Resistance 3 – Recensione

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Nato come brand con la nascita di PS3, il primo capitolo di Resistance era uno dei giochi da subito disponibili con la console. Oggi Resistance è giunto alla sua terza incarnazione, quarta se consideriamo anche il capitolo uscito su Sony PlayStation Portable. Nel 2006 era un semplice shooter, maturato poi nel 2008. Sarà il 2011 l’anno della consacrazione?

UN PUGNO NELLO STOMACO E UN TUFFO AL CUORE

La storia narrata in Resistance 3 è ambientata quattro anni dopo gli avvenimenti del secondo episodio. Nathan Hale è morto e dal suo sangue Malikov sta cercando di sintetizzare un vaccino che possa sconfiggere il morbo dei Chimera, ma deve fare in fretta. La Terra ha perso il 90% della sua popolazione, sono quasi tutti morti o mutati. La Terra è pressoché distrutta, i buchi continuano ad aprirsi da ogni parte e ogni nazione pian piano congela attraverso una mutazione climatica condotta dalla razza aliena per trasformare il nostro pianeta in un luogo più ospitale per loro. In questo terzo capitolo indosseremo i panni di Joseph Capelli, espulso dal corpo dopo l’uccisione di Hale e ora rifugiatosi in Oklahoma insieme a sua moglie e suo figlio. Non è più tempo di combattere e resistere all’avanzata dei Chimera, è solo tempo per cercare di sopravvivere. A cambiare totalmente il futuro di Capelli sarà però l’arrivo di Fydor Malikov, il dottore che chiederà all’ex sentinella di accompagnarlo in un viaggio sino a New York City. Inizialmente Capelli non accetterà l’offerta di Malikov, ha trovato un rifugio per se e per la sua famiglia, ma il dottore darà alla Sentinella quel qualcosa che lo metterà in moto: la speranza di sconfiggere una volta per tutte i Chimera, di riportare tutti i mutati in essere umani, ma soprattutto la possibilità di dare al figlio un mondo dove vivere senza più paura.

Dopo aver scaricato una grossa patch correttiva (oltre seicento mega), comincerà dunque la nostra avventura nel nuovo mondo ideato da Insomniac per Resistance 3. Rispetto al passato la trama è maturata, ora il gioco è decisamente più crudo e violento. Le prima ore ci sfiniranno nell’anima e quelle successive cominceranno a farci sognare un finale che mai prima d’ora potevamo aspettarci. La storia è realmente in grado di toccarci in alcuni momenti, di sentire i sentimenti provati dal nostro alter ego, di fermarci a pensare e capire che la Resistenza non è solo una parola che indica un gruppo, ma una sensazione, un sentimento, una forza che ti viene da dentro e ti fa urlare la voglia che hai di vivere. Ad un tratto però tutta la magia che questa storia è in grado di donare comincia a svanire. Pian piano cominceremo a notare alcune lacune, prima poco importanti e poi sempre più ampie sino a raggiungere un finale, che ci spiace doverlo dire, ci ha deluso decisamente tanto. L’impressione è quella che i ragazzi di Insomniac abbiano lavorato sodo fino ad un certo punto e poi, forse per mancanza di idee o per rispettare date che sarebbe stato meglio posticipare, siano andati di fretta, concludendo tutto senza approfondire e curare come avevano fatto per il resto della storia.

