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FIFA 12 – Recensione

Ogni anno in questo periodo l’Italia videoludica si divide tra chi parteggia per FIFA e chi per PES. Tenendoci ben lontani da questa diatriba che non porterebbe a nulla, noi di Games.it abbiamo giocato a fondo l’opera di EA per capire se l’evoluzione promessa dagli sviluppatori ha portato ad un miglioramento della serie o a una trasformazione che avrebbe potuto trogliere brillantezza al gioco:  questa è la nostra recensione.

Dopo il Player Impact Engine (il motore fisico), passiamo alle altre novità del titolo: Tactical Defending, Precision Dribbling, Slider e Pro Player Intelligence. Tutti questi nomi nascondono una profonda modifica al gameplay di FIFA 12, un cambio tale che si può chiaramente definire un rischio da parte di EA che ha messo da parte la solida giocabilità creata dal 2008. In primis c’è il Tactical Defending, o come amiamo dire noi, Difesa Tattica. L’intera fase di difesa è stata rivista e con essa ovviamente anche la fase di attacco cambia notevolmente. Se in passato era sufficiente correre e premere un tasto per incollare il nostro difensore all’attaccante, ora ciò non è più possibile. Come avviene nel calcio giocato, anche in FIFA 12 si giocherà sugli spazi. Attraverso la pressione di un tasto – con in caso abbinata anche la corsa – metteremo il nostro difensore tra l’attaccante e la porta difendendo così lo spazio che il nostro avversario deve utilizzare per raggiungere il nostro ultimo uomo. Contenuto l’attacco avversario, si potrà tentare l’intervento attraverso una trattenuta, il tackle o la scivolata, facendo però bene attenzione a non essere troppo aggressivi o rischieremo di prendere cartellini, punizioni e rigori contro e in campo EA ragazzi non c’è moviola o Talk Show che tenga, “se arbitro fischia, è rigore”. La fase di difesa tattica tuttavia non è solo contenere, ma anche gestire l’intera nostra difesa. Attraverso il dorsale destro (RB su Xbox 360, R1 su PS3) potremo chiedere l’intervento di un compagno che raddoppierà la marcatura sul portatore di palla nel caso in cui noi gli siamo vicini o andrà a contenere e successivamente contrastare l’attaccante nel caso in cui gestiamo un giocatore lontano dall’azione. Questo nuovo modo di difendere, votato più a contenere che contrastare, cambia del tutto tanto la fase difensiva quanto quella dell’attacco perché come noi, anche l’Intelligenza Artificiale o un secondo giocatore in carne ed ossa al controllo degli avversari, utilizzeranno questa nuova difesa per fermare i nostri attacchi. Tutto questo si traduce in un gameplay decisamente più lento, fatto non più di discese sulla fascia e cross o infilate al centro della difesa, quanto piuttosto di costruzione dell’azione con passaggi che devono essere ragionati sul momento controllando continuamente la posizione dei nostri giocatori e di quelli avversari. Se eravate giocatori leggendari sui precedenti FIFA, in questo nuovo capitolo ciò non importa perché tutti dovremo imparare a difendere nel modo corretto e attaccare sfruttando buchi lasciati aperti dagli avversari con passaggi filtranti, cross e azioni di prima degne del miglior Barcellona di Messi e compagnia.

