Finalmente è arrivato il sogno bagnato di ogni giocatore incallito di Warhammer 40.000!!!
Se non sapete di cosa io stia parlando e non avete idea di cosa sia Warhammer (da adesso WH40K) 40.000, siete capitati nel posto sbagliato e vi pregherei di uscire. Scherzi a parte, WH40K Space Marine è il gioco in cui, finalmente, controllerete un Marine duro e puro, capace di trucidare – credetemi, è il termine esatto – una valangata di Orki o creature affine, con la sua sola forza. Uno Space Marine è un soldato che non ha paura di nulla, talmente tanto pompato e protetto che non ha neanche bisogno delle coperture per chiudere i giochi. Ebbene si, ho volutamente fatto il paragone con Gears of War ma qui le cose sono ben diverse, questo perché Space Marine si pone su una dimensione davvero molto diversa dal titolo griffato Epic. Andiamo a vedere perché il gioco degli Space Marine, spacca.
CATTIVERIA A FIN DI BENE
Oltre al fatto che per comandare uno Space Marine, potrei benissimo non avere bisogno di vere motivazioni va detto che il gioco ha una storia marginale alle sue spalle, non tanto articolata e nemmeno tanto originale ma che si lascerà apprezzare più che degnamente. In parole povere, sappiate che i nemici principali del gioco saranno i famosi Orki che si metteranno sulla strada del nostro Space Marine di nome Titus, comandante in capo di una piccola squadra formata da soli 4 uomini. Se pensate che quattro uomini sono pochi per combattere milioni di Orki, la storia dei videogiochi non vi ha insegnato nulla. Quattro uomini bastano a schiacciare gli Orki che vogliono conquistare le terre dell’Imperium con una serie di attacchi di diversa natura fra un pianeta e l’altro. Ecco, la storia si riduce a tutto qui, non è molto come premessa iniziale ma saprà farsi amare, credetemi sulla parola.
LE COPERTURE SONO PER LE FIGHETTE
Lo so, ho rubato una delle frasi del mitico Duke Nukem citate nel gioco Forever ma non mi veniva in mente niente altro come titolo del paragrafo. Tornando a noi, dovete sapere che la prima cosa che si nota nel Gameplay del gioco è proprio l’assenza delle coperture applicate alla pressione di un tasto. Questa scelta cosi “assurda”, si rivela essere la vera forza del gioco perché qui si parla di un titolo dove la brutalità diventerà il vostro pane quotidiano. Usare le coperture in un gioco del genere non avrebbe avuto senso anche perché non ci si va a scontrare con una decina (massimo) di nemici per volta ma con plotoni di Orki che possono raggiungere anche la trentina di unità. Detto questo, gli scontri a fuoco rimangono un lusso davvero timido che si può attuare solamente nei primi tre secondi di ogni scontro…non perché non sia possibile in altri momenti ma proprio per il fatto che i nemici (non pochi), cercheranno di colpirvi come una marea di grandi dimensioni. Ed ecco allora che tutta la potenza bruta di uno Space Marine, blindato come un carro armato e davvero incavolato (per non dire altro), verrà alla luce di modo da ammirare a schermo degli scontri talmente brutali e feroci come non se ne vedevano da tempo: gente tagliata in due parti, spappolata, esplosa, schiacciata, fulminata, bruciata o vaporizzata sono solo alcune delle situazioni gore che potrete compiere ai danni dei nemici. Insomma, un tripudio di battaglia lacerante, quella vera, quella che si combatte all’arma bianca.
SE VUOI VIVERE, DEVI UCCIDERE
Il gameplay è dunque rivolto a quelle persone che amano alla follia gli hack’n’slash duri e puri.
