalmente in 3 classi d’azione: il mago, l’attaccante all’arma bianca e quello con armi da fuoco. La prima classe citata si basa su magie offensive e difensive in grado di danneggiare avversari sia lontani che vicini, la seconda classe predilige lo scontro corpo a corpo è di solito dotata di elevati punti vita, grande difesa e attacco fisico. I pg che usano armi da fuoco sono invece ottime cecchini, veloci e capaci di infliggere grandi danni se riescono a caricare i loro attacchi. La varietà di personaggi è senz’altro una delle carte vincenti di Type-0 perché porta il giocatore ad una accurata personalizzazione della sua squadra d’azione ricordandogli però che non può e non deve fossilizzarsi su una squadra predefinita perché le situazioni cambiano continuamente e i personaggi che non combattono mai non vengono livellati automaticamente dal gioco. Il gameplay è per sua natura immediato e votato ad una veloce familiarizzazione, il player riuscirà a gestire tutto imparando in poco tempo a scegliere la squadra necessaria a seconda della situazione. A portare un po’ di varietà nella linearità delle missioni, troviamo le operazioni di riconquista in cui dovremo guidare l’esercito dell’Accademia da una città all’altra affrontando l’esercito nemico: queste missioni si svolgono nelle lande di Orience, fuori dalle città e direttamente sulla mappa, le location vengono viste come delle miniature da conquistare e il giocatore dovrà guidare il suo esercito alla conquista delle roccaforti nemiche. Conquistate le basi centrali sarà possibile procedere all’assalto della città per sconfiggere il Generale di turno, qui il gioco torna al gameplay di cui parlavamo sopra in cui torneremo al controllo diretto dei nostri personaggi e dove dovremo vincere battaglie di zona in zona fino allo scontro con il boss. Conquistata la città torneremo alla mappa di gioco dalla quale potremo ridirigere gli eserciti della città appena conquistata verso la successiva base nemica fino a conquistare tutte quelle richieste. In questi momenti il titolo assomiglia ad una specie di gestionale semplificato, condito con piccole dosi di strategia. Nelle battaglie più elaborate dovremo cercare di capire quali basi conquistare per prime per avere una migliore posizione sulla mappa cercando di circondare il comando centrale avversario. Le truppe nemiche possono inoltre cambiare e distinguersi tra maghi, assaltatori, macchine da guerra ecc, sta a noi scegliere la giusta squadra offensiva da scagliargli contro per ribaltare le sorti della battaglia. Finita la missione ci verrà affibbiato un grado di completamento che si basa sui nemici uccisi, sulle perdite subite in battaglia e sul tempo di completamento dell’intera missione, ottenere il risultato migliore, il grado S, al primo colpo, è praticamente impossibile ma Type-0 spinge il giocatore a tentare più volte una stessa missione offrendo ricchi premi per i gradi più alti.
Tra una missione e l’altra, avrete a disposizione del tempo libero che potrete impiegare superando miniquest nelle città appena liberate, esplorando la mappa a cavallo dei Chocobo che per la prima volta nella serie verranno gestiti come se fossero dei consumabili, scappando una volta finito l’effetto, oppure parlando con i membri dell’Accademia. Terminata una missione avremo sempre circa 10 ore libere da gestire che non passeranno con lo scorrere del tempo ma parlando con gli npc che presentano un punto esclamativo sopra la testa. Questi personaggi, situati nell’Accademia, forniranno al giocatore oggetti utili semplicemente parlando con loro, questo però ridurrà di 2 le ore disponibili, terminate le ore non sarà più possibile affrontare quest secondarie ma dovremo necessariamente eliminare l’allarme superando la missione di turno. Le sub-quest delle città liberate sono invece leggermente più articolate ma nulla di più della consegna di un determinato oggetto o la richiesta di uccisione di una dato mostro. Nel ranch dell’accademia è possibile infine dedicarsi all’allevamento dei chocobo che vi aiuterà ad avere una scorta permanente delle simpatiche creaturine. Per generare nuovi chocobo basta lasciarne una coppia, di sesso differente, all’interno delle stalle del ranch, con una razione completa di erba ghisal. Tornando dopo circa 6 ore troverete una cucciolata di gialli pennuti pronti ad essere cavalcati. I chocobo possono inoltre essere catturati mentre vi spostate sulla mappa del mondo e appariranno come semplici nemici casuali, in alcune zone è anche possibile reperire dei chocobo rari con elevate caratteristiche di resistenza e velocità. Oltre alle città e le location principali, la mappa del mondo nasconde anche numerose zone segrete e dungeon alternativi che non potranno che fare felici gli appassionati della saga. Il chocobo non sarà il mezzo di trasporto più veloce dell’avventura, nelle fasi più avanzate tornerà uno degli elementi caratteristici di Final Fantasy, l’aereonave, capace di farvi spostare a grande velocità di scenario in scenario. Un altro gradito ritorno è quello delle evocazioni che potranno essere controllate direttamente in battaglia come se fossero personaggi giocabili, Odino per esempio è uno dei primi Esper che giocheremo ed è dotato di cavallo e spada capace di sferrare colpi letali se riuscirete a caricarla per oltre 20 secondi. A deludere è purtroppo il sistema di upgrade del personaggio basato sul semplice accumulo di esperienza che sbloccherà i classici punti con i quali potenziare le abilità di ogni membro della Classe 0, un sistema senza infamia e senza lode, sinceramente ci saremmo aspettati molto di più da un titolo come Final Fantasy che da sempre ci ha abituato complessi meccanismi di level-up come le sferografie.
Final Fantasy Type-0 HD è un Final Fantasy classico con forti tendenze innovative ma che non riesce a dare del tutto quella svolta che manca da ormai troppo tempo nella saga, ancorandosi tuttora alle storiche e sicure radici del brand e riproponendo moltissimi degli elementi che lo hanno reso celebre. Purtroppo il remake limitato del comparto grafico e la struttura strettamente legata al gioco portatile non permettono al giocatore casalingo di godere appieno della bontà offerta da Type-0, magari un remake per la bistrattata PS Vita sarebbe stata una soluzione migliore ma Square Enix ha fatto bene i conti e non ha voluto lasciare la scena next-gen in astinenza di Final Fantasy, vista l’ancora lunga attesa per l’attesissimo episodio XV.
Nonostante queste perplessità, Type-0 rimane uno dei migliori titoli della serie, specie dopo gli ultimi episodi non proprio riusciti, sono sicuro che molti giocatori chiuderanno un occhio sulla grafica non proprio perfetta in favore di una Final Fantasy che ritorna, per certi versi, alla bellezza di un tempo.
This post was published on 16 Marzo 2015 15:54
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