ICO & Shadow of the Colossus HD – Recensione

ico-shadow-of-the-colossus-coverIl fenomeno delle riedizioni in HD è una novità recente nel mercato videoludico attuale e a idearlo è stata Sony che ha approfittato della non compatibilità dei titoli PS2 su PS3 per offrire ai giocatori della sua ultima console alcuni tra i maggiori successi della precedente ammiraglia. Si è iniziato con God of War per poi passare a Prince of Persia, Tomb Raider, Metal Gear Solid, Silent Hill e altro ancora. Tutti titoli che tutto sommato anche i non appassionati sono in grado di riconoscere.

Con una mossa azzardata però, Sony a puntato ciecamente anche su due dei titoli per PS2 più apprezzati da critica e fan, anche se il loro nome non evoca nelle menti di tutti dei ricordi. Stiamo parlando di ICO & Shadow of the Colossus Collection HD – nota anche come Team ICO Collection. I titoli di Ueda sono belli come ce li ricordiamo o la loro riedizione in HD ha tolto un po’ di quella magia? Scopritelo in questa nostra recensione.

“ICO”NA DEL PASSATO

In ICO indosseremo i panni di un ragazzo esiliato dalla sua gente per timore, il ragazzo infatti è nato con un paio di corna bianca e questa caratteristica viene vista dalla popolazione del villaggio come un presagio di sventura. La nostra avventura inizierà dunque con un lungo prologo in cui vedremo due guardie e un uomo incarcerare ICO all’interno di un sarcofago posto in una sala di un immenso castello dove, altri sarcofagi, contengono le spoglie di altri ragazzi, uomini e donne che hanno avuto la sventura di nascere con caratteristiche più uniche che rare. Condannato dunque a morte sicura, ICO riuscirà però a liberarsi dalla sua prigione grazie ad un terremoto che farà crollare il suo sarcofago lasciando così libero il ragazzo di trovare una via di fuga. I piani di ICO però cambieranno quando incontrerà Yorda, una ragazza quasi eterea intrappolata all’interno di una gabbia. Il nostro alter ego la libererà e comincerà con lei una lunga avventura per trovare la tanto agognata libertà.

Dal punto di vista del gameplay ICO si può considerare come un action adventure dalla spiccata natura platform, ogni livello è infatti un rompicapo da risolvere dove tirando una leva, azionando un pulsante e spostando oggetti e ingranaggi, apriremo nuove porte e nuove vie. A rendere tutto più intrigante e decisamente più complesso è la presenza di Yorda, se ICO infatti è in grado di saltare, arrampicarsi, spingere, tirare ed altro, Yorda da sola è solo in grado di saltare e la risoluzione di molti enigmi passa anche dall’abilità che avrà il giocatore di liberare la strada o aiutare la ragazza – spingendola, tirandola su ed altro – a superare ostacoli che altrimenti non sarebbe in grado di superare. Se a parole tutto può sembrare semplice, in fatti non lo è. ICO è un platform di vecchia generazione (uscì dieci anni fa su PS2) che non prende assolutamente in considerazione la natura platform estremamente semplice dei giorni nostri dove ogni scalata e azione viene quasi guidata grazie a punti luminosi o zoom della telecamera. Qui la telecamera è fissa sulle ambientazioni e nessun segnale rende chiaro cosa bisogna fare esattamente. Il giocatore viene dunque sfidato dal gioco che gli impone di scoprire cosa e come tutto deve essere fatto.
Se l’adventure c’è tutto e il platform anche, manca ancora la componente action che è legata a Yorda e alla sua natura. La ragazza fatta di luce è figlia della regina del buio e quest’ultima farà di tutto per evitare che ICO riesca a liberarla. Ci saranno così entità fatte di oscura malvagità che in più di una occasione tenteranno di rapire la giovane e compito di ICO sarà evitarlo affrontando queste entità che non sono in grado di danneggiare il ragazzo, ma solo la ragazza.

Unico vero difetto di questo titolo è la sua longevità, appena sei ore per un normale giocatore, qualcosa in meno se siete invece vecchie volpi con i calli sotto i pollici. A migliorare questo aspetto tuttavia ci sono sia i trofei – sedici in tutto – che la possibilità di giocare in cooperativa locale l’avventura dopo aver finito il gioco una prima volta.

COLOSSO, NON SOLO DI NOME

In Shadow of the Colossus, erede sentimentale di ICO in quanto offre una storia sotto certi aspetti simile, indosseremo i panni di Wanden, un combattente in possesso di una mistica spada antica che affronterà un viaggio lungo e pericoloso per riportare in vita la sua donna, Mono. La ragazza è morta in circostanze misteriose e Wanden la porterà in un tempo dove la voce di Dormin, una entità vista come un dio, spiegherà a Wanden che per riportare in vita Mono, il ragazzo dovrà affrontare e sconfiggere i sedici colossi sparsi nel mondo, pagando poi un caro prezzo per ottenere il suo obiettivo. In un susseguirsi continuo tra fasi di lotta ed esplorazione dunque, Wanden darà inizio al suo viaggio con in mente solo la voglia di riportare in vita la sua donna, qualunque sia il costo da pagare.

