Da tempo si sentiva la mancanza di un titolo in grado di far rilassare il giocatore, facendogli però vivere una avventura degna di questo nome. Con Yonder: The Cloud Catcher Chronicles, lo studio australiano Prideful Sloth è riuscita in questa impresa: creare una storia pacifica ed avvincente, arricchita da un interessante gameplay e da un vasto mondo di gioco.
Per questa recensione è stata analizzata la versione per Sony Playstation 4.
Ci è dato sapere poco all’inizio di Yonder: il protagonista, un giovane silenzioso e senza nome, naufraga sull’isola perduta di Gamea, dove Aerie, una misteriosa entità, lo incaricherà di salvare i suoi “figli”, i folletti, e liberare le pacifiche terre dal Miasma.
Ci troviamo di fronte ad una trama alquanto semplice dove il nemico non è ben definito: il miasma non è nient’altro che una semplice nube viola, atta a bloccare aree del mondo un tempo rigogliose e fiorenti di vita.
Inizialmente non ci è dato sapere molto riguardo le vicissitudini dell’isola di Gamea: le informazioni che la misteriosa Aerie ci fornirà saranno spalmate lungo il corso dell’avventura, lasciandoci così privi di un qualsiasi coinvolgimento.
Per trovare delle risposte, sarà assolutamente necessario proseguire con la storia principale.
Le vaste terre di Gamea ospitano flora, fauna e civilità assolutamente pacifiche: durante i viaggi del nostro eroe, chiamato da Aerie “Guardiafolletto”, incontreremo diverse specie animali da ammaestrare e molti simpatici personaggi, alcuni dei quali ci forniranno missioni secondarie da svolgere.
Le missioni sono di vario genere: alle volte sarà necessario solamente ottenere oggetti o costruirne utilizzando la comoda funzionalità di crafting presente nel gioco, altre volte invece ci troveremo di fronte ad imprese più peculiari, come la fuga da un tè in maschera da parte dei simpatici “groffoli”, giganteschi animali pelosi che ricordano i bovini.
E’ importante sottolineare come all’interno di Yonder non siano presenti esperienza, livelli, statistiche, vita o armi: il titolo mantiene una linea fortemente pacifica e punta tutto sulla narrazione e sull’esplorazione.
Scordiamoci le schermate di gameover, le morti e il ritorno ai checkpoint, il punto focale di Yonder è vivere, apprezzare il mondo di gioco e renderlo ancora più meraviglioso.
Per fare ciò, nel titolo è stato implementato un sistema di Crafting, diviso per categorie: sarà possibile costruire oggetti in legno per cucinare e persino creare macchinari per aiutarci nella produzione di determinati oggetti.
I capomastri di ogni arte saranno dislocati in differenti città e, per unirsi alle loro gilde, sarà necessario completarne delle missioni. Solo allora gli esperti artigiani tramanderanno le loro conoscenze al giovane protagonista.
Se l’artigianato non è di gradimento, il mondo di Gamea offre molteplici possibilità, quali la pesca, la coltivazione di alberi e piante, o l’allevamento.
Per ammaestrare gli animali liberi
nelle vaste pianure sarà necessario dar loro un oggetto, solitamente il loro cibo preferito e queste inizieranno a seguirci; a questo punto, portandole nelle fattorie da noi costruite, potremo tenerle come animali d’ allevamento, ottenendo così prodotti naturali, ad esempio il latte, ogni giorno.
Yonder è un titolo colorato, con una grafica molto semplice e simpatica. Le ambientazioni, il punto forte del titolo, possono far fermare qualsiasi giocatore nella sua esplorazione per mostrargli paesaggi mozzafiato, migliorati dal fantastico gioco di luci.
Il character design risulta giovanile, fresco, singolare: in puro stile pacifista, la software house Australiana ha creato personaggi ed animali dall’aspetto simpatico e divertente. Anche il miasma, il pericoloso nemico che aleggia sulle terre di Gamea, ha il semplice aspetto di una nube viola per nulla minacciosa.
Ad aggiungere ancora più pace all’atmosfera, sono presenti diverse musiche dai tratti bucolici, armoniosi, fanciulleschi. Il titolo cambia musica automaticamente durante lo scorrere del tempo, portando così variazioni mattutine e serali.
Nonostante le meravigliose musiche presenti all’interno del titolo, gli sviluppatori della Australiana Prideful Sloth hanno preferito dare più peso ai suoni della natura, come grilli, groffoli, uccelli, ruscelli.
In Yonder: The Cloud Catcher Chronicles, l’avventura è infinita: le moltissime azioni da compiere e gli svariati percorsi da intraprendere permettono ai giocatori di trovare il loro stile personale. Nonostante sia necessario, ai fini della storia, imparare le diverse arti presenti, il titolo non forza in alcuna maniera il giocatore a farlo.
Nonostante bastino 10 ore per concludere le missioni principali della storia, Yonder risulta essere amabile e longevo per lunghi periodi di tempo, grazie alla grande varietà di imprese e attività presenti nel mondo di gioco.
CONCLUSIONE
Prideful Sloth ha realizzato un titolo dall’enorme potenziale e dal divertimento teoricamente infinito: proprio come con Harvest Moon e Animal Crossing, Yonder riesce nella creazione di una nuova dimensione dove potersi rifugiare.
This post was published on 2 Agosto 2017 12:00
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