“In Dragonborn, naviga verso Morrowind, precisamente sull’isola di Solstheim. Scopri città, segrete, caverne e missioni mentre attraversi le distese di cenere e le vallate glaciali di questa nuova terra.”
Dragonborn vede il Dovahkiin dirigersi verso un’isola al largo della costa di Morrowind. L’isola di Solstheim costituita da una parte glaciale e parte coperta di cenere, sarà lo scenario in cui il Dovahkiin dovrà affrontare il primo Sangue di Drago, Miraak. E’ in questa favolosa e piuttosto grande isola che scoprirete città segrete, caverne e nuove missioni. L’isola di Solstheim e il suo contenuto possono essere considerati come una mini-avventura, qualcosa di molto simile al gioco principale in sé, ma su una scala molto più piccola. La quest principale, infatti, vi porterà via più o meno 6 ore senza considerare, però, tutte le side quest e una nuova parte del mondo di gioco tutta da esplorare. In totale il pacchetto aggiuntivo vi garantisce almeno 30 ore di gameplay nuovo ed esclusivo. Per avviare il DLC non sarà assolutamente necessario aver completato la quest principale di Skyrimo aver raggiunto un certo livello, anche se per avviare il dialogo con Miraak sarà necessario aver ucciso Alduin.
“Diventa più potente con nuovi urli che piegano la volontà dei tuoi nemici e domano perfino i draghi. Il tuo destino e quello di Solstheim è appeso a un filo, un filo legato al tuo più letale avversario… il primo Sangue di Drago.”
Saranno i cultisti, i primi nemici ad accoglierci in Dragonborn. Sarà dopo averli uccisi che scopriremo il loro obiettivo. “Sali sulla vergine del Nord ormeggiata a Rocca del Corvo. Raggiungi Windhelm e inizia la tua ricerca. Uccidi il falso Sangue di Drago noto con il nome di….ed ecco comparire in nostro nome…prima che possa raggiungere Solstheim. Torna con i vessili della vittoria e Miraak ne sarà compiaciuto.”
Se i Cultisti mascherati vi hanno fatto paura, tenetevi pronti a combattere contro nemici molto più temibili. Bethesda in Dragonborn non ha certo lesinato con l’aggiunta di nuovi nemici, nuove armi ed armature e sopratutto con i nuovi urli. Nessuna delle nuove armature è più resistente di quelle che già dovreste possedere, ma agli amanti del collezionismo faranno certamente gola le armature di Ossa Fuse, Chitina e quella Nordica. Le nuove armi, solo ed esclusivamente nordiche, non sono migliori di quelle già in circolazione ma migliorate al punto giusto, vi potranno certamente essere d’aiuto per combattere contro i Morag Tong, serpenti giganti, un mostro chiamato Lurker e nuove tipologie di draghi.
Una nota di merito, inoltre, la merita senz’altro l’ urlo che vi permetterà di domare e cavalcare i draghi. Questa nuova opzione che tutti sognavamo da quando Skyrim ha fatto il suo debutto ha, però, delle notevoli limitazioni. I draghi, infatti, possono essere cavalcati solo sull’isola di Solstheim – dimenticate quindi di vedere tutta Skyrim dall’alto – e il controllo su di essi non è totale.
Cosi come per Skyrim anche per Dragonborn la situazione non è migliorata dal punto di vista delle texture altalenanti, in alcuni casi estremamente realistiche, in altri povere e mal gestite. Nonostante la presenza di questi difetti notabili soprattutto da un occhio critico, la resa complessiva del mondo che ci circonda è più che soddisfacente. Altra nota dolente sono i tempi di attesa per i salvataggi che, purtroppo, più si va avanti con il gioco e più diventano lunghi.
Detto questo è anche vero, però, che dopo aver terminato la questline principale di Dragonborn la sensazione è stata la stessa di quando è finito Skyrim. Nessuna delusione, anzi grande soddisfazione e desiderio di esplorare il mondo di gioco il più possibile. Dopo una nottata intera per finire la storia principale, il pensiero era svegliarmi per vedere cosa ci fosse fuori di li. Se come me, avete provato una profonda delusione con Dawnguard o Hearthfire, non lasciatevi scoraggiare e buttatevi a capofitto in questa nuova avventura che è finalmente quello che i fan si aspettavano da Bethesda.
This post was published on 4 Dicembre 2012 10:33
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