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Recensione: Pillars of Eternity: Complete Edition

Recensione: Pillars of Eternity: Complete Edition

Le visuali isometriche mi riportano indietro nel tempo e mi fanno riaffiorare alcuni dei ricordi videoludici più cari. Ho compiuto diversi atti d’amore nei confronti degli RPG isometrici tra cui giocare Planescape: Torment in lingua originale (un bel mattone). Avere la possibilità di giocare anche su console in modo anche molto intuitivo è un sogno che si realizza. Scopriamo insieme come questo Pillars of Eternity: Complete Edition sia davvero un signor porting.

PIATTO RICCO, MI CI FICCO!

Pillars of Eternity, così come viene proposto in questa complete edition, è un’offerta davvero ghiotta. La longevità del titolo è già di per sé fuori scala data dalla durata dell’esperienza di gioco di base che, in una run corposa, si assesta su oltre 60 ore. Al titolo in versione “vanilla” si aggiunge, in questa edizione, anche l’espansione The White March. Quest’ultima ci propone un affascinante viaggio della durata di 20 ore nella candida Biancamarca. The White March arricchisce ulteriormente un titolo già fantastico nella sua versione base.

Non si tratta soltanto di un’esperienza duratura, ma di una meravigliosa campagna dall’inizio alla fine che vi riporterà alla mente tutte le vostre memorabili sessioni di Dungeons & Dragons e affini.

L’immersione massima è garantita grazie a livelli di scrittura e scenaggiatura notevoli.
Ciò che vi troverete davanti sarà sistematicamente descritte con tale minuzia e precisione, che le immagini statiche e il “minimalismo” di un’esperienza isometrica prenderanno vita nella vostra mente trasmutandosi sequenze, vive, dinamiche e credibili. Restituisce, come già accennato sopra, la tipica esperienza da gioco di ruolo in cui il vostro cervello lavora di fantasia e vi fa compiere lunghi ed affascinanti viaggi.
Le ambientazioni sono rese in modo molto elegante ed il titolo, nonostante si tratti di un gioco “vecchio stampo” e più “umile” come engine di gioco, saprà rapirvi e farvi sognare.

Visivamente infatti il titolo può vantare un’art direction ottima. La scalabilità dello zoom permette di avere, in ogni momento, la migliore visuale possibile.

Dal punto di vista del comparto sonoro Pillars ci strappa un bell’applauso. Le musiche, infatti, sono davvero una gioia per le orecchie e sono ben orchestrate nei tempi e momenti di comparsa.

UN ADATTAMENTO SORPRENDENTE

Pillars of Eternity riesce alla grande nel suo compito più arduo: rendere un cRPG godibile con pad. La mappatura dei comandi, data la grande mole di azioni, è stata resa in modo davvero ottimo. Utilizzare le levette per muovere il party e la visuale è davvero molto intuitivo.
Grazie agli ottimi companion scriptabili sia per IA d’attacco che di classe e alla possibilità di passare ad una modalità con ritmi più compassati con la semplice pressione di un tasto e la grandiosa pausa tattica, anche i combattimenti saranno gestibili alla grande con il pad al posto della canonica combo da PC.

 

 

 

 

 

La vera perla in termini di mappatura è senza dubbio il sistema di menu radiali. Con il grilletto sinistro potremo aprire il menu radiale generale che ci permetterà di accedere a diverse funzioni utili. Dal menu radiale avremo a portata di mano l’inventario, la sezione accampamento, la scheda del personaggio il sistema di level up, le opzioni generali e quant’altro.
Con il grilletto destro invece sarà possibile utilizzare il menu radiale di combattimento. Quest’ultimo ci offrirà l’accesso agli oggetti rapidi, le abilità, il grimorio con gli incantesimi e addirittura switchare tra vari set di armi.

Sporadicamente si va incontro a qualche incertezza nel sistema di comandi ma nulla capace di compromettere l’esperienza di gioco.

Sebbene il titolo sia ottimizzato quasi in ogni suo aspetto, purtroppo ha un suo tallone d’Achille. I caricamenti sono davvero lunghi, in particolar modo il primo avvio della partita. L’altra nota dolente è il “pathing” mal calibrato e, a volte, capita che i propri personaggi non seguano il cosiddetto “percorso” ideale per andare da un punto A ad un punto B.

UN’ESPERIENZA CUCITA SU MISURA

In Pillars of Eternity, come ho già accennato nei paragrafi precedenti, la cura per i dettagli è davvero notevole. La profondità di gioco e della narrazione si riflette sulle grandi potenzialità di personalizzazione e di interpretazione della storia e degli eventi in base a propri gusti ed inclinazioni.

Sarà infatti possibile personalizzare il proprio personaggio secondo diversi parametri. Potremo scegliere la razza, la classe, la cultura (stabilita dalle origini), l’aspetto e il proprio doppiatore.
Nulla è lasciato al caso poiché valori particolari di determinate statistiche apriranno strade alternative all’interno del gioco.
Ciò accade spesso nei cRPG ma il tutto è sublimato ed è ottimamente riproposto in Pillars Of Eternity.
Giocare Pillars of Eternity ci darà quindi la possibilità di interpretare nei minimi particolari il personaggio dei nostri sogni.

Ad esempio avere una buona erudizione potrebbe permetterci di risolvere una situazione grazie alla conoscenza. Livellare l’atletismo, invece, potrebbe aiutarci in situazioni in cui sono richiesti degli ottimi riflessi.
Quello che faremo determinerà la nostra personalità, la nostra reputazione e influenzerà in modo intimo e personale la nostra storia ed il nostro modo di vivere Pillars of Eternity. Avere la sensazione di plasmare davvero una storia è davvero un’esperienza affascinante.

Pillars of Eternity è senza dubbio un must have per gli amanti dei giochi di ruolo. I piccoli difettucci tecnici non minano l’esperienza di gioco, affascinante e con un notevole tasso di immersione. La qualità della scrittura e dell’art direction celebrano un prodotto che è una lettera d’amore ai cRPG dei bei tempi che furono. La longevità la fa da padrona e il titolo vi terrà incollati al divano per una vagonata di ore.

This post was published on 10 Settembre 2017 12:00

Jonathan Campione

Ho ricevuto la mia prima console la notte di Natale del '97. Grazie all'idraulico baffuto di Nintendo ho scoperto la mia passione per i videogiochi. Sono un giocatore eclettico, amo i titoli indie e non disdegno nessun genere o piattaforma. Da un paio d'anni scrivo di videogiochi e cerco di sfatare i luoghi comuni e punto ad offrire spunti di riflessione importanti riguardanti questo settore.

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