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Recensioni

Ni no Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea Remastered – Recensione (PS4)

Sembra passata un’era da quando giocai per la prima volta Ni No Kuni: La Minaccia della strega Cinerea, un interessante jrpg rilasciato inizialmente su Nintendo DS nel 2010, poi realizzato anche per PlayStation 3 nel 2011 la quale versione è arrivata in occidente nel gennaio del 2013.

Lucciconio ha un adattamento alquanto originale. Parlerà in romanesco per tutto il gioco.

Il titolo di Level-5 è stato realizzato con la collaborazione di Studio Ghibli che ha curato il design dei personaggi e i filmati di intermezzo. Probabilmente è anche il motivo per cui il titolo all’epoca ha ricevuto una grande pubblicità. Nei giorni precedenti ho avuto l’occasione di giocare alla versione rimasterizzata per PlayStation 4. Colgo dunque l’occasione per esporre il mio parere sul titolo in questa nuova versione.

 

Un altro mondo (parallelo al nostro)

Ni No Kuni (che letteralmente significa Un altro mondo) segue le avventure di un giovane ragazzo di nome Oliver che vive nella tranquilla città di Motorville assieme a sua madre, la quale scompare a causa di un infarto. Il bambino è depresso e le sue lacrime, cadendo su un pupazzo regalatogli anni prima proprio dalla mamma prende vita. L’essere, con una parlantina in romanesco, rivela di chiamarsi Lucciconio, il signore di tutte le fate e che esiste ancora una speranza per salvare sua madre: Oliver dovrà recarsi assieme a Lucciconio nel suo mondo e apprendere le vie della magia per sconfiggere il malvagio mago Shadar.

La meravigliosa e apparentemente tranquilla città di Motorville.

Inizia così una lunga avventura che dal punto di vista della trama non brilla per originalità ma riesce comunque a mantenere vivo l’interesse. I personaggi risultano carismatici e si integrano più che bene nell’intreccio narrativo. Se a questi aggiungiamo l’ottimo design dello Studio Ghibli e le fantastiche sequenze di intermezzo realizzate a mano, possiamo ritenerci soddisfatti. A proposito, sapevate che è anche in arrivo un film sul brand?

La prima area del grandissimo mondo di gioco

Un famiglio per amico (e un combat system poco ottimizzato)

Per quanto concerne il gameplay, le meccaniche sono di base quelle di un classico jrpg con la main quest che si alterna a sfide secondarie. Lo stile di combattimento è in tempo reale, con alcune meccaniche tattiche, un po’ come accade in Final Fantasy XII. Il nostro party è composto da più personaggi ciascuno dotato di famigli, creaturine (in tutto più di 400) in grado di combattere che potremo creare, catturare e far evolvere, proprio come accade in un famoso titolo di GameFreak.

Proprio come in Pokémon potremo far combattere i nostri famigli e fargli guadagnare punti esperienza e dunque evolvere.

Devo ammettere però che la gestione dei famigli la preferisco a quella dei mostriciattoli portatili: i nostri amichetti possono essere anche dotati di equipaggiamenti come spada, armature e scudi. Dovremo anche prenderci cura di loro donandogli prelibatezze per migliorare le loro abilità e la loro affinità con il portatore.

Prendersi cura dei famigli sarà fondamentale per farli migliorare nel combattimento.

Ciascun famiglio condivide energia e punti magia con il proprietario ed è in grado di combattere per un periodo limitato di tempo, terminato il quale è necessario farlo riposare. Fortunatamente abbiamo la possibilità di switchare fino a tre famigli per membro del party.

Questo tipo di combat system è buono sulla carta, ma di fatto, soprattutto quando il nostro party inizia a crescere, diventa un po’ caotico. A causa della scarsa i.a. saremo quasi sempre costretti a switchare personaggio per evitare di perdere troppi punti vita. A poco serve la schermata di gestione del party che riesce a fornire direttive poco mirate.

Nonostante la presenza di un sistema che permette di organizzare le tattiche di combattimento rimane il grande problema dell’i.a dei membri del party.

Esclusi i problemi che potrebbe dare inizialmente il combat system, la difficoltà di gioco non è molto elevata. La curva di apprendimento è ben bilanciata anche se molto spesso (specialmente nella seconda parte del gioco) siamo costretti a fermarci per dedicarci al grinding. Questo perché alcuni boss richiedono membri del party e famigli con un livello elevato. Armatevi di pazienza e preparatevi a sessioni di gioco alquanto ripetitive.

