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Gran Turismo 5: Recensione

Recensione di Fabiano “Deimos” Zaino

Avere l’incarico di recensire un gioco come il nuovo GT5 non è solo fortuna o piacere ma porta con se una serie di problemi non indifferenti per quanto riguarda la votazione (maledetta) di un gioco che dire atteso è davvero poco. Dopo cinque anni, avere fra le mani la confezione del gioco, è qualcosa di scottante e difficilmente spiegabile a parole, sembra quasi pesante, più del dovuto. Poi si inserisce il disco nella console e si preme play…ma, qui inizia già la prima scottante scelta.

55 MINUTI DA SCONTARE

Si è parlato tanto dell’installazione del gioco sulla Console di casa Sony. Ho letto varie cose in giro per internet e cosi ho cercato di saltare questa scomoda parte, visto che non avevo proprio il tempo per fare una installazione di quasi un ora. In verità, morivo dalla voglia di giocare nel minor tempo possibile cosi salto la parte di installazione e vedo l’introduzione del gioco: molto bella nelle sue immagini e nella sua realizzazione “meccanica”. Sulle prime credo di aver sbagliato gioco e osservo meglio la confezione. Vedere un filmato di fabbriche e roba meccanica che si crea davanti a noi non credo che c’entri troppo con un gioco di gare – eppure, dopo tot di minuti tutto diventa chiaro e inizia a salirmi la frenesia che sentivo costante già puntando gli occhi sulla confezione del titolo.

GT5 si avvia e inizio la mia carriera di guidatore professionista. Qui inizia purtroppo una gara contro il tempo e contro quella maledetta installazione saltata all’inizio. La verità nuda e semplice è che GT5 deve essere installato su l’HD della console nei suoi 6,92 GB di spazio perché se non lo farete, assisterete a piccoli rallentamenti durante tutte le fasi di gioco che varieranno nella loro durata dalle 3 alle 5 ore. Avete letto bene, GT5 si installa a piccoli pezzi per volta e la cosa davvero lunga riguarda i caricamenti delle piste che possono durare anche diversi minuti. Tutto questo si rifà ovviamente anche alle sessioni in pista con più mezzi su strada, caricando il gioco in contemporanea assisterete a dei rallentamenti che se non riuscite a controllarvi, maledirete Polyphony come mai in vita vostra oltre a scagliare il Pad molto lontano. Il mio consiglio è dunque questo, mettetevi il cuore in pace e installatevi il gioco su HD appena inserito nel lettore perché altrimenti le cose saranno davvero tediose: meglio aspettare prima che maledire dopo e togliersi quel gusto del giocare tranquilli.

TAGLIAMO LA TESTA AL TORO

GT5 è senza ombra di dubbio un progetto ambizioso ma non è il gioco di macchine perfetto.
Polyphony ha impiegato cinque anni di vita per dare alla luce un gioco con 60 gare e la bellezza di più di 1000 vetture, avete letto bene, credetemi. Le modalità di gara sono tantissime e si può scegliere fra quelle di Gran Turismo, le corse Nascar, quelle dedicate ai Go-Karts per finire sullo sterrato delle corse Rally. Tutto è pensato per dare al giocatore il maggior traguardo e la maggior differenza negli stili di guida in giro per il mondo. Ovviamente, anche tutta la parte legata alla dinamica ha subito un giro di boa davvero notevole da quel GT4 che tanto mi aveva emozionato quasi quanto poco mi aveva colpito nel modello di guida.

Le differenze di guida fra le mastodontiche Gran Turismo e i piccoli Go-Karts si percepisce fin da subito cosi come il guidare le auto dedicate ai Rally e quelle Nascar. Oltre alla potenza dei cavalli si sente veramente l’attrito che riescono a dare le ruote nei vari terreni di gioco: asfalto e terra si comportano in maniera diversa per quanto riguarda la trazione delle vetture. Il “peso” dell’auto ha poi un ruolo fondamentale nel gioco e anche qui lo si percepisce toccando con mano i piccoli Go-Karts che scivolano fluidi e veloci sul tracciato per poi andare a mettere le mani su della auto veloci ma forse un filino troppo instabili come quelle per il Rally. Tutta la velocità alla base di una corsa veloce si rifà completamente con mezzi che scodano all’inverosimile e che devono essere tenuti in pista quasi a forza. Le gare Nascar invece sono emozionanti come non mai perché i cavalli sotto al cofano influenzano terribilmente un modello di guida che deve risultare più attento in ogni momento. Vi parlo fra l’altro da una esperienza con volante alla mano e non con Pad – quest’ultimo sembra risultare meno reattivo nei movimenti dello stick analogico: questo lo vedo e ovviamente lo sento correndo a bordo di una Corvette o di una Dodge per poi passare alla prova di una Focus o di una Fiat (ci siamo anche noi) ma ancor di più mettendo le mani su macchine di grossa cilindrata come Ferrari o Aston Martin giusto per citare due marche che mi sono capitate a tiro.

Altra cosa davvero notevole sulla fisica delle vetture, riguarda lo studio dei pneumatici delle varie vetture: ho voluto giocare con le opzioni di piste veloci come Laguna Seca o Suzuka e devo dire che la qualità della messa a punto ha un impatto notevole soprattutto nei tempi. Uscire da una curva su manto stradale asfaltato con una gomma dura invece che morbida vi farà guadagnare qualche secondo sul giro grazie ad una accelerazione maggiore. Sembrano cose stupide ma quando si gareggia e si arriva primi al traguardo con un tempo record sempre più basso, le soddisfazioni saranno notevoli, ancora di più se poi si va a sfidare qualche amico nel multiplayer.

