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Kingdom Come: Deliverance 2 | Anteprima PC | Un colpo al cerchio e poi un reposte

Ben sei anni fa, Warhorse Studios sorprendeva l’intero panorama videoludico con una promessa direttamente dal sogno di tutti gli appassionati di storia: un gioco di ruolo ambientato nel vero medioevo. Tra combattimenti a botte di stoccate e parate, passando per la mera sopravvivenza, Kingdom Come è innegabilmente un ottimo gioco che riuscì in tanti aspetti a concretizzare un’esperienza unica nel suo genere nonostante un grado di rifinitura più basso della media.

Non sorprese nessuno, infatti, scoprire che gli aspetti più deboli erano proprio quelli più ludici: nel tentativo di creare un’esperienza medievale il gioco spesso e volentieri impiegava sistemi ludici in grado di rompere di molto l’immersione o il senso del divertimento, tra guardie innocenti ed eccessiva severità nel timing delle mosse.

L’annuncio di Kingdom Come Deliveramce 2 (da qui in poi KCD2) ha però riacceso in molti le fiamme della speranza, me compreso. Dopo 6 anni dal primo capitolo Warhorse Studios avrebbe di nuovo avuto l’occasione per mostrare i suoi denti e far vedere come se la cavava agli appassionati di videogiochi.

Henry! Sia Lode a Gesù!

La trama del gioco parte poco dopo la fine del primo capitolo, con l’amicizia tra Henry, il protagonista di cui ancora vestiremo i panni, e il giovane Ser Hans Capon messa alla prova dal viaggio con cui si apre la trama. Il nostro infatti avrà come missione il dover consegnare una lettera ad nobile Boemo. Henry ormai si è già fatto un suo nome, ne ha già passate di cotte e di crude, e dovrebbe essere ormai un guerriero temprato dalle battaglie già combattute. E invece un evento nella prima ora di gioco gli fa perdere tutte le caratteristiche e le conoscenze, catapultando il giocatore e soprattutto Henry, in un fortissimo deja-vu del primo capitolo in cui tutta la fase iniziale di gioco è rivolta a capire come sopravvivere.

Al di là dell’escamotage narrativo (eseguito anche un po’ male, visto che ci vogliono a malapena 2 giorni per dimenticare tutto, compreso come saper essere diplomatico o addestrare il proprio cane, ma va bene così), ho trovato pesante tutta la parte giocata in anteprima, poiché un ritorno quasi totale ai temi e al tipo di storia vissuta nel primo capitolo. Non dico che mi aspettavo Super Henry di endgame, ma manco di dover rivivere le stesse esperienze e gli stessi sforzi del primo capitolo.

Di contro esplorazioni e missioni secondarie sembrano essere migliorate e di molto, offrendo al giocatore una montagna di contenuti a cui appoggiarsi e di cui dover tenere conto in grado di avvolgere in maniera più totalizzante il giocatore; non mancano poi piccoli premi per enfatizzare l’esplorazione, tra collezionabili da raccogliere, documenti da leggere e sorprese nascoste quà e la nelle quest.

Audates Fortuna Iuvat!

Parlando di Fortuna, il gioco dei dadi è rimasto, ora con il 100% di dadi truccati in più

“La Fortuna aiuta gli Audaci”

Un motto sin da subito presentato in gioco e fatto proprio dai protagonisti delle vicende.
Ironico, se considerato che forse lato gameplay, Warhorse Studios sembra aver mancato di audacia nelle prime ore di gioco, in cui KCD2 risulta un’esperienza molto simile, se non a tratti identica, al precedente capitolo.

Se l’uguaglianza o la stasi non sono di per sé un problema per i sistemi funzionanti, lo sono per tutti gli altri. Ad esempio ho riscontrato una costante sensazione di pesantezza dei movimenti, e nonostante il gioco sia responsivo, la sensazione a schermo è quella di essere rallentati o invischiati nella melma. Certo il nostro Henry non è Neo di Matrix, né tantomeno Geralt di Rivia, ma si inizia a sentire la necessità di un equilibrio più tangibile che faccia da ponte tra l’esperienza di gioco simulativa e l’esperienza di gioco coinvolgente. Inutile dire poi che la telecamera risulta essere molto fastidiosa quando ci sono 2 o più nemici coinvolti, rendendo i già macchinosi scontri ancora più ostici e meno affascinanti del previsto. Per quanto nella vita reale affrontare più nemici con una spada sia difficile, dovrebbe essere difficile in gioco, non difficile perché scomodo.

D’altro canto, diversi sistemi di gioco hanno ricevuto un vasto quantitativo di migliorie, tra cui l’equipaggiamento, la reputazione e il sistema di dialogo, interfacce più belle e più chiare, una migliore organizzazione delle informazioni nei vari menù, mappa più navigabile e potremo continuare ancora per un po’. Tutto questo ha visto poi un revamp delle interfacce che sono belle come non mai, tra codici miniati e calligrafie d’annata. L’aggiunta forse più bella a mio parere per il momento sembra essere quella di un fedele compagno a forma di… segugio. Un vero e proprio alleato nelle attività e in tutte le ore di gioco, ma non l’ho utilizzato abbastanza da darne un giudizio a lungo termine

Paradossi medievali

È strano come per alcune cose Kingdom Come Deliverance 2 paia preferire il realismo ad un gameplay più arcade, in altre l’opposto, a volte anche in conflitto con sé stesso. Ad esempio perché le armi ad asta non hanno effettivamente un qualche vantaggio in termini di gittata? Perché effettuare un furto nel pieno rispetto dell’anonimato mi farà comunque sospettare dagli abitanti del luogo con tanto di taglia sulla testa? C’è comunque da mettere in conto il fatto che questa è un’anteprima e che i contenuti di cui esperire sembrano essere ancora potenzialmente soverchianti in quanto siamo più che sicuri che KCD2 sia un gioco da un centinaio di ore comode.

Infine per il momento dal punto di vista tecnico, Kingdom Come Deliverance 2 sembra un passo avanti sotto ogni aspetto rispetto al capitolo originale. Graficamente è impressionante, ma alquanto pesante (grazie CryEngine), abbastanza da mettere in difficoltà una 4070Ti anche con un possente DLSS. Gli scorci offerti dal gioco sono stupendi e l’attenzione al dettaglio degli ambienti è una costante meraviglia. Nonostante sia un’anteprima anche non ho riscontrato molti bug, e la maggior parte si sono risolti da soli o riavviando il gioco.

Conclusioni

Sin dalle prime ore di gioco, Kingdom Come Deliverance 2 presenta un’esperienza rifinita in tanti quality of life, mostrando di aver appreso tante lezioni dal capitolo precedente. A far storcere il naso è il suo incespicare, nelle prime ore, nello stesso brodo in cui hanno cotto il precedente capitolo, nel bello e nel brutto. Fortunatamente c’è ancora tutto il resto del gioco per capire di che pasta è fatto questo secondo capitolo.

This post was published on 11 Gennaio 2025 18:30

Pasquale Monniello

Game designer, Dungeon master nonché Informatico. Ho imparato a giocare al computer prima di saper leggere, imparando a memoria i tasti da premere e le icone da cliccare. Passo almeno metà della mia esistenza a giocare o a creare esperienze di gioco.

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