Dal punto di vista del gameplay poi ci sono grandi novità e alcuni ritorni che possono piacere o meno a seconda dei gusti. Il feeling con le armi sul campo di battaglia è migliore rispetto ai precedenti capitoli, questo perché pur mantenendo lo stesso identico sistema di comandi, le armi ora sono gestite in modo diverso e ritorna la ruota come metodo di selezione dell’arma, cosa che ci permetterà di portarci dietro un vero e proprio arsenale e non solo un paio di armi da cambiare poi sul campo non appena saranno scariche. La gestione delle armi è cambiata poi attraverso un sistema che potremo definire degno di un GDR. Ogni volta che utilizzeremo una qualunque bocca da fuoco faremo alzare un contatore di esperienza che, raggiungendo specifici traguardi, ci consentirà di migliorare l’arma in nostro possesso. In altre parole, ogni arma nel gioco è migliorabile, una semplice pistola ad esempio può trasformarsi un’arma che spara piccole cariche esplosive remote che potremo far detonare a nostro piacimento – ovviamente la tattica corretta è quella di far esplodere la carica quando il nemico si avvicinerà ai suoi compagni. Ma questo è solo uno degli innumerevoli potenziamenti che potremo ottenere, altri sono proiettili traccianti, caricatori aumentati, calibri esagerati e tanto, tanto altro ancora. Come noi però, anche i Chimera hanno un nuovo e potente arsenale da utilizzare per farci fuori e qui tra i più pericolosi ci sono i fucili in grado di penetrare i muri. Quest’arma è una vera e propria spina nel fianco perché obbliga il giocatore a cambiare di continuo il punto di copertura. Ritorna poi dopo un titolo di pausa, l’uso dei medikit per recuperare energia, caratteristica che aumenta decisamente la difficoltà nei combattimento – c’è da dire comunque che basta esser logici per non avere mai troppi problemi, i nostri nemici infatti sono sempre carichi di kit medici che possiamo raccogliere ed utilizzare.

Detto del combattimento, parliamo dei nemici, i Chimera. Qui i ragazzi di Insomniac si sono dati alla pazza gioia. Tra forme più o meno evolute, ci troveremo di fronte ad ogni sorta di mostro possibile ed immaginabile. Ci saranno i nemici rapidi ma poco potenti, la cavalleria ben armata, i possenti mutati con minigun in grado di ucciderci in un istante e via via discorrendo. Pesante ad un qualunque film in cui il genere umano deve combattere una specie aliena e state tranquilli che nel gioco troverete una versione più o meno rassomigliante dell’alieno, da Predator, ad Alien a tanti altri ancora – compresi alcune forme Chimera che somigliano decisamente tanto agli zombie. Oltre ai nemici di base poi, ci saranno anche i medi e mega boss, creature in parte meccaniche controllate dai Chimera e in parte no che stanno trasformando la Terra e che noi e il resto delle Sentinelle dovremo combattere in spettacolari Boss Fight.

Complessivamente la sola trama narrata in Resistance 3 ci porterà via tra le otto e le dieci ore di gioco, un paio in più se si punta a raccogliere anche tutti i collezionabili nella forma di registrazioni audio e giornali. Si tratta di una longevità buona, addirittura ottima se comparata ai più comuni FPS che in meno di sei ore si concludono per poi non offrire altro.

ONLINE A GO-GO!

E in Resistance 3 abbiamo ovviamente anche il comparto multigiocatore. L’intera avventura può essere giocata in cooperativa online con un secondo giocatore, cosa già presente in passato per alcune mini missioni, mentre ora tutto potrà essere affrontato in due. La novità più ampia sta invece nel multiplayer competitivo. Rispetto al passato il comparto è stato rifatto sotto ogni aspetto, non più sessanta gli slot per partita, ma solo sedici, caratteristica che permette alle partite di essere decisamente più logiche, dove è la bravura ad essere premiata e non solo la capacità di approfittare del caos. Oltre alle modalità di gioco classiche come Cattura la bandiera e Deathmatch (singolo e a squadre), il comparto multiplayer offre anche la modalità Guerra che si sviluppa ad obiettivi, la modalità Breccia in cui il team in attacco deve distruggere la postazione difesa dal secondo team e Reazione a catena, una modalità in cui le squadre devono controllare più posizioni sulla mappa –il compito dei Chimera è ovviamente quello di aprire un buco, mentre quello degli umani di chiuderlo.

Oltre alle nuove modalità però, Resistance 3 aggiunge al comparto multiplayer le abilità, nient’altro che il classico sistema di classi e abilità presenti in pressoché ogni FPS sul mercato. Uccisioni, vittorie, conquiste e via discorrendo forniranno al giocatore dei punti grazie ai quali si potranno sbloccare nuovi potenziamenti per le armi o abilità vere e proprie che ci consentono ad esempio di resistere ad un tipo specifico di colpo, visionare sulla mappa la posizione dei nemici o rifornimenti e tanto, tanto altro ancora. A tutto ciò si aggiungono poi le classi, ognuna con abilità uniche. Maggiore sarà dunque la nostra esperienza nel multiplayer, migliori le abilità che potremo attivare, le ricompense uccisioni che potremo ricevere e ovviamente le classi e armi che potremo utilizzare. Si tratta sembra ombra di dubbio di un ampio passo in avanti fatto rispetto al passato, se prima non c’era quasi motivo per giocare online, passione a parte, ora classi, armi e abilità da sbloccare forniranno un obiettivo aggiuntivo a tutti i giocatori che si butteranno sul PSN.