La seconda grande novità è il Precision Dribbling – Dribbling di precisione – che tocca tanto la fase di attacco, che centrocampo e difesa. Rispetto al passato il dribbling è ora molto più preciso ed efficace e la cosa la noteremo alla prima partita che affronteremo. Qualunque sia il nostro avversario, vedremo i giocatori gestiti dal sistema ragionare, portare la palla, andare incontro al nostro difensore ed eseguire mosse degne del miglior giocoliere per mandarci gambe all’aria e raggiungere la porta. A ciò si aggiunge poi un miglioramento per quello che riguarda il tiro di prima e da fuori area. Se in passato era raro vedere i giocatori tentare il tiro da fuori puntando più sulla costruzione dell’azione all’interno con cross e passaggi filtranti, ora i grandi campioni non avranno più paura di tirare e in diverse occasioni verremo infilati da un euro gol degno delle sigle dei programmi dedicati al calcio. Tutto questo è anche frutto del lavoro nascosto dietro l’ennesima sigla: Pro Player Intelligence, erede diretto del Personality Plus, una delle novità di FIFA 11. Il Pro Player Intelligence non è altro che un ulteriore miglioramento dell’intelligenza artificiale, tanto nella gestione dei nostri compagni quanto in quella degli avversari. Se Personality Plus si focalizzava sulla personalità di ogni giocatore rendendone al meglio le abilità, Pro Player Intelligence è incentrato tutto sul lavoro della squadra. Come spiegato dagli sviluppatori e come visto da noi in gioco, il sistema non gioca più su schemi sempre identici tra loro, ma di volta in volta cerca la tattica migliore per giungere in porta. Se in attacco c’è un giocatore rapido quanto una folgore, difesa e centrocampo tenteranno di mandarlo in volata con cross e passaggi filtranti. Se invece ci sarà un giocatore alto e bravo di testa, punterà a scendere sulle fasce ed eseguire un cross, mentre se in attacco non c’è nessuno abile di testa, ottenuta la palla il sistema temporeggerà in modo che i compagni giungano in aria e a seconda delle abilità di chi gli sta venendo incontro deciderà se puntare al cross, ad un passaggio diretto o a un filtrante che permetta ad un giocatore abile con il tiro da fuori di insaccare la palla nella rete.

L’ultima novità dal punto di vista del gameplay infine sono gli slider. Eredità diretta di Madden NFL in cui sono caratteristiche già implementate negli anni passati, gli slider non sono altro che parametri attraverso i quali potremo gestire molteplici aspetti della partita, dalla velocità nello scatto a quella dei tiri, la vicinanza più o meno ampia nella marcatura, la percentuale di errori, scivolate e tackle. Attraverso la gestione di questi parametri dunque potremo modificare la partita a nostro piacimento, innalzando o abbassando il livello di difficoltà – ovviamente maggiori saranno le percentuali assegnate agli errori del sistema, maggiori saranno le possibilità di intercettare una palla e involarci a rete, minore sarà questa percentuale e maggiore la probabilità che gli avversari ci schiacceranno con una sonora sconfitta dal punteggio tennistico. Ovviamente, a differenza di tutte le precedenti caratteristiche che sono attive tanto offline quanto online, gli slider sono utilizzabili esclusivamente per il gioco in single player.

Il notevole passo in avanti fatto dalla serie con queste nuove caratteristiche di gameplay è chiaro soprattutto quando si gioca. Ogni partita è ora più ragionata, giocata non solo a centro campo, ma anche in difesa e in attacco. La gestione dei portieri grazie a tutte queste nuove caratteristiche è migliorata decisamente rispetto al passato dove bastava correre e tirare un pallonetto per batterli. Come sempre poi i comandi sono ampiamente personalizzabili e giocare con i comandi manuali accentuerà al massimo ogni nuova caratteristica ideata dagli sviluppatori dato che potremo gestire ogni singolo aspetto del gioco in campo. Se dal punto di vista del gameplay le novità finiscono qui, FIFA 12 non smette di stupirci migliorando in diversi aspetti le sue modalità di gioco aggiungendo inoltre due nuovi modi di giocare: EA Sport Football Club e Ultimate Team. La prima è una sorta di leaderbord di gruppo. Una volta selezionato il team del nostro cuore, ogni partita online o offline, ogni azione, gol, marcatura e via via discorrendo ci permetterà di accumulare dei punti esperienza che saranno segnati in statistiche tanto nel gioco quanto online. Questi punti poi andranno a sommarsi a tutti i punti raccolti da altri giocatori in giro per il mondo che hanno selezionato come team del cuore la nostra stessa squadra. Tutto questo si trasforma dunque in una sorta di campionato online dei risultati perché è ovvio che se si è Interisti, non si può lasciare la propria squadra sotto il Milan. L’Ultimate Team infine non è proprio una novità, già presente da diversi anni ma rilasciato mesi dopo l’uscita del gioco e come DLC a pagamento, ora Ultimate Team è incluso e gratuito all’interno di FIFA 12.

