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Recensione: Batman: The Enemy Within – Episodio 1

Recensione Batman: The Enemy Within – Episodio 1

Batman: The Enemy Within, la seconda stagione dell’incarnazione Telltale del Cavaliere Oscuro, è recentemente giunta tra noi. Il primo capitolo è stato un titolo che ha fatto molto discutere. Da un lato c’erano delle idee molto interessanti e ardite, dall’altro una realizzazione tecnica dalla qualità altalenante. Vediamo se Telltale Games ha reso giustizia al protettore di Gotham City con questa seconda stagione.

UNA NARRAZIONE COERENTE ED ORIGINALE

Nella prima stagione, abbiamo avuto modo di conoscere una nutrita schiera di personaggi. Alcuni di questi sono stati utilizzati in veste di comparse, come lo sfortunato Victor Zsasz. Altri invece sono stati ben implementati per creare un tessuto narrativo affascinante. Ci sono stati presentati, inoltre, alcuni dei villain più iconici dell’universo del Cavaliere Oscuro come Harvey Dent, Il Pinguino e John Doe (il Joker). 

Anche in questa seconda stagione ritroviamo la rottura dei canovacci e degli schemi canonici delle storie di Batman. L’opera Telltale non solo vanta una scrittura molto interessante ma offre dei punti di vista alternativi e, soprattutto, validi.

Vicki Vale, ricorrente giornalista nelle tavole del fumetto, ha assunto una duplice identità nella prima stagione facendole ricoprire, per la prima volta nella storia del suo personaggio, il ruolo di villian (Lady Arkham).

Anche la trama questo primo episodio è ricca di colpi di scena. Nella sua durata di circa due ore e mezza, The Enigma ci offre un’introduzione avvincente. Ci ritroveremo di fronte a situazioni del tutto nuove ma, al tempo stesso, a portare a compimento le parabole narrative di personaggi già incontrati nella prima stagione. Il cliffhanger finale lascia con il fiato sospeso, aprendo la strada a risvolti davvero inattesi.

PERSONAGGI PIÙ VIVI CHE MAI

La costruzione dei rapporti con i personaggi è un’esperienza davvero affascinante. Non solo ci troviamo di fronte a dei dialoghi davvero ben scritti e di forte carica empatica, ma anche ad una potenziale rivoluzione in termini di gameplay.

In passato ho sostenuto (e lo penso ancora) che uno dei grandi meriti di Telltale è quello di conferire ai propri personaggi una dimensione squisitamente umana. Tutto ciò che ci ritroveremo a vivere insieme ai protagonisti delle vicende sarà un’esperienza intima e molto sentita. Con la seconda stagione di Batman, Telltale porta questa operazione ad un livello superiore.

Il tasso di immedesimazione e la sensazione di essere parte della storia sono notevoli. Le risposte ad i dialoghi, le nostre scelte e le nostre azioni plasmeranno la personalità degli altri personaggi e i nostri rapporti con loro. Che ci siano significative implicazioni sulla trama e sull’esperienza finale di gioco, stando al solo primo episodio, non possiamo purtroppo dirlo.

L’MVP dell’episodio, seppur quasi fugacemente presente è senza dubbio John Doe. La sua figura assolve il compito di ponte narrativo tra la prima e la seconda stagione del titolo Telltale. Attraverso l’evoluzione che lui stesso si trova a vivere a cavallo delle due stagioni, ci viene offerta una visione davvero interessante delle origini del Joker.

Non vedo l’ora che vengano affidate a lui le redini di villain principale della stagione, potremmo davvero vederne delle belle.

Il voice acting è, inoltre, un valore aggiunto per i personaggi. Il doppiaggio finalmente si sposa bene con il lip sinc in un’esperienza di alto livello.

ESSERE BATMAN

Il titolo targato Telltale è capace di incarnare lo spirito più dark dell’universo narrativo di casa DC, ma, al tempo stesso anche i lati più umani. Mostra sia il Batman rude, violento ed intimidatorio senza però mai dimenticarsi del suo forte senso di giustizia e della sua indole buona.

Il costante conflitto dell’essere sia Batman che Bruce Wayne emerge in modo prepotente. Il giocatore si ritroverà nei panni dell’una o dell’altra identità ma dovrà ragionare costantemente nell’interesse di entrambi. Sia il conflitto interiore che il rapporto con gli altri personaggi, spingono il giocatore a riflettere a fondo e le decisione non le prenderete di certo a cuor leggero.

