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Unit 13 – Recensione

Con uno spiegamento di forze non indifferenti, la line-up al lancio di PS Vita si arricchisce giorno dopo giorno di tanti titoli, alcuni semplici e che non chiedono troppo ed altri che invece offrono esperienze uniche che non ci si poteva aspettare di vivere sulla nuova console portatile di SONY. Tra i tanti studios al lavoro, anche Zipper Interactive, già autrice della serie SOCOM e di MAG, ha lavorato su VITA e lo ha fatto portando sulla console un Third Person Shooter tutto nuovo chiamato Unit 13. Mossa azzeccata o era meglio puntare su un brand già esistente? Scopritelo in questa nostra recensione.

TANTE MISSIONI, UN SINGOLO OBIETTIVO: VINCERE!

La nuova opera di Zipper Interactive non offre una storia complessa, un rutilante mondo in cui ci ritroveremo a capire tanto o poco tra granate che ci volano sopra la testa e proiettili che ci aprono un foro sul lobo di un orecchio. Unit 13 ci pone in una situazione decisamente semplice: siamo membri della squadra 13 e il nostro compito è di volta in volta eliminare specifici gruppi di nemici con, di tanto in tanto, boss principali e ovviamente tanti obiettivi intermedi per ogni missione. Complessivamente si tratta di 36 missioni di base più 9 aggiuntive, quest’ultime molto più lunghe di quelle di base e più complesse per la presenza di un leader di fazioni terroristiche da dover eliminare. Manca dunque in realtà una trama al gioco e la cosa sembra esser pensata appositamente per offrire al titolo la caratteristica di gioco portatile, ossia un titolo che si prende, si gioca per una mezz’oretta e poi magari ci si ritorna un paio di settimane dopo senza dover star lì a ricordarsi cosa è successo prima e a che punto ci troviamo adesso.

Detto dunque dell’assenza vera di una trama, Unit 13 dovrebbe puntare tutto sulla giocabilità e il colpo Zipper lo ha sparato con cura, ma il bersaglio non è stato colpito in pieno. Il sistema dei controlli è abbastanza classico, si mira e si spara con i dorsali e ci si muove attraverso gli stick analogici. Al touch sono state adibite fondamentalmente due funzioni, la ricarica con un pulsante in basso a destra e il lancio delle granate con un pulsante simile al precedente, ma posto in fondo a sinistra – entrambi pulsanti che vanno usati tecnicamente con i pollici in modo tale da non lasciare mai il controllo sui tasti dorsali. Per il gioco vero e proprio poi, come accennato si tratta di uno shooter classico di Zipper, dunque terza persona e un gameplay che miscela arcade e tattica, con quest’ultima che si rivela essere comunque fondamentale in Unit 13 se si vuole sopravvivere e non proseguire nel gioco solo grazie ai tanti checkpoint. L’IA nemica è in gamba e tende sempre ad accerchiarci nel tentativo di ucciderci, dunque è fondamentale leggere il campo di battaglia, utilizzare sempre le coperture – e qui si sente la mancanza di un tasto che ci faccia passare in automatico da una copertura all’altra –  controllare la posizione e la direzione dello sguardo dei nemici e sfruttare abilità del nostro alter-ego e il giusto equipaggiamento per proseguire nella missione senza arrivare allo sfinimento fisico e mentale.

Come accennato il gioco è diviso complessivamente in 45 missioni che si sbloccano pian piano al completamento delle missioni precedenti. Per ogni missione dovremo scegliere i panni da indossare, da soldati normali a mercenari, tutti diversi non solo nelle abilità, ma anche nell’equipaggiamento e di volta in volta questa scelta sarà sempre più la chiave del successo, questo perché tutte le missioni si suddividono in quattro categorie di base: Assalto, Operazione, Incognito ed Elite. La prima tipologia è una missione decisamente poco tattica, l’importante è far fuoco e farlo per primo spostandosi all’interno del campo di battaglia continuamente per sfruttare al meglio le coperture offerte dal mondo che ci circonda. Identiche come stile le missioni della seconda tipologia, l’unica differenza è che in Operazione avremo un tempo da rispettare e non potremo dunque cullarci o aspettare sempre il momento perfetto per far fuoco. La terza categoria, Incognito, sfrutta invece la tattica fortemente stealth del gioco, si tratta in genere delle missioni più brevi dove bisogna utilizzare soldati armati di armi silenziate con le quali uccidere i nemici e disabilitare i sistemi di sicurezza senza far scattare nessun allarme. Tutte e tre queste tipologie di missioni sfruttano comunque l’uso di checkpoint di salvataggio automatici e se in alcuni casi le missioni possono essere fin troppo semplici, in altri momenti invece ci ritroveremo a poter proseguire solo a tentativi, morte dopo morte. L’ultima tipologia di missione, Elite è la più complessa. Si tratta delle missioni più lunghe e oltre a non avere checkpoint di salvataggio automatici, non avremo neanche la salute che si rigenera in automatico, ma dovremo cercare e utilizzare i classici medikit e la quantità sul campo non è mai ampia.

