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Recensione: Thumper

I rhythm game spesso sono dei titoli divertenti e con meccaniche immediate, ma di solito graficamente molto minimali. Thumper, oltre ad essere un ottimo esponente del suo genere, è anche visivamente maestoso, psichedelico ed intenso.

UN TESTONE GROTTESCAMENTE AFFASCINANTE

 

 

 

 

Il nostro costante obiettivo sarà quello di procedere lungo dei macro percorsi chiamati Livelli, presenti in numero di nove, e sfidare il Boss, quel magnifico e affascinante testone delirante venuto dal futuro.

Ciascun livello in Thumper è dotato di una lunghezza variabile ma che, nel complesso, risulta essere considerevole e appagante.
Il titolo infatti, tra un attacco epilettico e l’altro (si fa per dire ovviamente) scorre in un sogno lisergico della durata di circa una decina d’ore.

Il macabro quanto affascinante boss-testone, si presenterà sistematicamente alla fine di ogni livello. Non si tratterà di una visitina ridondante in quanto il boss comparirà in una maniera via via più pomposa fino al meraviglioso, nono livello.

Quel testone maledetto muore dalla voglia di mettere i bastoni fra le ruote, anzi, le zampe, al nostro insetto spaziale che ho personalmente battezzato turbo-scarabeo.

Il testone del futuro non è l’unica minaccia. Infatti a circa metà del tragitto di ogni livello faranno capolino dei mini boss davvero ostici. Ogni livello è in media composto da una ventina di sottolivelli e ciascuno si presenta come un tripudio di colori, musica ed emozioni. Si tratta di un vero e proprio orgasmo audiovisivo per i temerari videogiocatori che decideranno di affrontare le sfide offerte da Thumper

Le sezioni dei boss sono stupende e metteranno a dura prova il giocatore che, per infliggere danno al boss, sarà costretto a completare degli “interminabili” passaggi senza sbagliare neanche un colpo.

THUMPER, UNA SFIDA GALATTICA

Abbiamo accennato al fatto che Thumper sia sostanzialmente un rhythm game adrenalinico e fuori di testa ma non siamo ancora scesi nel dettaglio del suo maestoso quanto semplice gameplay.

Thumper offre infatti al giocatore un ventaglio di mosse non estremamente variegato ma che, combinato a ritmi all’insegna di un industrial furioso, martelleranno le vostre sinapsi e le articolazioni delle vostre mani in modo grandioso.

Il grande pregio di Thumper è quello di offrire al giocatore una curva di apprendimento ben orchestrata grazie a semplici ed immediati tutorial. Una sagace sequenza di determinati pattern farà ben assimilare al giocatore le tecniche per affrontare particolari serie di ostacoli. Sebbene il titolo guidi il giocatore passo passo ad apprendere i metodi giusti, il tasso di sfida è notevole. I giocatori meno pazienti, per questo motivo, potrebbero accantonare il titolo in un delirio di rage-quit. Nulla di grave comunque, un po’  di tentativi nelle sezioni più difficili e sarete pronti ad affrontare qualsiasi sfida che il gioco vi porrà dinanzi.

Al giocatore verrà chiesto di grindare lungo delle curve a ritmi serrati o di librarsi in cielo per accumulare punti. Ci sarà anche da schivare pericolosi ostacoli appuntiti e di compattarsi e travolgere insidiose minacce.
A volte sarà anche necessario schivare minacciosi serpenti o precipitare in picchiata su dei pulsantoni per continuare le cosiddette “streak” e per ottenere dei bonus.

Tutte le feature di gioco sono ben dosate e vengono via via presentate nel corso dei livelli. In tal modo l’esperienza di gioco viene resa meno monotona e il titolo può godere di una certa e costante freschezza.

L’aggiunta game-changing è senza dubbio quello che io chiamo “l’anello”.
La struttura anulare che vedete su in foto simboleggia un’area in cui non è ammesso mancare alcun pulsante, cosa che nelle sezioni normali viene perdonata.

