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Account rubati: volano accuse a dipendenti di Sony ma non tutto è come sembra

Fioccano accuse pesanti nei confronti di Sony: secondo Hakoom Kareem, che ha detenuto il record per il maggior numero di trofei ottenuti, la compagnia giapponese gli avrebbe sottratto l’account al fine di venderlo.

Negli ultimi mesi Sony, è stata al centro di accese polemiche per i motivi più disparati. Secondo molti, il declino della casa giapponese, che aveva dominato il mercato con l’ottava generazione di console (PS4), sarebbe iniziato già da diverso tempo, con mosse davvero irragionevoli ed equivoche, che hanno poi portato a reazioni a catena che si sono risolte in licenziamenti, chiusure di studi e abbandono di progetti.

Problemi per il platinatore seriale

Concord forse è l’emblema dell’ultima Sony, una società percepiscono sempre più lontana dai reali intenti ludici della maggior parte della popolazione giocante. In questi giorni però, è stata sollevata nei confronti di Sony, un’accusa che ha tutta un’altra gravità e che aprirebbe a scenari che mai erano stati nemmeno immaginati: secondo Hakaam Kareem, detentore di cinque record del mondo per aver ottenuto il maggior numero di trofei di platino giocando con PlayStation, Sony avrebbe dapprima chiuso il suo account al fine di rivenderlo.

Ma sarà questa la verità?

Kareem vs. Sony, chi ha ragione?

Kareem è quello che viene definito un “trophy hunter”, un cacciatore di trofei che non solo cerca di ottenerne il più possibile, ma tenta di sfruttare ogni escamotage per farcela. Da un giorno all’altro però, secondo quanto riferisce Kareem, Sony avrebbe chiuso il suo account principale per poi rivenderlo, delle accuse gravissime. Tale ban risalirebbe a settembre e solo di recente, dopo diverse segnalazioni, Kareem ha ricevuto risposta.

Secondo la giustificazione di Sony, il motivo del ban sarebbe da implicare a numerose violazioni messe in atto da Kareem negli anni, come il fatto di aver completato e platinato giochi in troppo poco tempo (a volte in pochi secondi), di aver utilizzato il suo account su 29 console differenti o di aver effettuato l’accesso su più account dalla stessa console.

Kareem ha però giustificato ogni azione evidenziata da Sony: tramite passaggio da PS4 a PS5 per molti giochi il platino è automatico (spiegati i pochi secondi), inoltre in 17 anni da videogiocatore platinatore, ha cambiato e utilizzato diverse console e, infine, l’utilizzo di multipli account su una console non sarebbe qualcosa che va contro alle regolamentazioni interne di Sony. La società giapponese ha ridotto il ban a 45 giorni, escludendo Hakoom dal programma di partenrship, che permetteva di ottenere giochi gratuitamente, nonostante Kareem avesse precisato che le sue pratiche fossero quelle di un normale cacciatori di trofei.

A quel punto però, Hakoom ha ricevuto un messaggio da un utente sconosciuto, che lo avvisava che i suoi dati personali e i dati dell’account, sarebbero stati sottratti da alcuni membri del personale di Sony per essere rivenduti a terzi. A prova di ciò, il messaggio era corredato di una registrazione dello schermo del computer che mostra le informazioni di Kareem sul computer di un dipendente di PlayStation.

Una volta che Kareem si è rivolto a Sony per avere spiegazioni in merito, la risposta è stata decisamente poco soddisfacente e la società ha perseverato sulle motivazioni tecniche sopra elencate. Questo ha spinto Kareem Hakoom a iniziare a pensare che, all’interno di Sony, si stia cercando di coprire un’enorme fuga di dati che, secondo lui, potrebbe coinvolgere anche altri utenti.

This post was published on 19 Novembre 2024 12:00

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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