Caratteristica fondamentale di questo titolo è non solo il suo approccio e la sua giocabilità, ma anche la presenza di un sistema di statistiche e messaggistica interna sulla falsariga dell’Autolog di EA per la serie NFS. Ogni missione completata viene valutata dal sistema con un numero variabile di stelle, da 1 a 5 e migliore sarà la nostra azione sul campo – rateo tra colpi sparati e inferti, danni subiti, velocità, etc – migliore sarà la valutazione finale che ci consentirà di scalare classifiche e battere ovviamente i nostri amici. Inoltre ogni volta che completeremo una missione con una valutazione pari o superiore a 3 stelle, sbloccheremo la versione “dinamica” di quella specifica missione, ossia la possibilità di rigiocarla con obiettivi e nemici posizionati sempre in punti differenti. Tutto ciò non fa altro che aumentare a dismisura la già buona longevità complessiva del titolo, considerando infatti che ogni missione dura dai cinque ai quindici minuti circa, qualcosa in meno le più semplici, qualcosa in più le più complesse, il gioco per essere concluso richiede non meno di sei ore. Ovviamente ai fini del tempo influisce anche la bravura del giocatore e la sua voglia di completare ogni missione con la massima valutazione possibile.

La longevità viene inoltre ulteriormente ampliata dall’interessante possibilità di giocare ogni singola missione anche in coop con un amico online, riscattando prima ovviamente l’online pass disponibile all’interno della confezione del gioco. Il gioco online risulta nel complesso molto più divertente e meno votato al ripetere continuamente le sezioni per imparare dai propri errori. Dopo aver assaporato le missioni in coop con un amico fidato o comunque qualcuno con cui interagire, si capisce che è forse questa la vera natura di Unit 13, il concetto alla base di tutto su cui i ragazzi di Zipper Interactive hanno lavorato, per poi decidere di non offrire un gioco solo votato all’online, ma anche un titolo con un comparto single player.

BELLO, MA NON IMPOSSIBILE

Dal punto di vista tecnico l’opera di Zipper Interactive soffre di alti e bassi, alcune ambientazioni sono ricche di dettagli e ottimamente sviluppate, mentre altre soffrono di una poca cura nei dettagli e di texture per nulla irresistibili. Il motore alla base del gioco comunque è sempre fluido ed ancorato a 30fps, qualunque sia la quantità di nemici su schermo, peccato solo che la fisica non sia altrettanto ottima, dato che vedremo quasi sempre delle compenetrazioni poligonali. La quasi nulla personalizzazione dei nemici, boss compresi tende poi a disarmare inizialmente, trovarsi infatti sempre di fronte allo stesso nemico e vedere un boss comportarsi come un normalissimo scagnozzo, non è ciò che gli shooter ci hanno insegnato sino ad oggi, ma dopo poco ci si abitua e tutti i difetti passano in secondo piano grazie al modo in cui bisogna affrontare le trentasei missioni.

Buono il comparto audio che gode di un doppiaggio completamente in italiano, musiche discrete ma che con il tempo tendono a ripetersi ed un’effettistica che affonda a piene mani nella lunga esperienza di Zipper con SOCOM e MAG.

CONCLUSIONE

Unit 13 è un buon gioco, non eccezionale né per tecnica né per gameplay, ma offre una buona longevità ed un modo di giocare praticamente perfetto per la natura della console – tante missioni e tutte brevi, perfette per essere completate durante piccole pause o viaggi non lunghi. Il meglio di se lo offre in cooperativa, a dispetto di un comparto tecnico altalenante e di una caratterizzazione pressoché nulla dei nemici.

In conclusione l’opera di Zipper Interactive è un buon gioco, ma non solo, Unit 13 costruisce anche delle solide fondamenta su cui sviluppare una serie tutta nuova per la nuova console di SONY – e perché no, magari in futuro anche un passaggio su console casalinghe.

VOTO: 7.8 SU 10

This post was published on 6 Marzo 2012 14:10

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