Gli occhi del Cuore

Cambia gdr, cambiano i personaggi ma un elemento che torna sempre sono questi benedetti “cuori”, metafora dell’anima del personaggio. Nel caso di Ni No Kuni i cuori possono “perdere dei pezzi” e diventare cuori infranti. Niente paura, potremo curarli: basta prelevare dei pezzi di cuore (che corrispondono ad una qualità come gentilezza o entusiasmo) da persone che ne sono particolarmente ricche. Curare cuori infranti è una delle attività delle side-quests più comuni e ammetto che alla lunga può divenire ripetitivo.

Magari fosse così facile ottenere dell’entusiasmo anche nella vita reale!

Un mondo di gioco meraviglioso

Il mondo di gioco è vasto e garantisce una buona varietà di paesaggi. Ho già parlato dell’ottima realizzazione dei personaggi, grazie alla collaborazione con Studio Ghibli che anche in ambito degli scenari ha svolto un lavoro eccelso. Ogni luogo, ogni città che visitiamo è viva e garantisce un buon numero di attività da svolgere. Le ore di gioco che impiegheremo per completare la main quest sono circa quaranta ma diventano una sessantina per completarlo al 100%.

Uno dei minacciosi boss di fine dungeon. Sebbene sembri minaccioso è abbastanza facile da sconfiggere.

L’ottima colonna sonora di Joe Hisaishi e l’adattamento romano

Questa magica avventura verrà accompagnata dall’ottima colonna sonora realizzata da Joe Hisaishi, storico compositore che ha realizzato anche le musiche di molti film dello Studio Ghibli. Le sue melodie riescono ad adattarsi ad ogni momento di gioco dandogli quella connotazione fiabesca e avventurosa. Sicuramente uno dei miei elementi preferiti.

Muccakesh è solo uno dei tanti luoghi che visiteremo nel vasto mondo di gioco.

C’è poi la questione dell’adattamento che in generale è di buona fattura ma ha anche qualche difetto. Il nome di alcuni mostri ed alcune location si prendono forse un po’ di libertà rispetto alla già ottima versione inglese.

Lo stesso romanesco di Lucciconio (che vuole rifarsi al dialetto di Osaka in lingua originale) risulta sì simpatico all’inizio ma troppo accentuato nel proseguimento del gioco. In alcune fasi un po’ delicate anche fuori contesto. Alla fine è un videogioco, non un meme di Oznerol o Mazza Chiodata (direi anche mio ma non mi va di essere troppo autoreferenziale).

La remastered

Adesso prendiamo in analisi la questione “remastered”. Ni No Kuni sbarca su PlayStation 4, Pc e Nintendo Switch ad un prezzo che ricorda di più un titolo appena uscito (soprattutto se parliamo della versione Switch). Nelle versione PlayStation 4 possiamo giocare il titolo a 60 fps a 1440p oppure a 30 fps in 4k. Su pc non avremo problemi a far girare il tutto a 60 frame in 4k. Non aspettatevi un upgrade grafico miracoloso. Tolto qualche effetto e l’anti aliasing il titolo è ai livelli del 2011, laddove si notavano già alcuni difettucci di pop-up degli oggetti e leggeri bug di collisione dei personaggi. Niente di grave comunque, la qualità tecnica resta più che buona.

Di tanto in tanto sono presenti piccole fasi platform o indovinelli da risolvere. Una trovata carina.

Detto questo in quanto a contenuti non ci sono novità. Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere un’i.a. migliorata e qualche accorgimento tecnico in più. Davvero ottima la versione Nintendo Switch, che sebbene sia lockata a 30 fps e abbia una risoluzione minore garantisce un’esperienza tecnicamente simile alla versione PlayStation 3.

 

Il piacere di rigiocare a Ni No Kuni

Lo dissi otto anni fa, lo ripeto adesso: Ni No Kuni: La Minaccia della Strega Cinerea di Level-5 è un titolo da giocare, nonostante i suoi piccoli difetti. Una fiaba classica, dalla narrativa semplice, degli ottimi personaggi ed una fantastica realizzazione artistica nata dalla collaborazione con Studio Ghibli. La versione remastered è un’ottima seconda possibilità per chiunque si sia perso questo jrpg nella generazione precedente.

 

>>Leggi anche: Ni No Kuni 2: Recensione

This post was published on 16 Settembre 2019 16:00

Amerigo "ilCirox" Cirelli

Sono nato nel 1995, gioco ai videogiochi da quando ne ho memoria. Più che una passione, per me il videogioco è un medium capace non solo di intrattenere ma, vista la sua natura interattiva, di creare vere e proprie esperienze. Per questo motivo, dopo un'adolescenza passata a videogiocare ho deciso di iniziare a scriverne. Attualmente sono impegnato negli studi giuridici-economici, scrivo su Player.it dal 2018 e gestisco la famosa pagina di meme "ilCirox" su Facebook ed altri social network dal 2015.

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