Più di due anni fa esordì sul mercato videoludico una nuova software house, capitanata da un artista dei fumetti di successo quale Joe Madureira. L’action con cui Vigil Games si propose agli appassionati riuscì a stupire, mettendo a tacere quanti pensavano si trattasse dell’ennesimo clone di God of War senza molto da dire. Darkisders si rivelò infatti una perla, capace di attingere dai generi più disparati, proponendo un’ambientazione accattivante, un’avventura intrigante e longeva e gettando così le basi per una serie. Nonostante le difficoltà finanziare, THQ non ha gettato la spugna e punta molto su Morte, il cavaliere dell’apocalisse protagonista di Darksiders II, per risollevare le sorti della società. E se le qualità media dei titoli che ci aspettano è pari a questo seguito, abbiamo di che sperare.
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Iniziamo subito dal punto più debole del titolo, ovvero la trama, che si svolge in parallelo agli eventi narrati nel predecessore, non aggiungendo così un granché a quanto già noto. Guideremo così Morte intento a scagionare il fratello Guerra riportando in vita l’umanità sterminata dall’apocalisse. Se la narrazione non convince, di contro Darksiders II espande il mondo creato dalla penna immaginifica di Madureira, facendoci conoscere moltissimi personaggi nuovi, tratteggiati con grande cura, i quali ci forniranno aiuto nella nostra missione per restituire la libertà a Guerra, ma solo in cambio di favori, ovviamente. O dopo essere stati convinti a suon di mazzate. Gli eventi narrati fungono quindi unicamente da pretesto per trascinare il giocatore lungo l’avventura, quest dopo quest, che abbiano come obiettivo il rinvenimento dell’ennesimo manufatto, piuttosto che l’eliminazione del boss di turno, attraverso numerose ambientazioni differenti. Peccato per questo mezzo passo indietro, visto il carisma dell’intreccio narrativo proposto dal predecessore, ma a tenere alta l’attenzione in Darksiders II ci penseranno ben altri elementi.
Video game compilation
Il gameplay del titolo Vigil Games è una miscela sterminata di elementi presi dai più svariati esponenti della categoria adventure. Nonostante si meni le mani con una certa frequenza, l’esplorazione degli articolati dungeon e la risoluzione di enigmi ambientali rimangono centrali nell’esperienza di gioco, uniti alle rinnovate fasi platform, che rispecchiano quanto proposto da Ubisoft nel penultimo Prince of Persia. Arricchiscono ulteriormente la ricca offerta ludica alcuni elementi ruolistici, come il looting e la personalizzazione del personaggio e del suo equipaggiamento. Proprio come in un Diablo qualunque, ogni mostro alla sua morte lascerà sul terreno preziosi oggetti da indossare, piuttosto che pozioni ristoratrici o soldi, così come sparsi per la sterminata mappa di gioco, troveremo più o meno celati innumerevoli forzieri da saccheggiare. Se inizialmente basterà equipaggiare armi e pezzi di armature più forti, caratterizzate dalle classiche colorazioni in stile World of Warcraft che ne identifica la rarità, col procedere dell’avventura e l’innalzarsi della difficoltà, sarà d’obbligo compiere scelte più delicate, tentando di scovare gli item più idonei ai nemici di una zona specifica piuttosto che cercare di sfruttare al meglio le peculiarità della propria versione di Morte. Se a ciò aggiungete come i loot siano randomici e ogni componente dell’armatura avrà un riscontro estetico sul modello del personaggio, capirete quanto ogni partita ed ogni utente godrà di un protagonista differente. Per rendere ancora più evidente la contaminazione coi GDR, ad ogni fendente portato a segno o subito, comparirà a schermo il classico numeretto che indica la quantità di energia vitale persa.
