Tra tutti gli episodi della serie che potevano vantare un completo restyling in alta definizione,
Zelda: The Wind Waker è probabilmente quello più adatto per esaltare in maniera efficace l’ottimo lavoro, soprattutto dal punto di vista artistico, svolto dieci anni fa. Presentato per la prima volta nel 2001 tra le perplessità iniziali per via dello stile cartoonesco dato dall’utilizzo della tecnica in
cel-shading, smentì tutte le preoccupazioni due anni dopo, quando arrivò anche in occidente per convincere fan della serie e appassionati del settore che sarebbe stato uno degli Zelda più atipici forse, ma degno di stare nell’Olimpo con tutti gli altri capitoli della saga.
L’annuncio di una versione Wii U ha quindi comprensibilmente esaltato gli appassionati, specialmente quando Nintendo ha precisato che non sarebbe stato un semplice porting in alta definizione del titolo nudo e crudo visto su GameCube, ma un vero e proprio lavoro di restyling molto simile al remake di Halo lanciato lo scorso anno in esclusiva su Xbox 360.
Ritorno all’Isola Primula
Trattandosi di un gioco lanciato dieci anni fa e, a parte qualche rivisitazione sui controlli e l’inserimento della Modalità Eroe (una difficoltà superiore rispetto quella originale), dato che non sono state inserite novità dal punto di vista dei contenuti rispetto l’edizione originale, questa recensione si limiterà a valutare l’effettiva qualità della trasposizione di Wind Waker su Wii U. Tutti quegli aspetti che consideravate dei pregi sono confermati e lo stesso dicasi per eventuali gravi difetti che avevate riscontrato nel gioco originale. È semplicemente The Wind Waker nel bene e nel male. Solo in HD, più bello da vedere e, perché no, anche meglio giocabile di quanto ricordavate.
Il vero valore aggiunto, inutile dirlo, è il Wii U GamePad, il particolare controller-tablet progettato da Nintendo per la sua console di nuova generazione che permette in questo caso di avere a disposizione molte più opzioni rispetto l’edizione originale e in un certo senso rendere il tutto più immediato. Il touchscreen è sfruttato in maniera intelligente e mette subito a disposizione tutti gli oggetti di cui si ha bisogno sul momento e assegnarli facilmente a uno dei pulsanti fisici, visualizzare la mappa e le varie opzioni di gioco. È inoltre possibile giocare il titolo direttamente sul GamePad, cosa che ci regala, nei limiti di Wii U, una piccola versione portatile.
Il supporto si estende naturalmente a tutte le potenzialità del controller, quindi è possibile sfruttare i giroscopi per prendere la mira con armi o oggetti di puntamento, ma è una soluzione che funziona meglio nelle situazioni meno concitate: in fase di battaglia sarà più difficoltoso riuscire a prendere bene la mira muovendo fisicamente il GamePad, finendo per prediligere il classico analogico destro.
Altra feature esclusiva della versione Wii U si lega direttamente alla piattaforma sociale MiiVerse e consiste nelle bottiglie Tingle, al cui interno conservare un messaggio (segnalando se si tratta di uno spoiler o meno) con immagine da lasciare nell’immenso mare nella rete e aspettare che lo raccolga qualsiasi altro giocatore in tutto il mondo. Una piccola idea che sposa la filosofia sociale a cui Nintendo vuole indissolubilmente puntare con Wii U.
La novità più importante dal punto di vista del gameplay, e vera e propria sorpresa visto che non era stata preannunciata, è però la presenza di una nuova vela che permette di navigare più velocemente nel mondo di gioco e soprattutto lasciare che la direzione del vento si sistemi automaticamente senza richiedere in continuazione l’intervento del giocatore. È una piccola introduzione che ha però il merito di snellire in maniera importante la struttura di gioco ed eliminare di conseguenza uno dei difetti più evidenti della versione originale.
Chiaramente, quello a saltare maggiormente alla vista è il lavoro svolto dal punto di vista grafico. Se non lo sapessimo, diremmo che si tratta di un nuovo Zelda sviluppato effettivamente per Wii U. Forse un’affermazione esagerata, ma necessaria per farvi comprendere appieno lo splendido risultato raggiunto dallo sviluppatore, tale da decretarlo di netto come la miglior conversione in alta definizione mai realizzata. Sì, anche più del pur splendido Halo: Combat Evolved Anniversary. Zelda: The Wind Waker HD non presenta un incremento dal punto di vista poligonale mantenendo praticamente la struttura originale. Tuttavia, questa viene arricchita da texture in alta definizione, un sistema di illuminazione all’avanguardia e una serie di filtri che rendono l’immagine pulitissima: il tutto alla risoluzione 1080p e con una fluidità eccezionale, quest’ultima rovinata di tanto in tanto da qualche sorprendente calo di frame rate, che macchia un po’ il valore dell’intera produzione.
Per adattare il gioco all’epoca moderna, Nintendo ha lavorato infine anche sul comparto audio rimasterizzando l’intera colonna sonora a una qualità migliore. Stesso discorso ovviamente applicato anche ai vari effetti speciali, arricchiti da un surround sublime. Per fare il massimo da questo punto di vista, forse, si poteva pensare anche a orchestrare le tracce musicali.
Commento finale
The Legend of Zelda: The Wind Waker HD è un ottimo remake, sicuramente tra i migliori mai realizzati negli ultimi anni. Mantiene tutta la filosofia e il gameplay del gioco originale, arricchendo il tutto con piccole novità che favoriscono comunque una struttura ludica moderna e funzionale, senza contare lo splendido lavoro svolto dal punto di vista tecnico che lo fa sembrare praticamente un anime giocabile di rara bellezza. Consigliato senza riserve a tutti, sia a chi lo avesse già giocato, sia chi lo giocherà per la prima volta. In quest’ultimo caso, potete tranquillamente alzare il voto di mezzo punto. Perché sì, sono passati dieci anni, ma Wind Waker è invecchiato maledettamente bene come pochi sanno fare.
This post was published on 19 Settembre 2013 1:27