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Recensioni

Recensione SuperHot VR

SUPERHOT VR, UN TITOLO DECISAMENTE SPIAZZANTE

Quando, nell’ormai lontano 25 febbraio del 2016, venne rilasciata questa piccola perla indie, nessuno avrebbe mai potuto immaginare che quasi un anno e mezzo dopo, la stessa sarebbe tornata prepotentemente in auge, candidandosi di diritto come uno dei più bei titoli per realtà virtuale attualmente in commercio. Superhot VR quindi, forte del suo stile unico e delle sue fantastiche meccaniche, trova la propria sublimazione artistica proprio grazie alla tecnologia dei visori e ci catapulta in un mondo che potremmo descrivere come una riuscita fusione tra Tron e Matrix.

Lo stile minimalista di Tron descrive bene la scelta fatta per Superhot VR

UN BULLET TIME COSI NON L’AVETE MAI VISTO

L’idea di base di Superhot VR è tanto semplice quanto geniale, abbiamo infatti a che fare con un FPS classico, nel quale però il tempo scorrerà unicamente quando noi ci muoveremo. Detta cosi sembra quanto di più semplice possa esserci, ma all’atto pratico non è proprio cosi. Indossato infatti il nostro casco VR, e infilati i fondamentali controlli MOVE, senza i quali non è possibile giocare a questo titolo, verremo catapultati in un mondo asettico, dove il bianco la fa da padrone e il design è quanto di più minimalista possa esserci. Il visore ci permette di muovere la testa e scrutare il quadro a 360 gradi, mentre grazie ai controller potremo muovere le nostre mani virtuali davanti a noi. I nemici sono rappresentati da ammassi di poligoni rossi, dalla forma umanoide, che risaltano benissimo sul bianco dello sfondo. Lo scopo del gioco è semplice, uccidere tutti i nemici prima che loro uccidano noi. Per farlo basta un colpo, inferto in qualsiasi modo e con qualsiasi arma, ma occhio, perché anche noi, appena colpiti, dovremo ricominciare da capo.

I pugni saranno le prime armi che impareremo ad usare

BENVENUTO IN TROTRIX

Il primo impatto con le meccaniche di gioco di questo Superhot VR è abbastanza soft. Avremo infatti un singolo nemico, fermo davanti a noi, da colpire con un bel gancio destro. Ovviamente dovremo compiere il movimento con una certa velocità per vederlo andare in pezzi. Quasi subito però scopriremo che oltre alle mani nude, potremo usare vari tipi di armi. Pistole, uzi, stellette ninja, pugnali e anche armi improprie quali bottiglie, posacenere, macchine fotografiche. Bisogna quindi portare la propria mano virtuale sull’arma, “grabbarla” con l’apposito tasto che ci permette di chiudere la mano a pugno e poi muoverla nello spazio intorno a noi. Di una semplicità disarmante, ma è proprio qui che il gioco da il meglio di sé. I nemici infatti non si muoveranno se noi non ci muoveremo. Dovremo quindi prendere l’arma facendo attenzione ai loro movimenti, sparare considerando che quando il colpo parte, i nemici si muoveranno e dovremo quindi mirare a dove pensiamo che andranno più che a dove sono. Dovremo scegliere quali obiettivi far fuori per primi, stare attenti ai loro attacchi e schivare le loro pallottole, tracciate con una vistosa scia rossa. Nei livelli più avanzati questo significa muoversi come faceva Neo in Matrix, abbassandosi, ruotandosi e cercando di usare al meglio le proprie (poche) munizioni. In alcuni livelli saremo disarmati e dovremo utilizzare gli elementi dello scenario per risolvere la situazione.

