Dopo due capitoli sulla PlayStation 2, Kratos e le sue avventure sono finalmente approdate su PSP e Sony ha scelto di lasciare l’onere e l’onore del lavoro ai ragazzi di Ready At Dawn Studios, già noti su PSP per quel piccolo capolavoro del titolo portatile della saga “Dexter”. L’eredità che i ragazzi degli Studios californiani si sono sobbarcati non è affatto leggera da tenere sulle spalle, ma fortunatamente God of War: Chains of Olympus è un degno figlio minore delle avventure viste su PlayStation 2 e già da ora, ancor prima di inoltrarci nella recensione, possiamo dirvi che vale l’acquisto, se amate inoltre le avventure di Kratos e volete scoprirne il passato, non perdete tempo e correte al vostro negozio di videogiochi preferito.
LE AVVENTURE DI KRATOS DIVENTANO PORTATILI
La trama di God of War: Chains of Olympus è un prequel delle avventure narrate nei primi due capitoli su PlayStation 2. In questa avventura troveremo Kratos, già divenuto il fantasma di Sparta, ma agli inizi di quei dieci anni di servizi verso quegli dei che spodesterà in futuro. In breve e tentando di non anticipare troppo, in questa avventura ci troveremo in un mondo dove Elios, il dio del sole, ha perso il sole rubato da qualcuno e con Morfeo – il dio del sonno – che sta lentamente conquistando l’intero mondo, compreso l’olimpo degli dei. Gli dei utilizzeranno quindi le abilità e se vogliamo dire l’ingenuità di Kratos per riportare tutto al posto giusto, Morfeo alla notte ed Elios al giorno.
Essendo questo un prequel delle avventure di Kratos, i ragazzi di Ready at Dawn Studios hanno dovuto inventarsi un nuovo sistema per fornire gli oggetti magici o direttamente le magie a Kratos, se infatti nel futuro saranno gli dei dell’Olimpo e i Titani a fornire aiuto allo spartano, qui Kratos dovrà conquistare tutto da se acquisendo il controllo di demoni o di oggetti magici presi in luoghi sacri o sui cadaveri dei demoni uccisi. Ad esempio uccidendo un comandante persiano acquisiremo il controllo di un Efreet, una creatura demoniaca del fuoco che potremo invocare sacrificando la mana. Allo stesso modo potremo sfruttare i poteri di oggetti come lo scudo di Elios o un guanto particolare di Zeus, oggetti che acquisiremo prendendoli direttamente all’interno dei templi dedicati agli dei. Tutti gli oggetti e tutte le magie inoltre saranno migliorabili sacrificando le sfere rosse che acquisiremo aprendo i bauli ed eseguendo lunghe combo durante i combattimenti. Ad ogni upgrade sbloccheremo, per le armi nuove combo mentre per le magie amplieremo l’area di attacco o renderemo il colpo più potente. All’interno dei bauli inoltre sarà possibile trovare altri due oggetti – occhi di gorgone e piume di fenice – che se sacrificati a gruppi di cinque, ci permetteranno di aumentare la barra della vita e quella della mana.
Se dal punto di vista del gameplay bisogna fare una critica, questa va a cadere indubbiamente sulla longevità che da sempre comunque ha caratterizzato negativamente questa giovane saga. Le avventure di GoW: Chains of Olympus possono essere ultimate senza troppe difficoltà in meno di dieci ore – a chi vi scrive ne sono bastate poco più di sette. Le difficoltà variabili – ben quattro – e la presenza di cinque sfide – chiamate Sfide dell’Ade – nel menu tesori aumentano comunque leggermente la longevità del gioco giustappunto di qualche ora, ma nulla di più.
Fa storcere il naso inoltre l’effettiva mancanza di una funzione che sfrutti la connessione Wi-Fi della console, sembra infatti che i ragazzi di Ready At Dawn Studios si siano dimenticati completamente di questa funzione presente sulla PSP. Sony ha comunque commentato in passato che le avventure di Kratos sono da giocatore singolo, non c’è infatti la presenza di un team o di un compagno sempre di fianco allo spartano nei quali un secondo giocatore può immedesimarsi. Se questo è certamente ovvio, altrettanto ovvia sarebbe stata la possibilità di inserire scontri diretti tipo arena, in cui i giocatori potessero impersonificare i demoni o gli stessi dei incontrati nell’avventura.
MAMMA MIA!!
Tecnicamente possiamo dire di avere avuto dei problemi nel capire che ciò che tenevamo in mano fosse una PSP e non una PS2, i ragazzi di Ready at Down Studios hanno infatti strizzato ogni singolo briciolo di potenza della console per creare il titolo tecnicamente più avanzato visto sino ad oggi sulla piccola console di casa Sony. Già con Dexter i ragazzi californiani erano stati in grado di ricreare un mondo tecnicamente e graficamente all’avanguardia, ma nei confronti di GoW: Chains of Olympus sembra che l’impegno di tutti sia stato ancora maggiore vista l’importanza che ha questo franchise in casa Sony. Le ambientazioni dalle rovine della città di Maratona al Tartaro – il mondo degli Inferi controllato da Ade – sono ricchi di particolari e di dettagli unici che fanno realmente strabuzzare gli occhi.
CONCLUSIONI
I programmatori di Ready At Dawn Studios sembrano avere in mano una sorta di bacchetta magica grazie alla quale l’hardware della piccola di casa Sony si piega ai loro voleri facendo andare cose che non si potevano neanche immaginare. Sia dal punto di vista grafico che tecnico, God of War: Chains of Olympus è senza ombra di dubbio il miglior gioco per PSP mai visto sino ad ora. Nulla è in grado di scalfire un minimo aspetto di questo titolo, ogni comparto è curato con precisione e con una dovizia di particolari davvero maniacale. Se God of War e God of War II sono stati in grado di piegare i più grandi franchise per PS2, GoW: Chains of Olympus è certamente il titolo di punta della PSP, l’unico vero esempio di Killer Application, ossia di un titolo che da solo è in grado di far vendere migliaia di console.
Continuare a mettere parole l’una dietro l’altra ci sembra inutile, correte a comprarlo… punto.
VOTO 9.5 SU 10
God of War: Chains of Olympus è un action/adventure sviluppato da Ready at Dawn Studios disponibile per Sony PlayStation Portable.
This post was published on 16 Settembre 2011 16:30
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