Muscoli e tanto cervello
Come accadeva con il primo capitolo, troviamo in Darksiders II un battle system profondo ed articolato, che prende spunto più dallo stile degli action giapponesi di Kamiya (vedi Devil May Cry e Bayonetta) che non da quello occidentale alla God of War. Il sistema di combattimento ha subito diverse modifiche rispetto a quanto visto due anni e mezzo fa, e richiederà al giocatore un’ottimo tempismo nell’esecuzione delle svariate mosse. Un tasto permette di menare fendenti con l’arma primaria, mentre un altro verrà assegnato a quella secondaria. Per eseguire combo, si può alternarli o premerli a ripetizione, intervallando delle brevi pause che attivano delle mosse speciali. Queste non saranno disponibili da subito, ma andranno acquistate con i soldi dai diversi maestri delle armi che Morte incontrerà lungo il cammino. Fondamentale nella dinamica di ogni scontro sarà la schivata, unico strumento di difesa del protagonista, mentre sono spariti i quick time event, anche nelle boss fight. Quest’ultime sono davvero numerose, anche se non tutte ugualmente spettacolari e riuscite. Non mancheranno comunque degli scontri spettacolari. Vi sono poi le abilità che sfruttano la collera, il mana di Darksiders II, da sbloccare con i punti abilità ottenuti ad ogni passaggio di livello. Un set di skill, infatti, permette al giocatore di incrementarne alcune abilità particolari, quali la capacità di evocare dei non morti come assistenti sul campo di battaglia, o un letale teletrasporto alle spalle del nemico. Poteri, questi, che a loro volta possono essere migliorati ed arricchiti con varianti ed effetti collaterali assortiti. Infine si potrà evocare la potentissima forma Mietitore per godere di qualche attimo di devastazione e risolvere una situazione particolarmente a rischio. La componente action funziona egregiamente, grazie ad un ritmo serratissimo degli scontri e ad un livello di sfida elevato ma quasi mai frustrante. Imparare ad adoperare ogni skill del protagonista, richiederà una certa dedizione col progredire dell’avventura, ma le soddisfazioni che Darksiders II sa regalare in tal senso sono davvero molte. Unica vera pecca è rappresentata dalla telecamera, capace di divenire un ulteriore nemico contro il quale combattere, piuttosto che una preziosa alleata. Il lock-on sul bersaglio non solo in certi casi non aiuta, ma peggiora addirittura la situazione, ostacolando la visione del campo di battaglia e rifiutandosi di mettere al centro dello schermo il nemico. Come accennato in precedenza, il profondo sistema di combattimento viene affiancato da fasi esplorative lunghe e coinvolgenti, arricchite da intermezzi platform fluidi e divertenti. Ancora una volta, nulla di nuovo, ma solo una miscela ben congegnata di elementi ripresi da altri titoli. La quantità di cose che farete in Darksiders II è praticamente sterminata, con nuovi poteri che andranno a sommarsi ai precedenti, spesso utili più nella risoluzione degli enigmi, appunto, piuttosto che in combattimento. Il level design è ottimo e propone dungeon labirintici densi di zone segrete ed intricati marchingegni da riattivare. A questo va ad aggiungersi la possibilità di cavalcare liberamente per il mondo di gioco, alla ricerca di quest secondarie, incrementando il gusto per l’esplorazione e la scoperta, oltre che la longevità. Per terminare l’avventura principale impiegherete tra le 15 e le 20 ore, che saliranno se deciderete di andare alla ricerca dei vari segreti o di dilettarvi con il New Game+.
Poligoni firmati Madureira
Da un punto di vista estetico, Darksiders II compie un evidente passo in avanti rispetto al primogenito, importando nel mondo poligonale del gioco il tratto distintivo di Madureira. Personaggi ed ambientazioni sono eccellenti, con queste ultime che in alcuni casi vi faranno venire voglia di dimenticarvi per un attimo del vostro obiettivo per fermarvi ad ammirare il paesaggio. Ad impressionare è il senso delle dimensioni con il quale gli sviluppatori hanno abilmente giocato, dipingendo Morte come un cavaliere piccolo se confrontato ai creatori, ai boss, ad alcune imponenti strutture e a gigantesche creature, nemiche o amiche che siano. I livelli riescono a loro volta a sfruttare questo elemento, sviluppandosi all’infinito non solo in orizzontale, ma anche in verticale, con edifici davvero enormi. Impreziosce il tutto una grande cura per il dettaglio, che traspare in ogni elemento. Purtroppo il motore grafico non sempre si rivela all’altezza di tale lavoro artistico, mettendo in mostra alcune texture poco definite, piuttosto che inciampando in sporadici cali di frame rate, fortunatamente praticamente mai in combattimento. Inoltre si fa notare un certo tearing dell’immagine ed alcuni bug, oltre a caricamenti in-game che separano alcune parti dei livelli, sottolineando un lavoro di rifinitura non del tutto completo. Nulla capace di rovinare l’esperienza di gioco, ma comunque dettagli che speriamo possano essere aggiustati con un adeguato supporto post-lancio. Ottimo poi l’accompagnamento sonoro, firmato da Jesper Kyd che i più attenti ricorderanno per la soundtrack dei vari Assassin’s Creed, e più che godibile anche il doppiaggio in italiano, curato anche se non mancano alcune “sviste” nella traduzione.
Il nuovo lavoro di Vigil Games è una conferma delle capacità di questo giovane team di sviluppo, guidato da un grande artista e capace di dare vita ad un mondo intrigante e coinvolgente. Con Darksiders II vengono aggiunti nuovi tasselli alla mitologia avviata col primo titolo, ma da un punto di vista narrativo il gioco non convince, utilizzando la trama più come pretesto per trascinare l’avventura fino allo sbrigativo finale. D’altro canto è difficile chiedere di più ad un gameplay tanto ricco di elementi, capace di evolversi ininterrottamente fino alla fine, introducendo di continuo nuove situazoni di gioco, dungeon da esplorare, segreti da scovare e ovviamente centinaia di nemici da eliminare con l’ottimo sistema di combattimento. Il tutto arricchito da un aspetto estetico accattivante come pochi altri. Difficile trovare delle ragioni per non consigliare questo seguito, a meno che non abbiate ancora giocato il primo. In tal caso, correte a comprarlo, finitelo e poi godetevi l’ottimo action adventure che è Darksiders II.
Darksiders 2 é un action adventure sviluppato da Vigil Games e distribuito da THQ in uscita il 24 agosto su Xbox360, PS3 e PC e prossimamente anche su WiiU.
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