Nelle boss fight invece, schivare la pressione dei pulsanti, comporterà la compromissione dell’intero passaggio, costringendo il giocatore a ripetere quel sottopercorso per infliggere un danno al boss.

L’anello, a differenza di quanto accade per gli errori durante le boss fight, è tutt’altro che indolente. Sbagliare nelle sezioni anulari, infatti, comporterà l’attivazione di laser della morte che infliggeranno un danno al nostro insetto e, qualora quest’ultimo fosse già danneggiato, non esiteranno un solo secondo a distruggerlo senza lasciargli via di scampo.

Vi lascio immaginare la combo devastante nei livelli avanzati di gioco che mette insieme sezioni anulari e boss fight. 

PER LA GLORIA O PER IL FINE

Fondamentalmente in Thumper, l’importante è arrivare alla fine del percorso di ciascun sottolivello. Tralasciando le sezioni anulari che sono pronte a punire i nostri errori e/o la nostra furbizia nello schivare determinati pulsanti, ogni livello può essere completato “tranquillamente” con score molto bassi.

Competere per la gloria, per gli highest scores e nel tentativo di raggiungere i tanto ambiti Ranghi S, sarà necessario inanellare sequenze che metteranno a dura prova la vostra vista e la vostra sanità mentale.

Per spezzare una lancia in favore dei coraggiosi, c’è da dire che cercare di portare avanti delle serie e far salire i moltiplicatori, ci restituirà degli spettacoli audiovisivi meravigliosi, fatti di ritmi incalzanti e di un caleidoscopio di luci e colori.

Per chi non riesce a saziarsi con la campagna di base di Thumper, potrà deliziarsi anche con una succulenta modalità new game plus (più complessa e a ritmi più serrati) e, previa la sconfitta del boss del nono livello, ad un endless mode dall’altissimo tasso di sfida.

 

UNA GIOIA PER I SENSI

 

Visivamente parlando ci troviamo difronte ad un titolo eccellente. Particellari, luci stroboscopiche ed effetti grafici ricchissimi si susseguono in un’esperienza che annichilisce il giocatore. Il titolo è dunque una tempesta di input visivi e all’insegna di ritmi forsennati. Nonostante io soffra notoriamente di cinetosi, sono riuscito a giocare anche per un paio d’ore di fila senza sentire il bisogno di smettere.

Thumper offre uno spettacolo a schermo non indifferente ma a rare volte, in particolare nelle fasi finali della campagna, alcuni frame risultano “illeggibili” per via delle forti variazioni cromatiche il che esita in un trial & error per capire il ritmo e affidarsi al senso del ritmo per quelle sezioni piuttosto che alla vista.

Ci troviamo ovviamente davanti ad un titolo psichedelico ricco di effetti a schermo ma, nonostante tutto, il frame rate è granitico. L’esperienza di gioco risulta pertanto soddisfacente e fluida.
Dal punto di vista del sonoro ci troviamo di fronte ad una incalzante colonna sonora originale che sottolineerà vivacemente le nostre prodezze ludiche.

Tirando le somme si tratta di una piccola perla indie nata dalle sapienti mani dei ragazzi di Drool.

Se volete sperimentare un’esperienza quasi lisergica ma rimanendo coscienti e godendovi un titolo ottimo, di forte vena arcade dura e pura, Thumper è il gioco che fa per voi

Ringrazio Drool per la chiave di gioco usata in sede di recensione.

This post was published on 25 Agosto 2017 12:00

Jonathan Campione

Ho ricevuto la mia prima console la notte di Natale del '97. Grazie all'idraulico baffuto di Nintendo ho scoperto la mia passione per i videogiochi. Sono un giocatore eclettico, amo i titoli indie e non disdegno nessun genere o piattaforma. Da un paio d'anni scrivo di videogiochi e cerco di sfatare i luoghi comuni e punto ad offrire spunti di riflessione importanti riguardanti questo settore.

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