Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino
Dopo decine di immagini e filmati da cardiopalma, arriva finalmente nei negozi di tutto il mondo l’ultima fatica della serie di Need For Speed chiamata The Run. A condurre il gioco ci sono quei mattacchioni di Black Box che avevano realizzato nel lontano 2008 un Undercover non propriamente definito capolavoro da critica e giocatori. Adesso, nel 2011, ci riprovano con questo The Run e ci confezionano un titolo di corse abbastanza adrenalinico e divertente ma…sarà tutto rose e fiori? Scopritelo in questa nostra recensione.
ACTION MAN
Il personaggio principale che andremo a interpretare in questo nuovo NFS corrisponde al nome di Jack Rourke, un pilota abilissimo che come sempre succede nelle trame stile Hollywood, si ficcherà in una valanga di guai dal quale sarà difficile districarsi. Durante la fuga, incontreremo una nostra vecchia conoscenza, tale Sam che ci permetterà di riparare ai nostri errori e di mettere le mani anche su un cospicuo gruzzolo di denaro grazie ad una competizione illegale che fa capolino da una parte all’altra dell’America. Parte da questo presupposto uno dei giochi di guida più adrenalinici del 2011 e lo fa con uno stile tutto suo, con qualche incertezza ma anche con grande coraggio.
Dopo una prima scelta della macchina (noi ci siamo buttati in strada con una tamarissima Shelby Cobra bianca), dovremo cercare di raggiungere un punto ben preciso dell’inizio corsa, cercando di evitare la polizia e di superare gli avversari che saranno 250 in tutto. Nessuna regola e nessuno scrupolo è richiesto ai partecipanti della gara: vince chi ha il sangue freddo e sa fare le scelte giuste. Il gameplay del gioco è dunque diviso fra gare ad alta velocità e scene stile hollywood in cui dovremo cercare di salvare la pellaccia di Jack grazie agli ormai famosi Quick Time Event. In ogni tappa del gioco, ci sarà dunque richiesto di espletare a determinati compiti di corsa che vanno dal superare un determinato numero di avversari (la gara) alla corsa a checkpoint (contro il tempo) oppure il dover stare in testa per una determinata tempistica di gara (dominazione) ma non solo, in alcune sezioni, saremo chiamati a gareggiare contro gli elementi naturali come bufere di sabbia, pioggia torrenziale o bufere di neve. Il tutto, amalgamato in maniera fortissima da uno stile cinematografico dall’alto potenziale che aimè, non riesce per davvero a reggere il peso della produzione perché, se da una parte abbiamo una storia tutto sommato raccontata bene e delle corse mozzafiato, dall’altro troviamo un piattume dei personaggi da far rabbrividire e un gioco che più pilotato non poteva essere. Prendiamo ad esempio alcune corse all’aria aperta, basterà allontanarci di qualche metro dalla pista per venire irrimediabilmente rimandati al checkpoint precedente visto che il gioco interpreta queste cose come un errore di percorso. A noi questa cosa qui non è andata molto a genio anzi, non è andata proprio giù. Anche l’introduzione di alcune giocate tramite il già citato QTE non abbelliscono troppo l’esperienza di gioco ma tendono a staccare il piede dall’acceleratore in maniera troppo poco raffinata (sarà che sono fatte con lo stesso motore di gioco che non viene spremuto al massimo come dovrebbe) come invece ci saremo potuti aspettare da una produzione confezionata in maniera cosi adrenalinica dal marketing di EA. Il tutto sembra dar poca voce a un gioco di guida libero e frenetico e più a un film interattivo che non segue per davvero le scelte del giocatore ma è manovrato costantemente dai fili invisibili dei programmatori. Che questo sia un bene o un male sta a voi deciderlo, noi ci troviamo nel mezzo, per quanto riguarda il nostro gusto personale.
SPETTACOLARE
Quando si parla di un gioco di corse però, la vera protagonista in pista deve essere la velocità e anche per questa volta, lo stile della serie non viene da meno. Anche la giocabilità si basa sulla frenesia e sulla velocità di azioni spericolate e da cardiopalma in cui il giocatore viene premiato per le sue acrobazie più spettacolari. Buttarsi contromano o cercate di superare una macchina nel bel mezzo di due camion con rimorchio, farà salire alle stelle non solo il turbo della macchina ma vi darà punti esperienza che rimpingueranno il vostro livello pilota. Fra il parco macchine, troviamo come sempre anche tutte le marche di punta come Porsche, Lamborghini, Ford, BMW, Audi, Dodge, Mecedes, Subaru e tantissime altre che sono sicuro faranno la gioia di chi si vuole mettere alla guida della sua super sportiva preferita. Per cambiare macchina durante la gara (si può fare solo cosi), i Black Box si non inventati il distributore di benzina in cui il giocatore si deve fermare non per fare rifornimento ma proprio per cambiare il modello della vettura. L’idea non è male ma durante le gare spezza un filino troppo l’esaltazione della corsa.
