L’evoluzione è sempre stata un mio pensiero fisso, su quasi tutto quello che ho letto, visto e giocato nella mia vita. Senza evoluzione non si va da nessuna parte e anzi ci si annoia parecchio. Il mondo dei videogiochi ha vissuto e sta vivendo una evoluzione costante che però fatica a evolversi per davvero: se da una parte le tecnologie avanzano a vista d’occhio, il problema rimane il gameplay che troppe volte è fossilizzato sul “deve piacere” che non sul “piacerà”. I Am Alive è concepito come un gioco che forse “piacerà” e si lascia giocare all’interno di una struttura da survival che finalmente butta sul tavolo qualche innovazione o evoluzione degna del genere. Un prodotto molto maturo da un certo punto di vista che mira anche a quella nicchia di giocatori che volevano mettere le mani su un prodotto più complesso degli attuali survival horror in circolazione.
NIENTE MOSTRI MA TANTO DRAMMA
In I Am Alive vestiremo i panni di un sopravvissuto a una enorme catastrofe che ha spazzato quasi totalmente la razza umana e buona parte del mondo moderno. Un uomo come tanti altri che aveva dei sogni, un lavoro e una famiglia, quest’ultima da ritrovare. Un sopravvissuto ad una terra che è diventata ostile come mai prima e dove serve tanta forza d’animo per continuare ad andare avanti ma anche tanta abilità e sangue freddo. Non ci sono mostri da combattere ma bisogna sapersi arrangiare a scalare un palazzo distrutto o superare un branco di uomini che lottano a loro volta per la sopravvivenza comune. La visione post apocalittica presentata nel gioco da parte di Ubisoft è di quelle reali e drammatiche che non hanno bisogno di nessun surrogato da film d’orrore per far sentire il peso del dramma. Fra l’altro, il gameplay del titolo è puntato su una sopravvivenza allo stremo delle forze visto che pochi saranno i viveri per ripristinare salute e stamina cosi come poche saranno le munizioni per la pistola che sarà presente da subito nel nostro equipaggiamento. I più attenti, non potranno vedere in I Am Alive delle piccole citazioni da Silent Hill (i primi) oppure da film post apocalittici più recenti ma le “citazioni” sono davvero limitate e non vogliono essere viste come una mera copia. Detto questo, sappiate ad esempio che una delle cose più gravose richieste nel gioco sarà quella di aiutare il prossimo: farlo equivale a sentirsi meglio o peggio? Meglio per sbloccare qualche obbiettivo ma peggio perché donare anche solo una bottiglia d’acqua al prossimo potrebbe equivalere a morte certa. Scelta davvero coraggiosa e che limita il gameplay su una difficoltà che nei videogiochi odierni sembra essersi persa a sfavore della vita che si rigenera e altre amenità simili.
MI MANCA L’ARIA
In I Am Alive è presente in gran parte anche una componente platform non indifferente. Aggirarsi fra la mappa del mondo devastato non è facile e spesso ci verrà chiesto di arrampicarci per grandi pezzi di mappa. Qui entra in gioco il vero dramma del titolo che ci spinge a usufruire di una stamina che si consuma man mano che faremo dello sforzo fisico fintanto che non arriva al minimo livello: da li in poi, lo sforzo fisico si esaurisce gradualmente e potrà essere ripristinato solamente ingerendo del cibo. Cosa comporta questo? Prima di tutto il cibo in giro è davvero scarso e secondariamente far consumare per davvero la barra della stamina vuol dire che se in futuro sarà richiesto di scalare un grosso pezzo di una qualsiasi struttura, molto probabilmente cadrete nel vuoto per assenza di forza fisica. Per me questa è una pensata notevole mica da ridere. Correre, restare appesi o arrampicarsi sono cose che vi toglieranno l’aria, nel vero senso della parola. Ovviamente, basta rimanere fermi per ricaricarla, sempre che non siate arrivati al punto di rottura che in quel caso andrà ripristinata con il cibo. Fra gli altri pericoli però, c’è anche la polvere sollevata dalle macerie della città distrutta. Anche in questo caso, rimanere all’interno di zone piene di polvere diventa completamente nocivo per il giocatore ma la sorpresa sta nello scoprire che queste zone particolari dovranno per forza essere affrontate con un minimo di tattica, perché non si possono aggirare. Se ciò non bastasse, sappiate anche che nella polvere, sarà difficile capire anche dove andare. Detto cosi sembra terribile e difatti lo è ma è anche dannatamente divertente e tattico. La tensione che riesce a dare il gioco è a dir poco palpabile molto di più di altri giochi survival facilotti, degli ultimi anni.
OSTILE = INTERESSANTE
I Am Alive è un gioco molto ostile, sia per quanto riguarda la trama che il gameplay. E’ un gioco difficile anche se si imposta il livello normale visto che anche durante gli scontri, prendersi due botte o due pallottole, vuol dire dover ricaricare il checkpoint: limitati a loro volta – se si esauriscono del tutto vi toccherà rifarvi l’intero capitolo. E’ un gioco di nicchia come non se ne vedevano da tempo ma è anche un titolo interessante e parecchio lunghetto che si compone di almeno sette o otto ore di gioco a seconda della bravura del giocatore…qualcosina di più se lo affronterete in difficile. Ma le dinamiche di gioco non si fermano allo scalare i palazzi distrutti o al resistere nelle polvere. Esistono anche i combattimenti che a loro volta diventano ancora più brutali se pensate che difficilmente sarete uno contro uno ma molto spesso capita di scontrarsi con tre o cinque persone in contemporanea che non aspettano di certo il loro turno per colpirvi – alcuni dotati di machete altri di pistola.
MOSTRA IL FIANCO
Dopo aver letto varie elogi, penserete dunque che I Am Alive, seppur difficile, è un gioco di quelli da comprare a occhi chiusi ma la risposta si trova nel mezzo. Il nuovo titolo di casa Ubisoft è un gioco difficile e affascinante che però mostra il fianco in molte occasioni. Il gameplay da sopravvivenza sembra venire meno dopo la prima metà del gioco cosi come assistiamo a una caduta di stile della storia che si ripete un filino troppo a pappardella. Ma il finale pare grandioso. Anche dal punto visivo si vive di alti e bassi con delle texture che non brillano troppo e con una modellazione generale sottotono. La messa in scena della città distrutta pare buona ma limitata dai soliti corridoi invisibili che potevano essere evitati…insomma, una maggiore libertà non avrebbe guastato. Restano parecchio interessanti le scelte stilistiche nella varietà cromatica e sono assolutamente magnifici gli effetti particellari di fumo, nebbia e polvere.
I Am Alive è un gioco interessante che mette in mostra parecchie scelte coraggiose di gameplay che però potevano essere meno limitate. Il titolo si mantiene sempre su una tonalità adulta e drammatica che ben si allontana dai soliti survival a tema horror degli ultimi anni e già solo per questo dovrebbe essere comprato a priori benché alla fin fine si tratti di un esperimento che forse troverà maggior dettaglio (anche graficamente) in un eventuale seguito.
This post was published on 9 Marzo 2012 18:09
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