Questa modalità di gioco ideata da EA nel 2009 e riproposta negli anni mette insieme un classico gioco di carte al mondo del calcio. Si parte sempre da una formazione di base e con essa bisogna cercare di partecipare e vincere partite che ci consentiranno di ottenere dei crediti. Questi potranno poi essere spesi per acquistare nuovi pacchetti di figurine al cui interno troveremo nuovi giocatori, abilità, stadi, palloni, maglie e allenatori. Come nel migliore gioco di carte, anche in Ultimate Team tutto si basa sull’abilità di combinare insieme le cose al meglio e non sullo schierare solo i pezzi più forti a nostra disposizione. Una squadra scarsa, ma fatta tutta di giocatori della stessa nazione ad esempio, sarà più abile di una squadra più forte ma con giocatori che non si capiscono tra di loro. Un difensore centrale con meno punti rispetto all’avversario giocherà meglio se piazzato al centro di una difesa a tre piuttosto che come terzino sinistro. In altre parole, tutto è incentrato sull’equilibrio, l’affiatamento e la strategia. Più equilibrata sarà il team, maggiore il suo affiatamento e migliore la formazione, il modulo e la gestione della partita, migliore sarà il risultato e un team scarso ma equilibrato, sarà in grado di battere i pluripremiati campioni che non si capiscono tra di loro.

QUANTO MI GIOCHI?!

Per quanto riguarda le modalità di gioco non c’è da segnalare molto di diverso rispetto al passato, si potrà avviare una carriera da giocatore, allenatore o giocatore/allenatore, creare un torneo o un giocatore attraverso il Creation Center e seguire di quest’ultimo l’intera carriera, dai primi passi sul campo alla vittoria delle manifestazioni più importanti. Si potrà poi accedere alla Live Season, una modalità che ci consente di aggiornare lo stato dei campionanti all’ultima giornata dando modo al giocatore di indossare i panni della propria squadra del cuore e cambiare – almeno virtualmente – la sua sorte.


Se dal punto di vista di quantità non è cambiato molto, qualitativamente invece c’è stata anche qui una vera e propria rivoluzione. La modalità carriera e la gestione dei trasferimenti è ora molto più profonda. Da allenatori potremo rilasciare parole di fuoco o dolci verso i nostri avversari, intesi sia come squadra che come singoli e allo stesso modo trattare anche i nostri giocatori in modo tale da innervosire l’avversario o far calmare il giocatore preoccupato dalle voci della stampa. Come già detto il calciomercato è decisamente più profondo e oltre ai classici trasferimenti potremo anche prendere giocatore in prestito per una stagione con o senza clausola di riscatto a fine anno e come noi anche la CPU gestirà i team avversari offrendoci contratti che valgono poco ed altri a cui invece sarà difficile dire di noi.
Sempre alla modalità carriera poi è stata aggiunta la gestione del team delle squadre della Primavera. Attraverso l’invio di scout in giro per il mondo potremo acquistare nuove promesse e far fare loro le ossa nei campionati giovanili così da monitorare al meglio la loro crescita e decidere poi se farli debuttare in prima squadra o venderli al miglior offerente. Sempre ampia e profonda poi la modalità Creazione che ci consentirà di modificare praticamente ogni aspetto del gioco, dai cori di stadio che potremo importare, al giocatore che creeremo applicandogli sul volto la nostra foto elaborata nello specifico dal sistema EA online. Tutto questo ci permetterà di scendere in campo e affrontare i nostri idoli e i nostri avversari faccia a faccia.

Senza considerare il comparto multigiocatore di cui parleremo dopo in modo più approfondito, la longevità di FIFA 12 è praticamente infinita. Potremo giocare carriere lunghe decine di anni, coprire l’intera vita calcistica del nostro personalissimo alter ego e grazie al Creation Centre avremo modo di aggiungere, rimuovere, spostare tutto a nostro piacimento creando così la nostra squadra personale.

DIVERTIMENTO IN MULTIPLAYER

Decisamente migliorata la componente multigiocatore che ora ci permette di avviare partite su tre diverse modalità: Stagione testa a testa, Amichevole e Pro Club. Con la prima modalità, dopo aver scelto il team e la sua formazione, avremo modo di cercare i nostri avversari selezionando specifici parametri tra forza del team, uso dei controlli manuali, percentuale di disconnessione e via discorrendo. Trovati gli avversari ed ultimata la partita riceveremo una valutazione che si trasformerà in punti che ci consentono di salire nelle leaderboard affrontando così le dieci divisioni disponibili con il nostro team. Migliori saranno le prestazioni al termine dei dieci match – più coppa realizzata come torneo ad eliminazione – che compongono una stagione, maggiori saranno i punti ottenuti e la possibilità di salire nelle divisioni maggiori. La modalità amichevole utilizza poi la stessa logica di divisione della stagione, senza però essere valide per la carriera online e dunque senza fornire punti che potremo utilizzare per migliorare la nostra posizione nelle divisioni. Le stagioni amichevoli sono composte anch’esse da dieci match per stagione, con quest’ultima che ripartirà al termine con una squadra campione e le altre che dovranno fare il possibile per strapparle il titolo di campione.

