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L.A. Noire – Recensione

Dopo racconti, immagini, filmati, trailer a non finire e notizie rilasciate in quantità industriale, L.A. Noire giunge finalmente nelle nostre mani nella sua forma definitiva dandoci modo di presentarvi ciò che si nasconde realmente dietro questo action investigativo sviluppato da Team Bondi e prodotto da Rockstar Games. Abbiamo giocato a fondo l’avventura di Cole Phelps e il risultato, seppur positivo, non ci consente di parlare di capolavoro. Perché? Scopritelo in questa nostra recensione.

UNA CARRIERA BASATA SU INDIZI E INTUIZIONI

In LA Noire indosseremo i panni di Cole Phelps, agente della polizia di Los Angeles che tra flashback del passato e speranze di carriera, si ritroverà tra le mani alcuni dei casi più scottanti della Los Angeles del 1947. La narrazione nel gioco segue una trama principale attraverso i vari casi che risolveremo, ma vivremo anche il recente passato di Phelps, quello in cui da uomo dell’esercito si è ritrovato a combattere una guerra contro gente che con quella guerra non aveva assolutamente niente a che fare. La storia principale si divide dunque in due filoni narrativi, quello del presente in cui cercheremo di compiere al meglio il nostro lavoro e quello del passato in cui scopriremo il perché delle inquietudini del nostro alter ego.
La trama narrata nel gioco, seppur inizialmente appare essere solo un susseguirsi di eventi sconnessi tra loro, è in realtà un intreccio ben congegnato che alla fine porta ad un unico finale logico in cui un po’ tutti i personaggi avranno il loro ruolo.

Ehi tu! Sì tu! Dov’è il bagno?!

Storia a parte, che vi lasciamo godere appieno e senza troppe anticipazioni, passiamo al gameplay. LA Noire sfrutta il concetto di free roam in un modo nuovo rispetto alle normali produzioni Rockstar Games. Il mondo sarà totalmente aperto e disponibile sin dall’inizio del gioco, ma la libertà di muoverci per le strade di Los Angeles è legata solo alla raccolta dei collezionabili, le missioni non necessitano di movimenti in giro per la città. Ogni caso è direttamente connesso a tre o più luoghi specifici che dovremo visitare come aree del crimine, locali e negozi. Per raggiungere questi luoghi avremo due possibilità: sfruttare la componente free roam, entrare in auto e guidare sino alla destinazione, o avvicinarci all’auto e tenere premuto il pulsante per salire a bordo. Così facendo a guidare non saremo noi ma il nostro compagno che dopo pochi metri fatti in auto ci farà saltare completamente la componente viaggio “teletrasportandoci” alla destinazione.
Lo schema dei controlli rispecchia il classico sistema Rockstar Games con visuale in terza persona, movimento e telecamera gestiti dai due analogici, un sistema di coperture simile a Red Dead Redemption ed una fase action demandata all’uso di combattimento a mani nude come in GTA IV, oltre che ovviamente a scontri a fuoco con pistole e fucili di varia natura. La fase action tuttavia non è l’aspetto principale del gioco. I momenti di vera azione sono presenti più nelle missioni secondarie denominate “Crimini in strada” piuttosto che nei casi principali dove a farla da padrone è la logica e l’intuito – reale e virtuale.

Componente principale del gioco è dunque l’aspetto investigativo su cui si basa tutto LA Noire. Ogni caso richiede diverse fasi, dalla raccolta degli indizi e delle deposizioni sino allo studio delle prove necessario per incastrare i colpevoli. Facendo pochi errori e incastrando i colpevoli in breve tempo, otterremo una classificazione migliore del caso da parte del nostro capo e man mano che assicureremo delinquenti alla giustizia, muteremo il nostro stato passando da poliziotto di pattuglia a detective dei dipartimenti Traffico, Droga, Incendi Dolosi ed infine Omicidi.


“E il corpo dov’è?”, “Cacchio ne so, il detective sei te, io faccio il becchino!”

Nello specifico per ogni caso in cui saremo un detective – le cose per i poliziotti di pattuglia sono un po’ diverse – dovremo raggiungere la scena del crimine principale ed esaminare ogni singolo oggetto ed eventualmente anche i corpi sulla scena. Questa fase di ricerca degli indizi può essere aiutata dal sistema in diversi modi, attraverso i punti intuito che otterremo salendo di grado, avremo la possibilità di mostrare sulla mini mappa tutti i punti dove guardare, inoltre dal menu opzioni potremo attivare o disattivare degli aiuti sonori come una musica che smetterà di suonare quando sulla scena non c’è altro da fare o il tintinnio di campanellini che sentiremo avvicinandoci a qualcosa da guardare – oltre all’audio, potremo attivare anche la vibrazione del pad che accompagnerà il tintinnio dei campanellini. Raccolte tutte le prove ed esaminati tutti gli oggetti si passerà alla raccolta delle deposizioni dei testimoni e delle persone coinvolte nel caso. Qui scatta la parte investigativa dove l’intuito la fa da padrone e dove il sistema Motion Scan – di cui parleremo approfonditamente nella sezione dedicata alla tecnica – ha la sua funzione primaria. Interrogando le persone otterremo delle dichiarazioni che dovremo decidere di interpretare come verità, menzogne o se restare sul vago tenendoci il dubbio. Ogni dichiarazione ha una singola interpretazione giusta e sbagliando falliremo nell’ottenere maggiori informazioni perché il sospettato si chiuderà in se stesso o diverrà aggressivo e tenterà di sviare la nostra indagine fornendoci piste false. Esaminati dunque gli indizi e ottenuta la verità dai vari testimoni si passerà alla fase finale del caso in cui generalmente abbiamo una breve fase di azione in cui dovremo pedinare il sospetto o affrontarlo pistole alla mano a piedi o a bordo di veicoli. Fermato ed arrestato il sospetto non resterà altro che l’ultima fase del caso, ossia l’interrogatorio in cui dovremo incastrare il colpevole e farlo crollare per ottenere la confessione che ci farà chiudere il caso con successo.


