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Pubblicato in: News

Operation Flashpoint Red River: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Ingrano la marcia e parto subito in quarta: se in Operation Flashpoint Red River, vi aspettavate di trovare l’ennesimo gioco alla Call of Duty o Bad Company 2 o volevate una sorta di Homefront in chiave open box, le vostre attese erano sbagliate e potete tranquillamente evitare di continuare nella lettura di questa recensione. OFRR non è un FPS d’azione che vuole fare della regia cinematografica e degli scontri a fuoco tutto d’un fiato il suo punto cardine ma anzi, ci troviamo per le mani un gioco che deve essere preso in maniera ragionata, tecnica e anche leggermente noiosa.

MEDICOOOOO!!!
OF Red River è ambientato in un Tajikistan del prossimo futuro non troppo lontano come fantasia dal nostro in cui delle forze di oppressione ribelle hanno spinto gli Stati Uniti a intervenire in difesa dei pozzi petroliferi (vi ricorda nulla) per garantire la pace in altri paesi. Verremo messi dunque nei panni di un marine, leggermente stereotipato, che si chiama Kirby: ovviamente non saremo semplici marine ma avremo il grado di Caporale, questo comporta che saremo ai comandi di una piccola squadra formata da tre elementi – Solo, Balletto e Taylor…non chiedete ma a me fanno ridere questi nickname. Questa nostra squadra dovrà entrare da subito nelle nostre grazie perché saranno persone che ci porteremo dietro (evitando di farli ammazzare) fino alla fine del gioco. Alcuni carismatici altri un pochino meno, sono personaggi controllati dal computer abbastanza veritieri a quello che ci si potrebbe aspettare da un Marine che ha fatto della guerra il suo stile di vita: tamarrate a parte, i loro discorsi sprezzanti, credo che lasceranno il segno per qualche risatina simpatica. Fra le altre cose, ognuno ha una sua specializzazione quindi potrebbe tornarvi utile sapere di avere un granatiere, un esploratore e un fuciliere d’assalto nelle vostre fila.

Come dicevo poco sopra però, OFRR non è l’ennesimo clone di COD ma è un gioco da fare con un minimo di cervello: l’esempio più lampante riguarda la vita del personaggio, fatevi raggiungere da due pallottole (anche una alla testa) e potete ricaricare l’ultimo salvataggio. Avremo modo, se beccati in parti del corpo come braccia o gambe (quindi non vitali), di farci curare dal medico o di bendarci alla buona come capita onde evitare di sanguinare fino alla morte. Insomma, niente medikit che ci riportano al 100% e niente vita che si ricarica miracolosamente stando coperti dietro ad un muro. Red River è un gioco in cui si avanza per un metro alla volta e in cui si deve rimanere sdraiati per prendere bene la mira dalla distanza. Occorre rimanere coperti negli scontri a fuoco e sperare che nessuna pallottola vagante ci becchi in testa.

Altro fattore importantissimo è la gestione della squadra.
Potremo comandare i nostri sottoposti grazie a semplici comandi che variano dal “seguitemi” al “coprite una posizione” oppure al “ispeziona e ripulisci” e via di questo passo (le variabili sono tante e ben assortite). In pratica, ogni volta che raggiungeremo una zona della mappa, dovremo cercare di coprirci le spalle ma stando bene attenti a perlustrare le zone missione. Il realismo con la R maiuscola fa di Red River il suo vero punto di forza ma spinge il gioco anche su quella linea di noia che difficilmente possiamo per davvero immaginare. Un altro esempio può essere il fatto di camminare per svariati minuti per poi dover rifare tutto da capo per colpa di un cecchino che dalla distanza ci ha fatto saltare la testa. Le fasi di azione vera e propria, quella davvero esaltante da fuochi di artificio all’ennesima potenza sono poche…ci sono ma tecnicamente il gioco è pensato per seguire la logica più che i Rambo del momento. Abbiamo anche delle situazioni in cui il realismo si sperimenta a bordo di mezzi militari come gli Humvee in cui dovremo raggiungere un determinato punto segnato dalla mappa…la cosa bella (o brutta) è che ci si può anche perdere finendo nelle mani dei ribelli e addio partita. Devo dire che però questo avviene raramente ma è una questione da prendere in considerazione. Utilissimo anche il fattore Aviazione (oltre che truppe di terra) che potrà essere chiamato quando la situazione a terra si complica ma non aspettatevi raid aerei quando volete anzi, le situazioni temporali da scegliere dovranno essere curate al secondo altrimenti scordatevi di vedere arrivare qualche aereo che vi pari le spalle.