Resta infine la modalità Pro Player che rispetto a FIFA 11 non è cambiata quasi in nulla. Tutti i ritocchi da parte di EA sono stati dedicati alla pulizia del codice e al miglioramento del netcode.

BELLO DA VEDERE E SENTIRE

Dal punto di vista puramente tecnico, motore fisico a parte, non molto è cambiato rispetto all’anno precedente. Nuovi giocatori hanno beneficiato della cura digitale di EA – i giocatori dell’AC Milan in primis – e l’intero comparto grafico è stato ritoccato per offrire una migliore resa. Tra questa c’è la nuova telecamera che rende meglio la proporzione tra campo/stadio e giocatori ed una nuova cura nei dettagli degli stadi, tra cui si annovera la presenza del nuovissimo stadio della Juventus. Resta però la pecca del sistema replay che tende a dimenticarsi delle azioni veramente importanti per focalizzarsi principalmente su gol e falli.
Totalmente rivisto rispetto al passato il menu, ora meglio organizzato e decisamente più semplice da gestire. Dal punto di vista delle licenze manca ancora la Champions League – esclusiva ottenuta ancora una volta da Konami per PES – e cosa ancor più fastidiosa, mancano diverse licenze dei campionati che presentano nomi e simboli generici – Serie A e B in primis che non hanno logo e nomi ufficiali, ma generici – al cui interno però troveremo squadre e giocatori con le licenze a posto. Infine annoveriamo finalmente la presenza di Palermo, Catania e Napoli con i loro giocatori, i loro simboli, loghi e nomi ufficiali.

Per quanto riguarda il sonoro siamo come sempre su livelli ottimi, tanto per la soundtrack messa nel gioco da Electronic Arts, quanto ovviamente per i campionamenti del tifo e dei cori che ogni anno si aggiungono di nuove chicche per ogni squadra. Rinnovata in parte la telecronaca in italiano affidata sempre al duo Caressa e Bergomi che grazie ad un sistema che tiene in memoria gli eventi già accaduti, commentano la partita in corso riferendosi a passate prestazioni dei giocatori. Resta tuttavia per buona parte quel campionario di battute e commenti che negli anni abbiamo sentito sempre più volte e se non è necessario cambiare il duo in cabina, rinnovare l’intero sarebbe cosa decisamente gradita.

CONCLUSIONE

Nel 2008 è partita una rivoluzione che, patiti per una o l’altra serie calcistica che si sia, non si può negare che FIFA si sia trasformato da un titolo puramente arcade a una simulazione che esaltava la bellezza del calcio. Quella rivoluzione oggi si arricchisce di un nuovo capitolo che i ragazzi di EA sono stati in grado di far scendere sul campo.

FIFA 12 non è più il FIFA di una volta, grazie al nuovo motore fisico e alla fase difensiva completamente rivista, la simulazione calcistica di EA fa un nuovo passo in avanti verso la perfezione promettendo a chi si avvicina al gioco, intere giornate di pieno divertimento, sia che si giochi da solo, che con amici in salotto o online. Il cambiamento rispetto al passato è decisamente epocale e non sarà possibile avvicinarsi al titolo di EA con la stessa facilità che si aveva sino all’anno precedente. Serve tempo per comprendere le nuove meccaniche e tanta abilità per farle proprie riuscendo così ad esaltare non solo la conoscenza del calcio, ma anche la propria bravura pad alla mano.

Come detto in apertura dunque, la lunga fase evolutiva di FIFA sta letteralmente trasformando questo gioco ogni anno che passa, ma ogni cambiamento è votato a ciò che i giocatori vogliono da parte di EA: il miglior gioco di calcio mai creato e EA sta facendo di tutto per accontentarci.

VOTO: 9.5 SU 10

This post was published on 27 Settembre 2011 13:47

Redazione Player.it

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