Nuovo aumento Canone Rai: parte la stangata per migliaia di famiglie

Televisione: aumenta il canone
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Il canone RAI, l’imposta dovuta dai contribuenti per la detenzione di apparecchi atti o adattabili alla ricezione tv, torna ad aumentare.

Abbiamo a che fare con un tributo nominale, intestato al detentore dell’apparecchio televisivo o del dispositivo atto a sintonizzarsi sui programmi radio e televisivi delle reti pubbliche. Una tassa annuale che vale per la residenza ufficiale e le abitazioni secondarie, e comprende tutti gli altri membri del nucleo familiare risultanti dallo stato di famiglia. Inoltre, come stabilito dalla legge di Stabilità del 2016, il canone ordinario è addebitato sulle bollette dell’energia elettrica dell’abitazione principale del nucleo familiare.

Prima di questa modifica voluta dall’allora premier Matteo Renzi, il canone televisivo era una delle imposte più evase. Secondo l’ISTAT, più di un cittadino su quattro non lo pagava. Dal 2018, poi, l’imposta è salita a 90 euro. Matteo Salvini, leader della Lega e attualmente ministro dei trasporti del Governo Meloni, ha più volte promesso che il prezzo del canone sarebbe stato abbassato.

E, infatti, lo scorso anno, l’imposta era stata ridotta a 70 euro. Ora, però, a dodici mesi di distanza dalla riduzione, il canone RAI è tornato a salire. E l’aumento ha riportato l’imposta ai 90 euro. La scelta è stata confermato dalla Legge di Bilancio 2025. E non cambiano le modalità di riscossione: il canone viene addebitato automaticamente nelle bollette dell’elettricità, suddiviso in dieci rate mensili da gennaio a ottobre.

Canone: scatta l’aumento. Come evitare l’imposta

Per versare i 90 euro allo Stato bisogna affrontare dei pagamenti in rate mensili o bimestrali. Tutto ciò in base alla frequenza di fatturazione della bolletta elettrica. Quindi c’è chi pagherà dieci rate mensili da 9 euro e chi cinque rate bimestrali da 18 euro.

Un telecomando
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La normativa prevede alcune eccezioni. Chi non possiede un televisore, per esempio, può chiedere l’esonero presentando una dichiarazione sostitutiva entro il 31 gennaio 2025. Anche gli anziani con un reddito annuo inferiore a 7.000 euro circa possono essere esonerati dal pagamento del canone. Per essere più precisi, gli anziani devono avere un’età pari o superiore ai settantacinque anni e un reddito proprio e del coniuge non superiore a 6.713,98 euro annuali. E non devono avere conviventi.

L’imposta non è dovuta anche nel caso in cui il contribuente si trasferisca in casa di riposo o all’estero, o in caso di decesso. La normativa prevede dunque che chi non detiene televisori o apparecchi adattabili sia esentato dall’imposta. Ciò può essere comunicato all’Agenzia delle Entrate, sotto la propria responsabilità, con un’autocertificazione.

Non pagano il canone i militari delle Forze Armate, ma solo per ciò che concerne gli apparecchi di uso comune destinati a visione collettiva in ospedali militari, Case del soldato e Sale convegno; militari appartenenti alla Forze Nato, diplomatici e consoli, rivenditori e riparatori TV e imbarcazioni da diporto.