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Pubblicato in: Recensioni

Final Fantasy XIV: A Realm Reborn – Recensione (seconda parte)

Già ve ne avevamo parlato bene nel nostro primo contatto, ma dopo un mese di gioco assiduo siamo finalmente in grado di darvi la nostra opinione definitiva riguardo Final Fantasy XIV A Realm Reborn, ed è, per inciso, un opinione più che positiva.
Valutare un MMO è forse una delle operazioni più difficili data la vastità dei contenuti proposti, ed è per questo che questa recensione arriva dopo un mese dall’uscita del titolo su PC e PS3. Oltretutto, il lancio non esattamente privo di problemi ha creato qualche difficoltà nel riuscire addirittura ad entrare sul server per oltre una decina di giorni, ma nel momento in cui scriviamo questo articolo tutte le difficoltà sono state superate ed entrare in Eorzea è tornato semplice e indolore. Per scusarsi dei problemi (a nostro avviso comunque molto gravi) Square Enix ha pensato di aggiungere al mese di prova gratuita 10 ulteriori giorni di abbonamento, in modo da placare l’orda di fan inferociti per i disguidi iniziali. Inizia proprio oggi il periodo più delicato per l’MMO di Yoshida, quello nel quale gli utenti si troveranno a dover decidere se iniziare effettivamente  a pagare o passare ad altri lidi.
La storia recente è piena di MMO partiti fortissimo che si sono trovati con utenze decimate dopo la fine del periodo gratuito, e per non fare la fine di Age of Conan, Star Wars o Warhammer Online la casa giapponese ha creato un impianto di gioco che fosse il più appagante possibile, e che permettesse ad ogni giocatore di arrivare in fretta al cap del livello e iniziare subito le attività di end game, da sempre il vero motore di tutti i mondi online persistenti.
Già nella prima parte di questa recensione vi avevamo detto di come il sistema “coccolasse” il giocatore guidandolo passo passo verso il raggiungimento di tutti gli obiettivi, e dopo aver portato due job al livello 50 possiamo confermare che quest’impressione perdura per tutto lo svolgersi della crescita del personaggio. Se siete alla vostra prima scalata, l’intricata trama vi guiderà per mano (ricompensandovi con sonori punti esperienza) nelle aree più adatte al vostro livello, e fornendovi equipaggiamento onesto senza di fatto spendere un gil. Per tutti quelli che hanno fretta basterà aggregarsi ad uno dei party che grindano F.A.T.E. ad ogni ora del giorno e della notte, che vi permetteranno di salire di livello ancora più velocemente. Vista poi la spiccata propensione al multi-job, dovete sapere che le classi di livello più basso godono di un bonus all’esperienza direttamente correlato alla differenza di livello con il job più alto, in modo da incentivare la voglia di provare tutti i contenuti che Square Enix ha messo a disposizione.
Ogni job ha infatti la possibilità di scegliere 5 abilità da altre classi (10 se invece scegliamo rimaniamo con la classe base), e alcune di queste sono vitali per gli scontri più difficili. Il Bard ad esempio potrà andare a pescare tra le abilità del Pugilist, e per i raid più impegnativi sarà necessario aggiungere al proprio arsenale anche un’abilità che incrementa sensibilmente il danno propria, per l’appunto, della classe Pugilist. Una volta capite le migliori aree in cui fare velocemente esperienza, e avendo già un’altra classe a livelli alti, tutto il procedimento risulterà indolore e rapido, senza contare che la vostra conoscenza del gioco e delle altre classi non potrà che guadagnarne.
Discorso diverso invece per le classi dedite al crafting, lievemente più complesse da alzare. Non potendo partecipare ai classici F.A.T.E. party la miglior fonte di esperienza saranno le Levequest, che potranno garantire, in base alla presenza o meno di oggetti di alta qualità, quantità di punti davvero non indifferenti. L’unico peccato è che per ora, ma è inevitabile visto la giovinezza del titolo, il sistema economico legato al crafting è ancora acerbo, e sono pochissimi gli oggetti che possono essere usati in end game preferibili a quelli che si ottengono dagli ultimi due dungeon piuttosto che da eventi specifici. La fluttuazione dei prezzi delle materie prime in Auction House è tra l’altro ancora molto forte, visto che ogni giocatore tende a raccogliersi gli ingredienti con una delle classi di gathering, demandando alle ricerche nella casa d’aste solo gli oggetti più difficili o noiosi.
A farvi compagnia nelle vostre peregrinazioni ci saranno anche le più iconiche cavalcature della serie: i Chocobo. Raggiunto infatti un certo livello sarà possibile attivare una quest che permetterà l’evocazione in qualsiasi istante di un Chocobo, che sarà una vera e propria mount con tanto di equipaggiamenti (solo estetici) differenti in base all’affiliazione della Grand Company. Come se non bastasse poi si potrà usare il chocobo anche come vero e proprio alleato, assegnandogli un compito preciso (tank, healer o dps) con tutto un set di abilità specifiche. È logico che l’utilizzo del pollo gigante in questa contingenza sarà utile solo per il gioco in solo, ma è comunque una cura extra in più o un buon modo per riprendere fiato tra un combattimento e l’altro.