Il peso delle nostre decisioni influenzerà la trama, chi ci circonda e, in un certo qual modo, noi stessi. Che immagine di voi siete disposti ad offrire? Da che parte vi schiererete?

Al calderone di conflitti e dilemmi si aggiungerà inoltre il fardello etico. Fino a che punto sarete disposti a rispettare il “codice” del Cavaliere Oscuro?

UN VILLAIN ATIPICO ED INTERESSANTE

L’Enigmista è il protagonista e motore di questo episodio. In Enemy Within, pone il giocatore davanti a scelte davvero molto intriganti. Senza dubbio contribuisce a conferire alla serie, fin dall’inizio, tinte più fosche e mature. Lo scotto da pagare è il parziale snaturamento del personaggio stesso.

Questa interpretazione di Edward Nigma però è estremamente funzionale alla storia.

Riesce infatti a magnificare le dispute interiori di Batman sacrificando la sua essenza di enigmista stesso. La sua minaccia, infatti, è più concreta e tangibile che cervellotica. Servo della trama, e dissimile dal suo geniale e presuntuoso alter ego presente in Arkham Knight, crea più pathos e dilemmi etici piuttosto che proporre delle sfida di intelletto. Chi si aspettava qualche puzzle spremi-meningi resterà deluso.

L’enigmista, infatti, è un bel cattivone, attirerà la vostra attenzione e catalizzerà il vostro odio ma le sfide proposte saranno essenziali e finalizzate all’apertura di trame e sottotrame.

UNA FORMULA ACTION E SCORREVOLE

Le novità non si limitano soltanto sul lato narrativo e della sceneggiatura. Uno dei punti deboli della prima stagione era il ritmo del gameplay. Le scene da detective era affascinanti e credibili ma, nell’economia di gioco, rallentavano troppo la macchina ludica.

I combattimenti, già incalzanti e cinematografici, sono stati nettamente migliorati. Ora si potrà scegliere un duplice approccio in combattimento. Oltre a svecchiare il “combat system”, ciò aggiunge un ulteriore layer d’immersione. Cosa farebbe Batman in quella situazione? Approccio violento con la forza bruta o sagace uso dei gadget Wayne Tech?

Il grande pregio di Batman: Enemy Within, risiede proprio nel ritmo di gioco. I dialoghi, le fasi detective eleganti ed essenziali, e QTE ben orchestrati si amalgamano in una formula ottima che tiene alta l’attenzione, vivo l’interesse e azzera i tempi morti.

Da un punto di vista tecnico, fortunatamente, i difettucci della prima stagione sono stati lavati via con un vigoroso colpo di spugna. Il primo capitolo, in particolar modo su PC, soffriva di repentini cali di frame. Questa seconda stagione, oltre ad offrire un comparto grafico rinnovato e più pulito, è anche estremamente stabile.

Insomma, ci sono tutti i presupposti per una grande seconda stagione. Corretti i difetti del buon primo capitolo, ora la strada per il successo è aperta. Speriamo che le premesse abbiano una buona evoluzione e che la storia si dimostri all’altezza della sua ottima apertura.

Il primo episodio di Batman: The Enemy Within è un ottimo inizio per una stagione che si prospetta scoppiettante. I filoni narrativi della passata stagione trovano una degna evoluzione e i personaggi, più vivi che mai contribuiscono a rendere la storia originale ed affascinante. Dal punto di vista tecnico riscontriamo un buon passo in avanti rispetto al primo capitolo e la formula di gameplay sembra funzionare alla grande. Bisogna vedere se le novità non siano solo fumo negli occhi e se la storia saprà reggere il peso delle premesse. Nel frattempo, promozione a pieni voti.

This post was published on 9 Settembre 2017 12:00

Jonathan Campione

Ho ricevuto la mia prima console la notte di Natale del '97. Grazie all'idraulico baffuto di Nintendo ho scoperto la mia passione per i videogiochi. Sono un giocatore eclettico, amo i titoli indie e non disdegno nessun genere o piattaforma. Da un paio d'anni scrivo di videogiochi e cerco di sfatare i luoghi comuni e punto ad offrire spunti di riflessione importanti riguardanti questo settore.

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