GRAFICA MASTODONTICA?

Tranquilli, non mi ero assolutamente dimenticato dell’impatto visivo del gioco.
Anche qui, devo sinceramente dire che il gioco mi ha stupito ma non emozionato veramente per una serie di problemi grafici legati non solo alle vetture ma anche alle piste e agli effetti grafici. Parto con il dire che se da una parte la bellezza dei tracciati e delle vetture ci lascerà senza fiato per le prime ore di gioco, con un occhio attento si noteranno molti difetti che i programmatori di Polyphony hanno cercato di nascondere (grazie al Blur). La qualità grafica generale soffre dunque di uno stile ballerino che se per alcune piste è semplicemente stupenda (Monza, Laguna Seca, Grand Valley), per altre sembra non riuscire a dare davvero quella sensazione di esserci (Roma, Madrid, Londra). Il problema principale è sostanzialmente uno solo, la qualità grafica risulta eccellente ma troppo perfetta nelle texture, troppo brillante: il tutto risulta dunque troppo finto e poco dinamico. Questo fattore si sente soprattutto nelle vetture e devo dire che per il momento Forza Motorsport 3 o Dirt 2 regalano macchine più realistiche che non quelle GT o Rally proposte in GT5. Qui di seguito mostro questa differenza.

Anche gli effetti atmosferici soffrono di alti e bassi che difficilmente non si notano. La pioggia è spettacolare cosi come la nebbia e le scie che lasciano i mezzi su asfalto bagnato. Purtroppo però, se prendiamo ad esempio la pioggia, sembra che cada in maniera troppo meccanica e poco irregolare mentre nella realtà il vento soffia in direzioni opposte. La pista in Giappone sono nebbia e pioggia rimane comunque magnifica cosi come quella ambientata in Toscana. Il brutto si vede però sulle grandi distanze in cui gli sfondi sono fotografie appiccicate alla buona, non in tutti i tracciati aperti ma quasi. Hot Pursuit in questo senso vince sulla lunga distanza e sul traguardo dell’orizzonte.

Altro fattore da tenere in considerazione sono i danni delle vetture. La serie di GT si è sempre tenuta abbastanza distante da questo fattore ma, parliamoci chiaro, siamo quasi nel 2011 e la gente si è stufata di sbattere a 200Km orari contro un muro e non vedere il minimo danno sull’auto. Al di la del fatto che i danni influenzino o meno la vettura, anche qui in GT5 i danni non sono realizzati come mi sarei aspettato. Le auto a grande velocità si danneggiano quel tanto che bastano e cosa ancora più imbarazzante, credo che il “danneggiamento” sia programmato in maniera identica su ogni vettura del gioco…i danni saranno dunque i medesimi su ogni carrozzeria. Anche qui mi tocca fare un confronto diretto con un altro gioco di guida e cioè SHIFT che segna un punto davvero maggiore rispetto a GT5.

ROMBO STROMBO

Di solito tratto la parte audio all’interno del capitolo dedicato alla grafica ma qui necessita di una sua sezione a parte per le risate grossolane che mi sono fatto sentendo lo stridore dei motori. Non so voi ma io da appassionato di macchine, ho sentito dal vivo il motore di una Ferrari o di una Viper e credetemi quando vi dico che quello proposto nel gioco non rende davvero giustizia a bolidi che fra l’altro sono modificati per le gare Gran turismo. Gli effetti delle frenate poi non emozionano troppo cosi come le lamiere che si incrinano sembrano provenire più da delle macchinette telecomandate che non dalla realtà vera e propria. Una lamiera che si distrugge o un vetro che si frantuma hanno un suono stridulo e acceso, in GT5 invece sembra di rompere un bicchiere sul pavimento.

COMMENTO FINALE

GT5 è un signor gioco che però, se visto nella prospettiva dei suoi terribili difetti, non risulta essere il gioco di guida che mi aspettavo davvero. Si tratta di un titolo buono ma cattivo allo stesso tempo, bello ma anche terribilmente arretrato sotto il comparto tecnico. Credo che la lunga gestazione di GT5 lo abbia portato più sulla scala dell’imperfezione che non in quella della perfezione. Il desiderio di Polyphony di mettere in forno un gioco mastodontico si sbatte contro una imperfezione di fondo troppo marcata – ad esempio, non tutte le auto si possono vedere anche dall’interno dell’abitacolo di guida: insomma, come disquisire su questo fatto? Quali altri giochi di guida non hanno la visione dell’abitacolo interno delle macchine? Che io sappia nessuno e questo risulta imbarazzante per Polyphony che vuole proporre ma allo stesso tempo non visualizzare al 100% quasi come un contentino per il giocatore. A noi la cosa non ci sta bene e lo diciamo senza peli sulla lingua.

Tirando le somme posso dire che GT5 è una simulazione buona ma non eccelle sotto nessun punto di vista, dalla grafica altalenante alle macchine proposte in maniera troppo perfetta (leccate, lucide alla perfezione, mai sporche per davvero). L’assenza di veri danni funzionali è poi fattore di estrema tristezza visto che la fisica generale delle vetture risulta vincente. Secondo me, Polyphony ha voluto mettere troppa carne al fuoco e dopo questi cinque anni, qualcosa si è inevitabilmente perso per la strada.

Votazione finale: 8/10

 

This post was published on 24 Novembre 2010 17:09

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