Oddio le vertigini!!

Per ventuno volte saranno queste le azioni che dovremo fare: studiare, raccogliere, interrogare, affrontare e incastrare. Detta così la cosa suona ripetitiva e non si tratta solo di impressione. Se non fosse per i quaranta piccoli casi secondari che potremo affrontare guidando in città e per le cutscene di intermezzo che si attiveranno leggendo i giornali, LA Noire risulterebbe dopo un paio di ore un gioco dalle alte promesse, ma dal gameplay noioso, un po’ come accadde con il primo titolo della serie Assassin’s Creed. Non sempre dunque il free roam è indice di successo se non lo si condisce di eventi diversi dal gameplay di base che consentano al giocatore di spezzare la routine e divertirsi pur non seguendo la storia. Allo stesso modo la storia non restituisce il giusto pathos, seppur narrata con maestria da tutti i protagonisti della storia, la storia non spicca mai facendo quel salto necessario a portare il giocatore nei panni del suo alter ego. Vivremo la vita di Cole Phelps, ma la sensazione non è quella di viverla in prima persona, quanto piuttosto quella di essere uno spettatore ad un grande film di Hollywood.

Manca il comparto multiplayer e a ragion veduta data la natura del gioco. Nonostante ciò la longevità di LA Noire è da lodare. Circa dodici sono le ore richieste per completare la sola trama del gioco attraverso i ventuno casi principali della storia. A queste bisogna aggiungere altre otto, dieci ore per ultimare anche le quaranta missioni secondarie e la raccolta dei vari collezionabili – auto, giornali e luoghi di interesse. Il completamento al 100% del titolo dunque, senza sfruttare scorciatoie e salti vari, richiede al giocatore dalle venti alle venticinque ore di gioco.

DOTTOR JEKYLL E MR. HYDE

Il comparto tecnico di LA Noire vive di una doppia vita. Da una parte c’è il Motion Scan, la tecnologia introdotta dal Team Bondi che sostituisce le animazioni facciali pre-confezionate con uno scanning completo della faccia dell’attore così da fornire al personaggio virtuale le stesse identiche espressioni, movimenti, sguardi e rughe che ha la sua controparte reale. Tutto ciò si traduce in un realismo tale da incutere timore, ogni minimo accenno di espressione o sentimento viene catturato dal Motion Scan che lo trasferisce direttamente nel gioco dandoci così la sensazione di guardare veramente un assassino in faccia. Se questo è il pregio del comparto tecnico, il difetto è costituito da un frame rate instabile, soprattutto nelle fasi di azione più concitata e da una città che per quanto riprodotta con fedeltà assoluta in ogni suo aspetto, lascia al giocatore un senso generale di vuoto, dato forse dalla mancanza di uno sviluppo verticale oltre che orizzontale. Allo stesso modo, se le facce sono quanto di più curato si sia mai visto, i corpi e la fisica in generale non fornisce la stessa sensazione. Con un esempio banale, sembra come se visi e corpi siano di due giochi differenti, il primo per console di ultima generazione e i secondi per console della precedente generazione. Discorso diverso invece per gli interni e gli innumerevoli oggetti con cui interagiremo. Ogni negozio, ufficio o casa è curato nel minimo dettaglio e ogni oggetto principale o non per il caso che stiamo curando, è riprodotto con dovizia di particolari.

“Le vorrei fare un’offerta che non potrà rifiutare!”

Ottimo e con lode il comparto audio che offre un doppiaggio in lingua inglese da Oscar ed una colonna sonora pienamente in stile con la Los Angeles degli anni 40. Più che sufficienti gli effetti sonori di spari, motori e suoni della città in generale. Come tutte le produzioni Rockstar maggiori infine, il titolo presenta solo i sottotitoli in inglese, ma su LA Noire ciò non possiamo considerarlo un difetto.

CONCLUSIONE

In conclusione LA Noire rispetta le promesse fatte in tutti questi mesi. Abbiamo di fronte un titolo investigativo che sfrutta il free roam senza però esserne dipendente, un gameplay ben bilanciato, una longevità di tutto rispetto, un comparto tecnico sbalorditivo da un punto di vista e un po’ deludente da altri ed una trama che per quanto ottimamente recitata lascia comunque qualche punta di delusione per un crescendo promesso più volte e mai mantenuto.

LA Noire non è GTA e non è Red Dead Redemption. Se partiamo con in testa l’idea di trovare un action investigativo su quella falsa riga resteremo decisamente delusi dall’opera di Team Bondi e Rockstar Games. Il gioco è indubbiamente una delle migliori produzioni di Rockstar Games e se volete vivere una vita da poliziotto fatta di indizi, intuizioni e carriera, LA Noire è ciò che fa per voi.

L.A. Noire è un action/adventure investigativo in free roaming sviluppato da Team Bondi e pubblicato da Rockstar, atteso su PlayStation 3 e Xbox 360 per il 20 Maggio 2011!

VOTO: 8.2 SU 10


This post was published on 17 Maggio 2011 0:52

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