Concludere il gioco di Alan Wake è stato un colpo al cuore.
Ultimarlo lasciava aperte tante, forse troppe domande. Si arriva sull’orlo di un burrone e si aspetta trepidanti di sapere come proseguirà la storia: se avrà un finale positivo o negativo oppure se tutto quello che abbiamo vissuto era solo un sogno. Ed ecco dunque arrivare sul marketplace di Microsoft, il primo DLC scaricabile di Alan Wake, chiamato The Signal. Varrà la pena spendere qualche soldino per proseguire l’avventura? Io dico proprio di si.
Evito di rovinare il finale a chi il gioco non lo ha ancora completato o giocato (e state qui a leggere? Bravi, vi tenete informati) ma devo comunque dire che The Signal è, in tutto e per tutto, il seguito del gioco ufficiale. The Signal è un faro nella notte, le ultime pagine strappate di un libro da finire o semplicemente, lo stoppino imbevuto di alcool pronto per essere riacceso. I Remedy si sono divertiti a giocare con la psiche di Alan, con le sue paranoie e con i suoi sogni ma anche con i caratteri e le frasi che componevano i suoi libri, quelli inventati ma reali allo stesso tempo. Il caos pervade la piccola avventura di The Signal ma anche l’azione è fronte di problemi – da subito ci troveremo immersi negli scontri a fuoco, totalmente soggiogati da una presenza oscura che ha ancora qualcosa da dire e vuole farlo nel modo peggiore, cercando di uccidere sto povero scrittore senza idee. L’unica luce o l’unico barlume di speranza, anche stavolta, rimane la figura di Zane che cercherà di guidare Alan Wake attraverso l’incubo in cui è caduto.
The Signal è un esperimento cognitivo ben riuscito. Alan Wake vive in una Bright Falls che sembra si sia fermata oppure dimenticata degli eventi narrati nel gioco ufficiale. Ci si muove in alcuni ambienti sulfurei, quasi immateriali, seguiti costantemente da una oscurità opprimente che è capace di celare figure arcane (sembra di vedere le macchie di rorschach) nei suoi fumi. La storia del gioco viene portata avanti da sequenze di lotta che ne esaltano il gameplay ma anche dall’idea oppressiva della follia del personaggio principale. L’uso dei vocaboli per combattere o creare oggetti è davvero interessante e porta all’estremo quel senso di “io posso scegliere cosa creare e combattere” da parte del giocatore per tutto quello che lo circonda. Certo, alcune domande non troveranno risposta e forse, bisognerà aspettare il secondo DLC ma sono sicuro che questo primo esperimento, non deluderà le aspettative.
Votazione: 7,7/10