JAMES “SAM FISHER” BOND
Cosa c’entra Sam Fisher con James Bond vi chiederete. Beh, la risposta è semplice: l’opera di Bizare Creation, in diversi momenti, richiama scelte adoperate da Ubisoft nell’ultima avventura dell’agente Fisher in Spinter Cell: Conviction, ma non lasciatevi ingannare da questa affermazione, si sa che le copie non sono mai belle come l’originale. Ma andiamo con ordine.
La storia di Bond in Blood Stone sfrutta la penna di Bruce Feirstein, autore di tre dei quattro film di Bond impersonati da Pierce Brosnan (GoldenEye, Il domani non muore mai e Il mondo non basta) e di GoldenEye 007, il secondo titolo dedicato a 007 in uscita in questi giorni. Se i film firmati Feirstein e l’opera creata in GoldenEye sono tutti di alta qualità, la storia scritta in Blood Stone risulta invece opaca. Tutto comincia quando Greco, il cattivo di turno, pianifica un attacco al Summit G-20 all’acropoli di Atene, attacco che ovviamente verrà sventato da Bond. Da qui, in un continuo susseguirsi di corse in auto e sparatorie, verremo guidati da M – interpretata da Judi Dench – ritrovandoci ben presto a combattere contro Pomerov ed il suo gruppo terroristico viaggiando in svariati luoghi del mondo a partire da Atene per poi passare ad Istanbul, Monaco, l’area Siberiana, Bangkok e Burma – altresì nota come Myanmar. Sebbene le ambientazioni siano tante, la storia non offre particolare originalità a dirla tutta e la brevità dell’avventura forse, in quattro ore circa di gioco l’avventura si conclude, va a rimarcare la pochezza di ispirazione.
A livello di gameplay, come accennato, il gioco richiama molto le meccaniche viste in Splinter Cell: Conviction, a partire dalle uccisioni melee ed ambientali, sino ad un sistema di marcamento degli obiettivo che ci consente di uccidere in rapida successione più di un singolo nemico. Questo sistema, denominato Focus, rispetto a quello visto in Conviction però risulta essere meno necessario o assolutamente inutile a seconda delle nostre scelte. Se sfruttiamo ad esempio la difficoltà base, è sufficiente attivare la visuale mirino nell’arma per venire automaticamente agganciati al nemico, mentre a maggiori difficoltà l’uso, abuso o assenza di uso della mira Focus non risulta mai essere necessario o da evitare ad ogni costo. Sfruttando poi i sempreverdi consigli di base per la realizzazione del perfetto shooter, il gioco ci consente di utilizzare un buon sistema di coperture con ripari sempre presenti o che pian piano si distruggono. Nonostante non sia malvagio come gameplay, anche se troppo ripetitivo, il combattimento non è il punto di forza del gioco, quello lo si ha quando ci ritroviamo dietro ad un volante. Forti dell’esperienza acquisita con Blur e l’ancor migliore Project Gotham Racing 3, gli sviluppatori di Bizarre Creation hanno intervallato i combattimenti FPS con fasi in cui dovremo guidare l’Aston Martin di GoldenEye o la DB9 sfruttata in Casino Royale, passando poi per motoscafi e paracadute. Tutti questi momenti risultano essere decisamente i più spettacolari di Blood Stone e allo stesso tempo anche i più divertenti da giocare. Allo stesso modo però, la guida può risultare essere anche causa di frustrazione visto che una manovra sbagliata in auto porta, quasi sempre, all’immediata morte per incidente – frontale, fuori pista, eccetera.
Totalmente assenti poi i gadget che hanno reso famoso l’agente 007 e Q. Se nei film le invenzioni di Q risultano sempre di numero minore rispetto al passato, in Blood Stone avremo a disposizione solo uno smartphone multifunzione in grado di individuare codici, scannerizzare, fotografare e mostrarci la posizione dei personaggi con un’icona anche se questi risultano essere dietro un ostacolo come un muro. Sotto ogni aspetto dunque, Blood Stone risulta essere sottotono, nonostante Bizarre Creation abbia dimostrato in più occasioni di saperci fare. L’esperienza di Blur e Project Gotham Racing 3 si nota particolarmente e seppur The Club sia stato uno shooter più che sufficiente, la fase di combattimento nel gioco risulta in breve troppo ripetitiva e semplice per il sistema di mira di cui abbiamo parlato.
Ancor peggio è poi il comparto multiplayer che presenta solo tre modalità di gioco senza alcuna possibilità di personalizzazione del gioco – ad eccezione di armi, skin ed altro che vengono sbloccati aumentando il proprio livello di esperienza online, cosa che avviene oramai nella maggior parte degli shooter che offrono un comparto online. Le tre modalità, come accennato, sono il deathmatch a squadre, territorio e resistenza. La prima è uno scontro in campo aperto squadra contro squadra, mentre nella seconda modalità, anch’essa a squadra, ci si ritroverà in specifiche aree con obiettivi da difendere o attaccare. L’ultima modalità infine si comporta come un deathmatch semplice, uno scontro tutti contro tutti dove a vincere è chi fa più punti. Questa povertà di tipologie di gioco trasforma il gioco online in una semplice toccata e fuga, basta infatti poco per stancarsi a causa di una eccessiva ripetitività. Sarebbe bastato aggiungere delle modalità di gioco in cui sfruttare le automobili – tipo Guardie e Ladri o gare in cui tutto è concesso – per diversificare l’esperienza e rendere il tutto più attraente.
PECCARE CON COSCIENZA
L’opera tecnica di Bizarre Creations si allontana molto dai livelli qualitativi che questa casa è stata in grado di offrici. Il titolo offre il fianco in tanti e troppi modi, a partire da una intelligenza artificiale che porta i nostri nemici a non creare tattiche per fermare l’agente inglese, sono tutti slegati tra di loro e non poche volte ci troveremo davanti a momenti in cui sembra evidente che i nemici si muovono su binari sempre identici. Il framerate risulta poi ballerino, soprattutto nei momenti in cui grandi esplosioni compaiono a schermo, mentre le animazioni, grazie ad un lavoro di motion capture, risultano quasi sempre credibili seppur una sensazione di legnosità dei personaggi sia tangibile. Il comparto grafico infine è quanto di meglio a livello tecnico offra il gioco. La cura nella riproduzione dei personaggi, luoghi ed auto è alta, anche se una maggiore varietà nei nemici che dovremo affrontare sarebbe stata più gradita.
Anche il comparto audio, come il resto di quello tecnico, pecca in diversi punti. Il doppiaggio, completamente in italiano, si attesta su livelli appena sufficienti – al paro di quello inglese che pur avendo le voci dei veri attori 007, risulta sempre sottotono. Sufficiente la colonna sonora invece che ha purtroppo il suo punto massimo sul finale con il brano “Blood Stone” di Joss Stone che accompagna il giocatore attraverso i credits.
CONCLUSIONE
James Bond 007: Blood Stone è solo una grande promessa andata a disfarsi dopo pochi minuti di gioco. Le premesse per avere tra le mani un grande titolo, visto lo sviluppatore e la natura slegata dal concetto di tie-in, c’erano tutte, ma storia, gameplay, multiplayer ed aspetto tecnico lasciano decisamente a desiderare. Blood Stone è solo per chi è un grandissimo amante dello 007 inglese, ma anche in questo caso la possibilità di restare delusi è decisamente alta.
James Bond 007: Blood Stone è disponibile per PC, PS3, Xbox 360 e Nintendo DS.
VOTO: 5 su 10
This post was published on 9 Novembre 2010 2:36
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