Dal punto di vista del gameplay Shadow of the Colossus è un titolo strano, a metà tra un adventure e un puzzle game. Ci troviamo in un mondo aperto ma fondamentalmente vuoto dove il giocatore non avrà alcun tipo di interazione con nessuno, ad eccezione dei Colossi e di Agro, il suo fido destriero che l’accompagnerà in giro. In un mondo aperto ma vuoto dunque, l’azione vera e propria non è altro che un susseguirsi di viaggi per raggiungere una destinazione e di lotta contro gli immensi colossi che dovremo affrontare colpendo di volta in volta specifiche aree – tutte illuminate e quindi ben chiare su schermo. I colossi tuttavia non sono esseri inermi, ma creature che faranno di tutto per evitare che Wanden li uccida, dal semplice scrollarselo di dosso sino ad affrontarlo direttamente per allontanarlo. Seppur semplice a parole, la lotta non sarà mai un lavoro da una botta e via, ma dovremo studiare e comprendere i punti di forza e quelli deboli di ogni creatura – tutte differenti tra loro – ed attuare poi la giusta tattica in modo tale da uscire vittoriosi da lotte che con il passare del tempo saranno sempre più lunghe e complesse.

A differenza di ICO, Shadow of the Colossus è un titolo decisamente longevo che chiede anche al giocatore esperto tra le otto e le dieci ore per vedere i titoli di coda, qualcosa in più se si affrontano poi tutte le sfide che il gioco mette a disposizione. Anche per Shadow of the Colossus sono stati aggiunti i trofei, trentuno questa volta compreso il platino, tutti legati più che altro ai colossi e al grado di difficoltà – anche se non mancano tuttavia alcune intriganti sorprese.

BELLI ORIGINALI, MA BELLI ANCHE IN HD E 3D

Dal punto di vista tecnico la conversione di ICO e Shadow of the Colossus è stata assegnata a Bluepoint Games, la stessa casa che si è occupata dell’ottima conversione della prima collection di God of War – che includeva su singolo Blu-ray il primo e il secondo capitolo della serie God of War realizzata per PS2. Le caratteristiche di questa edizione sono dunque le stesse di buona parte delle collection di Sony: rimasterizzazione in HD, supporto al 3D e aggiunta dei trofei, con l’unica grande differenza e anche grande difetto, legata alla scelta del titolo a cui giocare, scelta che per essere cambiata obbliga il giocatore a tornare sulla XMB.
 
La rimasterizzazione in HD non ha portato particolari migliorie a quanto a suo tempo era uno dei migliori giochi su PS2. Tali sono ancora sia ICO che Shadow of the Colossus e tali rimarranno. Ad essere pienamente onesti però bisogna dire che gli anni si notano e si sentono nel mondo di oggi fatto di poca poesia e tanta, tanta azione. Tuttavia gli anni passati non hanno tolto nulla della magia che questi giochi sono stati in grado di dare. Il loro fascino, la loro giocabilità e soprattutto la loro capacità di essere in grado di tirarti dentro un mondo del tutto unico e particolare è rimasta e nessun difetto potrà togliere questo pregio. Per quanto riguarda il 3D non abbiamo avuto purtroppo modo di provarlo in prima persona per una mancanza di hardware a cui prima o poi bisognerà sopperire, ma colleghi del mondo della stampa estera e italiana che hanno avuto questa fortuna, hanno giudicato la stereoscopia ottima e mai fastidiosa.

Ottime le colonna sonore e gli effetti sonori in generale – con quest’ultimi che ovviamente risentono degli anni. Buono anche il doppiaggio di entrambi i titoli, esclusivamente nelle “lingue originali”, ma supportati da sottotitoli in lingua italiana.

CONCLUSIONE

ICO & Shadow of the Colossus Collection HD è un titolo su cui Sony ha voluto scommettere e per chi è in grado di apprezzare un videogame senza fermarsi al solo aspetto grafico, c’è solo da guadagnarci. I due titoli di Ueda sono stati in grado negli anni passati di emozionare e la loro trasposizione in HD non fa altro che riproporre quelle stesse sensazioni che i giocatori PS2 hanno avuto negli anni passati.

In conclusione le due opere originali, tanto quanto la loro riedizione in HD, sono e restano due tra i migliori giochi per le console della Sony, due vere Killer Application. Il vero problema di questa Collection dunque non è il suo contenuto, quanto piuttosto la data di uscita che vede un mercato saturo di titoli di primissimo piano che i videogiocatori hanno già adocchiato e prenotato. Se vi resta però ancora qualche soldo da spendere, fatelo per ICO & Shadow of the Colossus Collection HD. Non ve ne pentirete!

VOTO: 9 SU 10

Team Ico Collection è una raccolta di due giochi ( Ico e Shadow of the Colossus) sviluppati da Team ICO e distribuiti da SCEE, in esclusiva per PlayStation 3. L’uscita è prevista per il 28 Settembre 2011!