Buonissimo anche il fattore armi e missioni per la loro caratterizzazione che ben si discostano dai modelli che si vedono negli altri FPS. Per quanto concerne le armi, una pistola è utile fino ad una certa distanza, superata quella, scordatevi di difendervi con essa. I fucili di precisione sono perfetti alla lunga gittata ma sono lenti a ricaricarsi. Stessa cosa per gingilli di morte più conosciuti come l’M16 in cui una sventagliata continua consuma munizioni e non porta a niente, meglio brevi raffiche che centrano il bersaglio se si ha una buona mira. Gli schemi invece o per meglio dire le missioni, variano moltissimo e si arriva a provare la scorta al convoglio (molto difficile), l’azione di forza, il controllo di zone “calde”, fino agli ingaggi in cui dovremo prima ripulire e poi cercare di difendere. Tutto questo si rifà anche nella parte multiplayer, con le modalità appena citate.

GRAFICAMENTE NON ALL’ALTEZZA DEL GAMEPLAY
Se per quanto riguarda il gameplay, RR gode di ottime scelte stilistiche, lo stesso non si può dire della parte grafica che sembra addirittura peggiorata rispetto al precedente lavoro. Garantisco che l’enorme estensione delle mappe è un qualcosa di sublime che però si scontra con evidenti errori di clipping o di texture che non sono proprio all’altezza della situazione. Anzi, è davvero sconcertante vedere l’engine Ego, perdersi in questa maniera dopo averlo ammirato ben più performante nei giochi di guida di casa  Codemasters. Il problema principale è anche una gestione della luce che mi ha convinto davvero poco e di una modellazione tutto sommato abbastanza passabile cosi come sono passabili i movimenti dei soldati, davvero poco dinamici (ah si, fra l’altro, quando salgono sui mezzi compaiono a bordo come per magia). Fra i problemi davvero seri invece, segnalo numerose compenetrazioni di poligoni (gente che entra negli edifici attraverso i muri) e la bruttura di texture che spesso e volentieri spariscono nel nulla. Qualche crash al desktop e per finire il passaggio non si sa bene perché dei menù dalla lingua italiana a quella inglese: il gioco è tradotto nella nostra lingua ma i dialoghi restano in inglese con i sottotitoli. Belli gli effetti sonori benché ormai siamo abituati a sentirne di tutti i colori, dai mitra alle esplosioni. Ignobili invece i labiali dei personaggi che vanno spesso e volentieri fuori sincrono.

SVEGLIATI SOLDATO, SEI IN GUERRA
Concretizzare la recensione di OFRR in una votazione è davvero difficile perché il gioco è sicuramente una delle migliori simulazioni di guerra sul mercato (togliendo Arma 2) ma allo stesso tempo pecca sia dal punto di vista della grafica che dell’azione vera e propria che spesso risulta anche noiosa. Facciamo cosi, siccome volevo dare due voti ma alla fine non ne vedo il motivo, diciamo che secondo me si prende un 83 se siete appassionati di simulazione e ordini impartiti in maniera super precisa ma che gli togliamo quattro punti per colpa della grafica poco curata, delle animazioni legnose e di qualche bug che poteva essere corretto prima dell’uscita del prodotto scatolato.

Votazione: 79/100

This post was published on 22 Aprile 2011 18:05

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