L’aspetto social è decisamente ben curato, con la presenza non solo della linkshell, una sorta di chat privata tra tutti i possessori della perla (l’oggetto che la attiva), ma anche, e sopratutto, delle Free Company. Queste sono vere e proprie gilde, con un fondatore, una cassa comune, un logo e un rank, e oltre che dare un simpatico senso di appartenenza ai propri membri danno la possibilità di strutturare delle vere organizzazioni, nelle quali si può decidere a quale differente livello fanno parte i membri o quali poteri ha ogni livello. Se a questo aggiungete anche la cassa comune e la possibilità di comprare alcuni bonus temporanei che ad esempio aumentano la quantità di esperienza ricevuta potete intuire anche da soli le grandi potenzialità di questo sistema.
Cosa si fa però, chiederete voi, una volta raggiunto il massimo livello possibile? Ci si dedica ovviamente alle attività cosí dette da end game. La precisazione doverosa da fare è quella che per forza di cose queste attività sono al momento limitate, visto che il gioco è disponibile da un solo mese, ma non per questo ci si annoia su Eorzea. Al momento l’evento più difficile al quale prendere parte è Bahamut Coil, un raid tanto complesso e difficile che va organizzato non solo tra gente capace e che si conosce, ma che abbia anche un certo tipo di equipaggiamento che si ottiene con altre istance di livello più basso. Il completamento della storyline principale infatti sbloccherà non solo gli ultimi raid utili a questo fine (Amdapoor Keep e Castrum Meridianum), ma anche gli scontri con i tre primal (Ifrit, Titan e Garuda), indispensabili per la costruzione della propria Relic (l’arma finale) e tutta una serie di armi intermedie che garantiranno un adeguato livello di danno. Insomma, le cose da fare in attesa dei prossimi aggiornamenti a livello di contenuti (promessi ogni tre mesi) ci sono, e sicuramente non vi annoierete mentre proverete a rendere il vostro personaggio adatto ad ogni situazione e pronto ad ogni scontro.
Dal punto di vista tecnico il gioco è un piccolo capolavoro di ottimizzazione: la versione PC è in grado di girare praticamente su tutti i PC dell’ultimo lustro a livelli accettabili, e rendere l’esperienza sulle macchine più moderne davvero spettacolare. Lo stile adottato, in perfetta linea Final Fantasy, è al contempo epico ma realistico, con modelli poligonali di incredibile fattura per un MMO che danno, nel caso degli equipaggiamenti ad esempio, davvero l’impressione di essere armature indossate dal nostro avatar e non mere texture di altro colore apposte sui modelli già esistenti. La dinamicità degli ambienti, finalmente vari e caratterizzati è notevole, con un ciclo notte/giorno talmente ben implementato da risultare perfettamente credibile. Anche la profondità di campo è ottima, anche se vi capiterà, ad esempio nelle boscose aree dello Shroud, di maledire l’eccessivo dettaglio di alberi e fogliame, troppo spesso colpevole di bloccare la visuale di una telecamera che ha qualche incertezza di troppo nel passaggio dal giocato alla cut/scene e viceversa. Non allo stesso livello purtroppo la versione PS3, che paga una console ormai tecnicamente molto datata, per quanto l’esperienza di gioco, è importante dirlo, non ne risulti mai intaccata.
Conclusioni
Final Fantasy XIV A Realm Reborn è un MMORPG sorprendente, i livelli di eccellenza raggiunti potrebbero addirittura far gridare al capolavoro se paragonato con il titolo dalle cui ceneri è nata l’opera di Yoshida. Non solo il titolo Square Enix è capace di creare una cavalcata entusiasmante (da gioco di ruolo offline) verso l’end game, ma ha il non secondario merito di continuare a gratificare il giocatore con grandi e piccole ricompense, che riescono a tenere incollato l’utente come si vede pochissime volte nei titoli di questa categoria. La valutazione è oggettivamente alta, ne siamo consapevoli, ma sono davvero pochi gli aspetti non riusciti di questa produzione in grado di abbassare il voto finale. L’unico nostro dubbio, sul quale però non potremo esprimerci fino all’uscita dei primi update, è la quantita di nuovo materiale che verrà introdotto di volta in volta, perchè se sarà per numero e qualità in grado di rimanere al livello visto sino ad ora c’è la netta possibilità che Square Enix non solo abbia fatta centro, ma abbia creato uno dei titoli più interessanti e avvincenti dell’anno in corso.

This post was published on 27 Settembre 2013 0:50

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