Come Neo in Matrix dovremo schivare molte pallottole per non morire

UNA SFIDA ESALTANTE

Man mano che i livelli si susseguono, la sfida si fa sempre più esaltante. I nemici iniziano ad aumentare di numero e armamento, costringendoci a ripetere gli stessi scenari più e più volte per poterli superare. Da questo punto di vista, l’unico aspetto che può provocare frustrazione, è il dover rifare tutta la sequenza di livelli ogni volta che si muore. Avremo infatti 5/6 scenari per blocco, e se moriamo all’ultimo, dovremo ricominciare dal primo di quella sequenza. Questo, per certi versi, mi ha riportato alla mente la mia adolescenza, quando, drogato dei vari sparatutto delle sale giochi (The House of the Dead e Time Crisis) si finiva per imparare a memoria ogni nemico, ogni movimento, ogni sequenza, riuscendo a finire il gioco anche con una sola moneta. L’idea di questo Superhot VR è esattamente la stessa, con in più la tecnologia della realtà virtuale, che regala un’immersività totale, in una delle più belle esperienza provate fino ad oggi. All’interno del gioco sono presenti delle vere e proprie “chicche”, due su tutte. Un computer anni ’80 con tanto di floppy disk da inserire, e il dover indossare un casco per la realtà virtuale mentre siamo NELLA realtà virtuale. Ed un trofeo specifico per aver ucciso un nemico senza guardarlo, un premio allo stile che mi ha fatto sentire un vero eroe action del cinema.

Se c’è una cosa che non manca in questo gioco, sono i nemici!

COMPARTO GRAFICO E DIFETTI

Il comparto grafico è difficile da giudicare. I livelli sono infatti volutamente stilizzati, e la scelta, pur minimalista, ha una resa incredibilmente azzeccata per il risultato finale del gioco. Anche i nemici, nella loro approssimazione poligonale, richiamano le sentinelle delle realtà virtuali, almeno nella loro accezione anni ’80. Il sonoro è anch’esso minimalista, ma fondamentale per regalarci quell’immersività a 360 gradi che Superhot VR risulta avere. Nei vari livelli non ci sarà permesso di muoverci dalla nostra posizione, questo da un lato azzera qualsiasi “nausea” o motion sickness, dall’altro ci porta forse all’unico vero difetto di questa produzione, ovvero lo spazio. I nostri movimenti infatti saranno limitati a spostarsi di uno o due passi in ogni direzione, per schivare, colpire o temporeggiare e questo richiedere molto spazio libero intorno a noi. Durante le fasi più concitate infatti si rischia seriamente di perdere l’orientamento nel proprio spazio di gioco e di finire contro qualche mobile o per dare un pugno al muro accanto a noi. Altro piccolo difetto emerge quando, presi dall’azione, finiremo con il MOVE fuori dalla portata della PS Camera, perdendo di fatto la posizione della mano nella realtà virtuale di Superhot VR. Questo problema è molto fastidioso sopratutto quando cercheremo di raccogliere armi che sono finite a terra, o tentiamo di disarmare un nemico sopra di noi. Insomma, qualche piccolo difetto c’è, ma non toglie davvero nulla al divertimento di un gioco in grado di sfruttare il VR come nessun altro gioco aveva saputo fare fino ad oggi.

Volano spade, pallottole, armi e quant’altro nei livelli più difficili

Superhot VR si candida di diritto come uno dei migliori giochi per la realtà virtuale attualmente in commercio. Le meccaniche di gioco richiamano il divertimento dei primi Time Crisis, unendolo con un’ambientazione alla Tron e mettendoci dentro un rivisitato Bullet Time alla Matrix. Questo mix esplosivo produce un gioco frenetico e divertente, nel quale ci sentiremo immersi in una “guerra” virtuale. Ogni livello può essere affrontato e superato in modi sempre diversi e creativi, e l’unico limite è la nostra fantasia. Un “must have” per tutti i possessori di VR.

Versione provata su Sony VR e PS4, grazie a: Superhot Team

This post was published on 29 Luglio 2017 12:00

Mauro Zini

Collaboratore presso Lineadiretta.it e Player.it. Appassionato di libri, cinema, serie Tv e videogiochi. Nerd da quando non era di moda esserlo. Coach di basket e istruttore di minibasket accreditato presso la FIP.

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