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Recensione: Castlevania – La Serie

Finalmente, dopo tanta hype tra trailer nostalgici, teaser e interviste, è approdata su Netflix la serie Castlevania. Prodotta da Adi Shankar, la serie era stata annunciata, o per lo meno Shankar ne aveva parlato, già nel 2015 dopo quasi otto anni di development hell. Di fatto l’autore Warren Ellis (tra gli autori di Dead Space) era al lavoro su un adattamento animato del terzo capitolo della saga, Castlevania III: Dracula’s Curse, già nel 2007, in stretto contatto con Koji Igarashi, ma il progetto non è mai andato in porto, fino ad ora, pur essendo stato trasformato da un lungometraggio ad una serie televisiva.

Ecco come appare Dracula

La prima stagione conta quattro episodi da 25 minuti ciascuno, ed è stata prodotta da Adi Shankar, Fred Seibert e Kevin Kolde della Frederator Studios. Animata da Frederator Studios e Powerhouse Animation Studios è diretta da Sam Deats. Essendo una coproduzione americana e canadese, lo stile di animazione è più simile ad un prodotto occidentale, con qualche rimando a certi archetipi dell’animazione nipponica ben armonizzati in un prodotto che comunque mantiene la propria identità e non si perde in ammiccamenti non necessari. Qualitativamente parlando siamo davanti ad un ottimo risultato, con fondali ben curati e animazioni dettagliate. La paletta dei colori, molto tendente al rosso, dà un effetto quasi sanguinoso, che ben si adatta al tema dell’opera.

Dal punto di vista della trama, la serie ripercorre e amplia gli eventi di Castlevania III: Dracula’s Curse. La storia si svolge in Valacchia, regione della Romania, a partire dal 1455, quando una giovane donna, Lisa, arriva al castello di Vlad Dracula Tepes chiedendo di poter accedere alle sue conoscenze per poter diventare un medico. Non una guaritrice, come all’inizio la chiama Dracula, ma un medico vero e proprio, che basa le proprie cure sulla scienza. Sarà l’inizio di una storia d’amore che porterà Dracula a non essere più così infastidito dall’umanità, ma l’assassinio di Lisa da parte delle alte gerarchie ecclesiastiche della capitale della regione Targoviste infiamma l’odio verso gli uomini del potente vampiro, che da loro un ultimatum: andatevene dalla Valacchia entro un anno e avrete salva la vita.

Trevor Belmont

Credete lo facciano? Ovviamente no e l’ira di Dracula si scatena sotto forma di un esercito infernale che va in giro a divorare, letteralmente, chiunque trovi sulla propria strada. Ed è durante le lunghe notti di caccia di questi demoni che conosciamo Trevor Belmont, ultimo della casa scomunicata di noti cacciatori di mostri e vampiri, ormai più dedito alla bottiglia che all’attività di famiglia. Ma il ritorno alle vecchie abitudini è rapido, quando la situazione a Gresit diventa insostenibile e nonostante la scomunica la chiesa locale lo richiama al lavoro.

A livello di trama ci troviamo davanti ad un adattamento molto meticoloso, con pochi stravolgimenti, più che altro vediamo l’espansione della trama per quanto riguarda l’antefatto che causa la furia di Dracula, ma c’è anche da dire che nei quattro episodi che compongono la prima stagione non vediamo molto, la trama viene lasciata a metà, non con un cliffhanger ma comunque in un punto che, da spettatore, ti lascia un po’ con l’amaro in bocca, perché vuoi sapere come va avanti. Di fatto, questa prima stagione si propone più come un prologo di due ore all’azione principale, un modo per presentare una storia, o meglio un mondo intero, di cui molti non sanno granché, vuoi perché all’uscita il concetto di videogioco era ancora “roba da sfigati”, vuoi perché comunque in Europa Castlevania III Dracula’s Curse è uscito nel 1992, e ora come ora è più facile trovare gente che se nomini Castlevania pensa ai più recenti Lords Of Shadows, o al classico della serie per Playstation, Castlevania Symphony Of The Night.

Belmont, Sypha e Alucard

Chi invece la storia la conosce o è al corrente delle avventure dei Belmont anche solo di sfuggita, invece, potrebbe non apprezzare questa scelta di fare pochi episodi introduttivi e lasciare il succo della questione ad una seconda stagione che potenzialmente avrebbe potuto non arrivare mai. Questo taglio netto, proprio mentre l’azione inizia a farsi interessante e dopo l’esplosiva presentazione di Alucard, lascia veramente con l’amaro in bocca.

Sicuramente a livello di contenimento costi è stata una buona tattica, un prodotto così di nicchia poteva non avere il successo sperato e quindi fare più episodi era un rischio non indifferente, ma evidentemente il marketing e un po’ l’effetto nostalgia, assieme ad un marketing geniale – il trailer d’annuncio era meraviglioso! – hanno funzionato perché la seconda stagione è già stata confermata per il prossimo anno con il doppio degli episodi!

Castlevania non è sicuramente un prodotto perfetto, i ritmi sono un po’ sbagliati, i primi due episodi così di presentazione sono lenti e un po’ macchinosi da mandare giù mentre gli ultimi episodio presentano fin troppa azione, ma si presenta comunque come un prodotto ben fatto e molto piacevole da guardare, che siate o meno fan della serie dei videogiochi. Certo fa un po’ sorridere il fatto che sia stata pubblicizzata come una serie violenta e carica di gore, quando in realtà non si vede più di qualche spruzzo di sangue e un paio di intestini. Forse siamo noi videogiocatori che siamo ormai desensibilizzati alla violenza, ma non è assolutamente niente di ché, da questo punto di vista.

Come ultima cosa, menzione d’onore per le ottime le voci originali. Il casting è stato superbo nell’associare una voce ad un personaggio, soprattutto sono azzeccatissimi Graham McTavish per Vlad Dracula Tepes, con la sua voce caratteristica, e Richard Armitage per Trevor Belmont, che col suo accento un po’ strascicato è incredibile per interpretare un Trevor ubriacone, deluso dalla vita e dall’umanità tanto quanto Dracula, ma per motivi diversi. Riunire due dei nani dal cast de Lo Hobbit ha funzionato da favola anche per Castlevania.

Ora non ci resta che aspettare un annetto – si spera – e vedere che cosa si inventano per la seconda stagione. E nel frattempo aspettiamo anche notizie sull’adattamento animato di Assassin’s Creed, prodotto sempre da Shankar e commissionata direttamente da Ubisoft.

This post was published on 11 Luglio 2017 15:26

Eleonora Muzzi

Professionista del doppio senso, videogiocatrice da un quarto di secolo, scrittrice per hobby, geek da sempre. Alla ricerca di più posto per sistemare i fumetti e videogiochi. Gioco ad un po' di tutto, non ho un genere preferito in assoluto, ma tendo a prediligere FPS con elementi RPG e stealth, anche se di tanto in tanto potreste trovarmi in un tunnel chiamato Cities Skylines in cui mi rintano per settimane a volte, dimenticandomi che esistono altri tipi di gioco.

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