Dalla nostra e con estrema cattiveria, potremo utilizzare quattro armi di varia potenza di fuoco fra cui pistole, fucili a pompa modificati, fucili da cecchino, lancia granate, lanciafiamme e mitragliatrici per quanto riguarda gli scontri dalla distanza (e le granate che non guastano mai). Negli scontri corpo a corpo invece, la nostra arma principale sarà una lama sega (poi a scelta arriverà un martellone o l’ascia) che falcidierà chiunque si avvicini al nostro personaggio. Le armi però, variano fra utilità e soddisfazione difatti il gioco si potrebbe affrontare quasi tutto solamente combattendo corpo a corpo. Il problema principale però è che non ci saranno mai uno o due Orki a caricarci ma un tripudio di truppe – ecco perché Titus sarà in grado di eseguire diverse fatality utili non solo allo spettacolo su schermo ma anche in grado di rigenerare la vita del personaggio. Abbiamo poi la modalità Furia che si carica ad ogni uccisione e che, quando attivata, ci renderà una macchina di distruzione davvero notevole. Per quanto concerne la vita, dovete sapere che in Space Marine si attua la formula delle doppia barra divisa fra armatura e vita, finita la prima, inizierete a morire e dovrete per forza usare le fatality sui nemici per riportare a casa la pellaccia. Il sistema creato dai programmatori non è affatto male, questo perché a differenza dei giochi dove la vita si rigenera se si sta coperti, qui esiste veramente la vera sfida dei combattimenti e spinge il giocatore negli scontri senza mezze misure: se volete vivere, dovrete scontrarvi per forza. Fra le altre cosine gustose del gioco, segnalo anche la possibilità, in alcuni schemi, di montare sulle spalle uno Jump Pack che sarà in grado di farvi compiere dei balzi notevoli – come dice il nome stesso però, non è che volerete ma riuscirete a posizionarvi in punti altrimenti inaccessibili. Ai fini del gioco non è nulla di davvero creativo ma servirà solamente in alcune situazioni pensate per coprire i compagni di squadra in posizioni inferiori oppure per caricare un super pugno in grado di devastare gli Orki mentre si atterra. Effettivamente, mi sarei aspettato qualcosa di più da queste situazioni ma restano comunque divertenti se pur fini a se stesse.
Chiudendo il paragrafo, Space Marine non è però solo un gioco Action, Relic ha aggiunto una piccola componente ruolistica che non guasta mai ma non aspettatevi nulla di cosi evoluto. Potremo migliorare le solite cosette come i pezzi aggiuntivi per quanto riguarda l’armatura o le armi ma nulla di più.
UCCIDIAMOLI TUTTI
WH40K Space Marine non è però esente da difetti benché in questa situazione ci troviamo per le mani un gioco godibile in tutti i sensi. La grafica oscilla prepotentemente fra l’alto e il basso. Abbiamo una modellazione poligonale eccellete sotto il profilo degli Space Marine, degli Orki, dei vari Boss e anche di altre creature più o meno strane che si incontrano. Idem per quanto riguarda i dettagli di armature e armi cosi come per il Gore, sappiate che il sangue finirà sulla vostra armatura, sporcandola anche completamente. Graffi, lesioni, pezzi che volano, offrono un buon livello di dettaglio ma quello che stona sono le scenografie non sempre dettagliatissime e ricercate – benché ci siano però molte cose distruttibili. Buonissima però la programmazione del motore grafico che anche a alte risoluzioni – il nostro banco di prova è stato un 1680×1050 con tutti i dettagli al massimo – non mostra il fianco neanche in situazioni davvero complesse con una ventina di nemici a schermo. Eccellente anche l’impianto sonoro che riesce a dare al giocatore sia la sensazione di pesantezza dell’armatura di Titus che quella di cattiveria per quanto riguarda gli scontri con lame che si scontrano, gente che esplode e via. Buona ma non estremamente convincente la colonna sonora mentre l’audio è tutto doppiato nella nostra lingua con voci non perfettamente all’altezza ma che ben si abbinano ai vari personaggi (certo che le voci in inglese hanno tutto un altro effetto).
BOSS DI FINE LIVELLO
WH40K Space Marine è un gioco programmato e realizzato molto bene che difficilmente deluderà i fan e soddisferà pianamente anche le persone che volevano lanciarsi negli scontri più brutali. Non è un gioco lungo ma che si conclude in appena otto ore per la campagna in modalità normale e qualcosa in più nel livello difficile. Non ci troviamo neanche con un gioco dall’IA notevole ma anzi, gli Orki non fanno tattiche ma contano solamente sul numero e sulla brutalità degli scontri: sappiate che gli Orki sono cattivi in normale e diventano delle vere bestie in difficile.
Oltre a questo però, Space Marine è un gioco tremendamente divertente, capace di esaltare in maniera sublime. Buono anche che il co-op del titolo dove potremo cimentarci con 4 amici (noi inclusi) di varie classi nell’uccisione degli Orki in una modalità chiamata Exterminatus. Alla fine ci troviamo per le mani un Gears of War (senza la bellezza della storia) all’ennesima potenza dove gli scontri corpo a corpo sono il vero tassello del titolo targato Relic. Se siete fan di WH490K non dovete assolutamente farvelo scappare e se non lo siete, lo sarete.
Votazione finale: 8.2/10
This post was published on 7 Settembre 2011 13:37
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