Recensione di Luca Forte
Buccia di banana.
Il gioco sviluppato dai Retro Studios, nonostante riporti sugli schermi una delle icone più riconoscibili e amate della Grande N, era un concentrato di cattiveria che aveva tra gli ingredienti principali riflessi fulminei e un level design diabolico. Studiato per essere controllato tramite i tasti digitali, Donkey Kong Country Returns aveva fatto rivalutare la bontà costruttiva del WiiMote che, anche se usato alla stregua di un pad del NES, garantiva una precisione assoluta.
(Donkey) King Kong
Dal punto di vista contenutistico, Donkey Kong Country Returns 3D è praticamente identico alla sua controparte Wii. La struttura dei livelli è la medesima, così come il gameplay da giocare in cooperativa. Solo che questa volta, non potendo stare in due davanti al medesimo televisore, per giocare con un amico dovrete dotarvi di due console e due giochi. Dovrete oltretutto essere nella stessa stanza, dato che il gioco online non è stato contemplato. Solo in questo modo potrete condividere con un amico i tanti trabocchetti e le difficoltà che gli sviluppatori hanno disseminato in questo classico platform a scorrimento orizzontale.
Quello che è cambiato è, volendo, il livello di difficoltà: all’inizio della partita vi sarà chiesto di attivare una modalità semplificata grazie alla quale potrete contare su di un cuore supplementare per ognuno dei due personaggi e schermo (Donkey e Diddy) e tanti oggetti in grado di dare un’ulteriore chance agli sventurati giocatori. Senza considerare il numero di banane e di vite supplementari sparse per i livelli. In caso di diverse morti consecutive vi sarà la possibilità di attivare una sorta di guida automatica che vi traghetterà alla fine del livello.
I duri e puri potranno invece optare per la modalità classica e prepararsi a sudare le proverbiali sette camice per raggiungere la fine del settimo mondo…anzi no, dell’ottavo! Gli sviluppatori hanno infatti deciso di creare un ulteriore gruppo di livelli da giocare una volta completata l’avventura principale. La qualità di questi ultimi non è eccelsa, ma già il fatto di arrivarci rappresenterà una bella soddisfazione.
Huston, abbiamo un problema.
Per fare un esempio, ora il gesto di soffiare e il rotolare sono governati dallo stesso pulsante. La conseguenza è che spesso ci è capitato di ruzzolare contro un nemico o giù da un precipizio per colpa della poca reattività del gioco a leggere i nostri comandi. Considerando che quasi sempre Donkey Kong Country Returns 3D richiederà un tempismo e una precisione demoniaci, capirete che le imprecazioni saranno proprio dietro l’angolo.
A macchiare ulteriormente il lavoro di conversione è un frame rate non sempre incollato ai trenta frame per secondo. Nelle situazioni più concitate, infatti, il gioco perde la fluidità che contraddistingueva la versione Wii.
Tutto male dunque? No, perché il cuore di Donkey Kong Country Returns 3D è sempre una sorta di manuale del game design, nel quale ogni ostacolo e ogni oggetto è posizionato con cura maniacali. I tanti livelli a disposizione, infarciti di segreti, vi terranno incollati a lungo al 3DS alla ricerca dell’agognato 100%, senza considerare che propongono una varietà stilistica e concettuale davvero rara. Il comparto grafico, a parte le sbavature appena accennate, è comunque di pregevole fattura con personaggi ottimamente animati e caratterizzati, che riescono a dare spessore alla non-trama che sorregge le gesta del dinamico duo di gorilloni. Le minori dimensioni dello schermo 3DS mascherano meglio la natura in bassa definizione del codice Wii e l’effetto stereoscopico è ben implementato.
Immutata invece la strepitosa colonna sonora, fatti di riarrangiamenti dei brani sentiti negli originali Donkey Kong Country per SNES, più alcuni brani nuovi, tutti comunque strepitosi.
Conclusioni