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Recensione Theseus

THESEUS, QUANDO LA MITOLOGIA INCONTRA L’HORROR

La mitologia, per molti dei nati dalla metà degli anni ’80 in poi, si limita quasi unicamente a due aspetti della vita. La scuola, con le (troppo spesso noiose) lezioni su Iliade e Odissea, i racconti dei miti greci e quant’altro e i cartoni animati. Cartoni animati che ci hanno regalato perle che hanno attinto a piene mani dalla mitologia ellenica come I Cavalieri dello Zodiaco o la simpatica Pollon in chiave squisitamente ironica. Il mondo dei videogiochi non ha tardato molto a riproporre molti di quei miti e di quelle leggende, alcune volte cambiando ambientazione, altre volte stravolgendo storie che tutti conoscono. Nel caso di Theseus, produzione disponibile per la realtà virtuale, gli italianissimi programmatori di Forge Reply hanno scelto di proporci uno dei miti più celebri e conosciuti di sempre in una chiave abbastanza fedele all’originale ma con una nota squisitamente horror. Nasce cosi l’esperienza VR di questo Theseus.

Teseo secondo… Pollon!

UN LABIRINTO SOSPESO NELL’ONIRICO

l’incipit del gioco, come ormai sta diventando di moda fare, è totalmente privo di informazioni o qualsivoglia introduzione. Facciamo infatti camminare il nostro Theseus fino ad una porta di pietra illuminata, risvegliandoci all’interno di un enorme labirinto che, diciamocelo francamente, avrebbe bisogno di una bella ristrutturata. I muri intorno a noi infatti tendono a crollare, cosi come pavimenti, colonne e quant’altro. Non avendo alcuna informazione su cosa fare, escluso ovviamente il meta game legato al mito del Minotauro, ci troveremo ben presto a scorrazzare per le sale abbandonate, iniziando a prendere confidenza con un parco comandi davvero essenziale. Poco più avanti troveremo una luce (qualcuno ha detto il filo di Arianna?) e, seguendola, sarà proprio la voce di Arianna a raccontarci che un tempo quel labirinto era un luogo di pace e amore, e Asterius, il Minotauro, ne era il custode e protettore, finché non venne corrotto da una misteriosa sostanza nera, che ha pervaso luogo e custode, trasformando il tutto in una specie di livello vintage di Resident Evil. Il resto è abbastanza palese, c’è una torre di luce e dovremo arrivare li, dove la nostra Arianna ci aspetta, facendo attenzione a non farci trovare dal bruto.

Il labirinto del nostro Theseus

IL MINOTAURO NON ME LO RICORDAVO COSI’

Il Minotauro, nei miti e nelle leggende, era una feroce creatura con il corpo di uomo e la testa di toro. Qui invece il dolcissimo Asterion è alto quasi come un palazzo di tre piani e assomiglia vagamente ad un Balrog del Signore degli Anelli senza fiamme. Beh, un Balrog senza fiamme sarà uno scherzo da sconfiggere direte voi, peccato che qui non ci sono stregoni ma solo un eroe greco dotato unicamente di torcia e spada, Il ché rende il tutto un pizzico più difficile, o almeno dovrebbe. Il gioco infatti, come vedremo tra poco, risulta fin troppo semplice, con un gameplay davvero ridotto ai minimi termini. Un vero peccato perché ambientazione e uso del VR vengono usati con una certa maestria. Ma andiamo nel dettaglio a scoprire cosa ci attende nel famoso labirinto.

Questa immagine rende bene l’idea del Minotauro

VR, UN TAGLIO DANNATAMENTE CINEMATOGRAFICO

La prima cosa che salta agli occhi di questo Theseus è l’uso della regia. Avremo infatti diversi tipi di inquadratura, da una visuale in terza persona, nel quale cammineremo appena dietro al nostro eroe, spostando la sua testa con i nostri movimenti del casco VR, ad inquadrature dall’alto, in grado di farci vedere interi ambienti, e nel quale i movimenti ricordano un po’ i primi Resident Evil. Tutto questo è funzionale alle scelte di gameplay. Il nostro eroe infatti non avrà attacchi speciali, esperienza o poteri. Quello che possiamo fare è camminare, saltare o abbassarci premendo il tasto giusto al momento giusto. Saltare da alcuni speroni di roccia stile action game (qualcuno ha detto Drake?) Oppure agitare la torcia o attaccare con la spada. Fine. Nulla più, nulla meno. Le inquadrature diventano quindi funzionali a questa scelta di semplicità. I nemici infatti saranno spesso rappresentati da alcuni ragni giganti che hanno trovato nel labirinto la loro tana perfetta. Percorrere un buio labirinto, agitando la torcia per spaventare i ragni e ricacciarli nell’oscurità ha un suo pathos. Occhio però a non finire inavvertitamente sotto uno scolo dell’acqua (avevo detto all’amministratore che c’era una perdita) come ho fatto io, perché la torcia si spegne e sono dolori.

La regia è il grande pregio di questo titolo

COMPARTO GRAFICO E DIFETTI

Il comparto grafico, considerata l’entità della produzione è di buonissimo livello. Le texture sono ben riuscite e il labirinto è ideato e realizzato con molta cura. Anche il nostro eroe è ben caratterizzato, cosi come il Minotauro. La vera debolezza del titolo è nella durata complessiva (intorno alle due ore di gioco) e alla relatività difficoltà dello stesso. Il tutto infatti scorre via quasi senza intoppi, nella quasi totale assenza di enigmi, combattimenti impegnativi o colpi di scena. Anche i ragni, dopo aver capito come affrontarli, smettono di incutere lo stesso timore dei primi incontri, mentre il Minotauro, che di timore ne incute eccome, è una presenza troppo aleatoria, e i momenti di contatto saranno ben pochi, nei quali verremo uccisi solamente quando non riusciremo a capire dove dover andare. Il gioco dunque diventa quasi una lunga demo, che ci propone da un lato un’atmosfera accattivante e un’ambientazione che stimola e appassiona, mentre dall’altra un gioco molto guidato, semplice e corto, che finisce lasciandoci quasi l’amaro in bocca. L’ennesima dimostrazione di come la tecnologia VR possa rappresentare uno sbocco incredibile per i creativi, ma versa ancora in uno stato embrionale, quasi sperimentale. In quest’ottica, questo esperimento può dirsi, purtroppo, riuscito solo a metà.

Non farsi scoprire è un buon metodo per non morire

Theseus è un “walking simulator” in grado di regalarci un’ambientazione suggestiva e altamente immersiva. Le scelte registiche sono di notevole impatto, ma la brevità del titolo, unita ad una semplicità nel gameplay decisamente irrisoria, lo rendono più simile ad una demo che ad un vero gioco. Mezzo voto in più per la produzione totalmente italiana del prodotto, che speriamo possa essere un trampolino di lancio per futuri giochi più consoni agli standard attuali del settore.

Versione provata su Sony VR e PS4, grazie a: Forge Reply

This post was published on 28 Luglio 2017 12:00

Mauro Zini

Collaboratore presso Lineadiretta.it e Player.it. Appassionato di libri, cinema, serie Tv e videogiochi. Nerd da quando non era di moda esserlo. Coach di basket e istruttore di minibasket accreditato presso la FIP.

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