Spettacolare è poi la fisica degli incidenti che ci farà salire l’adrenalina della corsa in maniera sempre più frenetica ma ci costringerà anche a tenere una guida non troppo fantasiosa visto che i Black Box hanno pensato di inserire i curiosi rewind che non sono altro che dei salvataggi che rimandano a un momento prima dello schianto di modo da non commettere gli stessi errori di guida. I rewind non sono però infiniti anzi, ne avrete un numero determinato per tappa quindi cercate di non distruggere troppo il mezzo altrimenti dovrete rifare da capo tutta lo stage che stavate affrontando. Fortunatamente o sfortunatamente, la difficoltà generale delle gare non si erge troppo sulla vetta del “non ci riesco”, almeno per quanto riguarda la prima manciata di gare ma inizia a diventare meno sempliciotta man mano che correrete senza però arrivare mai alla frustrazione vera e propria. Anche l’IA avversaria non sorprende troppo e anzi, difficilmente vi darà davvero filo da torcere. Abbiamo poi notato anche alcuni comportamenti bizzarri da parte degli avversari che non cercano mai per davvero di speronarvi per vincere una gara ma si muovono sempre in una certa traiettoria di guida. Questo diminuisce leggermente quella sensazione di essere all’interno di una gara frenetica che deve essere affrontata senza alcuna regola ma nessuno è perfetto.
FROSTBYTE 2?
Per chi se lo fosse perso, sappiate che il motore grafico che muove The Run è lo stesso di Battlefield 3 ma con qualche riserva di troppo. Se nel gioco di guerra di casa DICE, la parte grafica era spinta al massimo, lo stesso non si può dire in questa produzione Black Box che perde colpi soprattutto nella modellazione degli umani. Di tutt’altra pasta sono invece i panorami che regalano delle visioni talmente tanto aperte e ben curate da lasciarci senza fiato. Idem per la modellazione delle macchine, ormai assolutamente perfetta in questi giochi di guida. Buoni anche i danni delle vetture che non influenzano davvero in nulla lo stile di guida ma si lasciano be apprezzare. Ottimi gli effetti di luce e gli effetti atmosferici ma la vera bruttura si ritrova con una sporcizia di programmazione che proprio non ci saremo aspettati: preparatevi a vedere texture che alle volte scompaiono e riappaiono, qualche sfarfallio di troppo durante le gare, rallentamenti del tutto inspiegabili e anche qualche bel crash che non può mancare. Insomma, non ci troviamo per le mani l’esperienza grafica più esaltante sul mercato e si fa quasi fatica a credere che dietro al gioco ci sia per davvero il Frostbyte 2 di DICE che su Battlefield 3 ha regalato ben altre emozioni visive.
Sul lato audio invece non ci si può lamentare praticamente di nulla.
Gli effetti dei vari motori o degli incidenti sono assolutamente perfetti cosi come l’implementazione di una colonna sonora in pieno stile EA, rende il gioco ancora più cinematografico e esaltante. Buono ma non troppo anche il doppiaggio in italiano che poteva essere curato meglio: non delude ma non si lascia premiare neanche troppo.
MULTIPLAYER D’ANNATA E RITORNO
Un gioco frenetico come NFS The Run avrà sicuramente un bel comparto multiplayer, pensavo. Invece anche su questo punto di vista, il titolo non è troppo convincente. Il multiplayer competitivo ci butterà nelle medesime gare fatte durante la campagna in single player ma con giocatori umani anzichè quelli controllati dal computer. L’unica differenza di gioco si avrà con le classi di auto visto che si potrà scegliere fra quelle esotiche, quelle sportive e ovviamente le immancabili muscle car. Ogni gara sarà poi disputata da un massimo di 16 giocatori in contemporanea ma oltre a questo, nulla ci è dato fare. Delude non poco il comparto online che poteva essere curato davvero molto di più, partendo dal fatto che le corse clandestine, potevano essere davvero molto varie. Fra le note positive segnalo invece l’entrata immediata in partita non appena si viene connessi alle gare, cosa abbastanza buona visto che in altri giochi di macchine, prima di partecipare a qualche evento, bisogna sempre aspettare la fine del turno.
BRUSCA FRENATA
The Run è un titolo difficile da inquadrare perché vive di due vite ben distinte: da una parte abbiamo un gioco di corse adrenalinico e assolutamente divertente da vedere e giocare, dall’altra abbiamo una piattezza dei personaggi principali che ci farà pentire della spesa. Aggiungiamo anche che la campagna principale non esalta troppo per longevità – il tutto ci porterà via cinque o sei orette di gioco – e avremo un quadro generale che non può andare davvero oltre una certa soglia di soddisfazione. The Run è dunque un gioco veloce, adrenalinico, esaltante e spettacolare ma a tratti insipido nel raccontare la storia e noioso in alcune sezione non troppo riuscite. Si tratta di un gioco confezionato in una certa maniera, troppo chiuso e pilotato per i tempi che corrono (sia nel gioco che sul mercato di queste produzioni). Se però amate la serie e non vedevate l’ora di mettere le mani su un gioco che oltre alle corse ha da raccontare una storia (bella o brutta che sia), fateci tranquillamente un pensierino.
Votazione: 7,5/10