MOVE IN 3D

Resistance 3 offre al giocatore la possibilità di vivere l’intera avventura in 3D o di giocare senza pad e con l’uso di Move, comodamente alloggiato sullo Zapper, una struttura in plastica a forma di fucile. Se il primo non abbiamo avuto modo di provarlo per mancanza di hardware, il secondo lo abbiamo usato per diverse ore e le sensazioni fornite sono contrastanti. Da un lato c’è una maggiore immedesimazione nel gioco, ma allo stesso tempo abbiamo notato un lag eccessivo tra il nostro movimento e la sua replica a schermo. Se nelle fasi meno concitate non è un grosso problema, man mano che i combattimenti si fanno più complessi, sia per il numero che abilità del nemico, questo lag diventa fastidioso e in alcuni casi anche causa di morte, non per nulla dopo qualche saluto poco piacevole al mondo, abbiamo abbandonato lo Zapper per impugnare un mai stanco Dualshock 3.

NON AL TOP!

Il passo tecnico evolutivo tra il primo capitolo e il secondo della serie Resistance era stato ottimo ed ampio. Stessa cosa però non si può dire per questo terzo episodio che, è sì migliorato, ma non è ancora in grado di raggiungere la grandiosità tecnica di altre esclusive come Uncharted 3 o Killzone 3. Oltre ad una palette di colori non ampissima in cui si va dai toni del marrone a quelli del blu ghiaccio, anche la qualità di alcune texture non ci hanno lasciati con la mascella a terra.

Non si tratta mai di difetti che rovinano l’atmosfera o toccano in alcun modo il gameplay, ma che nel complesso si notano e fanno storcere il naso per un titolo che, con un po’ più di cura nei dettagli, avrebbe senza ombra di dubbio preso il massimo dei voti. Migliorato invece il feeling del combattimento e l’intelligenza artificiale. Mai, come ora, i Chimera sono in grado di ragionare ed attuare vere e proprie tattiche per farci fuori e la cosa la cominceremo a notare andando avanti con i progressi.

Nulla da eccepire invece sotto l’aspetto sonoro. Mantenendo i canoni del brand la soundtrack trasporta il giocatore senza mai diventare fastidiosa, tanto nei momenti di calma quanto sul campo di battaglia. Buoni gli effetti sonori ed il doppiaggio, totalmente in italiano.

CONCLUSIONE

Con una trama che si conclude in modo eccessivamente brusco e lasciando troppe domande e perché ancora nella testa dei videogiocatori, Resistance 3 ci ha fatto sognare lasciandoci però poi con l’amaro in bocca. I passi in avanti rispetto al passato ci sono stati, la grafica è migliorata anche se non al top ed il multiplayer, con la nuova organizzazione, è più che di una spanna superiore rispetto ai capitoli precedenti. L’opera degli Insomniac Games insomma non riesce ancora a trasformare il suo stato di promessa in un vero e proprio capolavoro, soprattutto a causa di una cura  nei dettagli che si capisce essersi persa nello sviluppo. Non siamo di fronte ad un titolo pessimo, tutt’altro, ma la speranza era di trovarsi di fronte ad altro.

In conclusione Resistance 3 è un buon gioco, realmente in grado di toccarci l’anima in alcuni momenti e altrettanto in grado di farci divertire come matti nel campo di battaglia a sconfiggere Chimera in singolo e in multiplayer. Se tra i tanti titoli che avete già in mente di prendere c’è ancora spazio per uno, quello spazio occupatelo per il finale di questa serie, soprattutto se vi siete giocati entrambi i precedenti capitoli.

VOTO: 8.5 SU 10

Resistance 3 è un FPS sviluppato da Insomniac Games e distribuito da Sony Computer Entertainment in esclusiva Playstation 3 a partire dal 9 Settembre 2011.