Anche se c’è ancora chi nega l’impatto delle attività dell’uomo sul clima gli scienziati e gli esperti del clima provano comunque a far ragionare il pianeta: così facendo rischiamo di autodistruggerci.
Sappiamo che il problema più grande con il clima è l’innalzamento delle temperature medie, sia di quelle dell’aria sia di quelle dei mari.
Equilibri che si sono assestati in migliaia di anni si stanno sconvolgendo a un ritmo che è preoccupante nella sua rapidità.
E anche se è vero che nel passato il nostro pianeta ha attraversato fasi più calde e fasi più fredde, il problema che ancora sfugge a qualcuno è la rapidità dei cambiamenti che si stanno verificando in questi decenni e che sono l’evidente conseguenza dell’attività industriale molto intensa che rilascia in atmosfera tonnellate di gas serra.
Un nuovo studio che si era avvalso di alcuni modelli elaborati dal computer dipinge un futuro bollente anche se facciamo i bravi. Com’è possibile?
Nel 2200 rischiamo di avere temperature medie tropicali ovunque
Quando gli scienziati si resero conto che alcune sostanze molto utilizzate producevano effetti negativi sullo strato di ozono che ci difende dalla parte più violenta delle radiazioni solari, la comunità internazionale è riuscita a trovarsi compatta e sono quindi stati messi al bando i gas refrigeranti.

Il risultato, in barba a chi non crede che possiamo avere come esseri umani un impatto sul clima, è che il buco nell’ozono si è ridotto e che quindi ora non rischiamo di fare la fine delle patatine nella friggitrice ad aria.
E allora perché ancora tanti non riescono a credere che soprattutto il riscaldamento domestico e le emissioni industriali ci stanno lentamente portando a un innalzamento della temperatura a causa dell’immissione in atmosfera di CO2?
Mentre disperatamente cerchiamo di rispondere a questa domanda, un team di scienziati ha provato a guardare al nostro futuro. I prossimi 100 anni rischiano davvero di diventare il set di un film sul modello di Mad Max.
A parlarne Andrey Ganopolski, dell’Istituto per il clima di Potsdam. Il modello elaborato dall’istituto mostra che, anche se dovessimo fare i salti mortali e riuscire a ridurre le nostre emissioni di CO2 a 0, c’è comunque una possibilità su dieci che entro il prossimo millennio la temperatura salga di 7 gradi di media.
E questo modello risulta ancora più accurato perché ha preso in considerazione una serie di elementi e di potenziali fonti di rilascio di gas serra che altri modelli non avevano considerato, come quello del permafrost.
L’innalzamento delle temperature è un problema globale perché né noi né ciò che ci circonda siamo attrezzati né lo saremo nel prossimo millennio per affrontare un clima con temperature e pattern di precipitazioni così diversi.
Significa forse che possiamo smettere di pensare al clima perché tanto siamo tutti condannati a friggere? Ovviamente no. Questo è infatti un modello possibile, uno scenario, come guardare nel multiverso, solo che noi possiamo decidere su quale terra abitare e non ci capitiamo per caso.