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Sapevate che la colonna sonora dell’ultimo gioco Atlus è cantata da un monaco buddista?

Metaphor: ReFantazio, il nuovo gioco di Atlus, è fuori ormai da diverse settimane e continuano a emergere dettagli interessanti sullo sviluppo come il fatto che è stato un monaco buddista a cantare alcune tracce della colonna sonora.

I titoli di Atlus sono giochi che, negli anni, hanno saputo ritagliarsi una sempre crescente fetta di mercato, riuscendo a capire bene come incanalare l’interesse di una certa categoria di videogiocatori e continuando a spingere, in maniera sempre leggermente diversa ma con un modo di fare le cose sempre simile di fondo, fino a giungere al loro ultimo titolo pubblicato di recente, che ha scosso in positivo pubblico e critica ovvero Metaphor: ReFantazio.

L’intuizione di Meguro

Quello che per molti rappresenta il vero e proprio erede di Persona5 (non a caso, il game director è lo stesso) è stato uno dei giochi più apprezzati non solo nel mese di ottobre ma dell’intero 2024 che, al netto di alcuni ottimi giochi, non ha certo brillato. La bellezza dei titoli Atlus, oltre che nei giochi in sé, sta nella continua scoperta di dettagli “dietro le quinte” che aiutano a dare un’aura ancora più mistica e inaccessibile a titoli dal coefficiente di “misticismo” già alto.

E l’ultima chicca, arriva da niente meno che Shoji Meguro, il compositore della colonna sonora del titolo.

Una colonna sonora con una spolverata di sacro

Il processo di composizione di una colonna sonora di un videogioco, è certamente qualcosa di estremamente divertente per chi se ne ritrova incaricato dato che può davvero cercare di convogliare emozioni e sensazioni in musica, lasciando andare alle più strane influenze musicali gli passino per la testa. E proprio questo, pare essere successo nel processo di composizione della OST di Metaphor: ReFantazio a opera di Shoji Meguro.

Meguro infatti, in una recente intervista, ha rivelato un dettaglio interessante che aggiunge uno strato di stranezza all’ultimo titolo di Atlus: pare infatti che, nella composizione, siano stati inseriti dei brani cantati da un monaco Buddista praticante. Si tratterebbe del monaco che dirige il Tempio di Myojoji, tale Keisuke Honryo.

Meguro si sarebbe imbattuto in Honryo grazie a un video in cui il monaco si esibiva in vocalizzi Sutra, insieme all’ensemble di jazz sperimentale chiamato “Nam Jazz Experiment”. E piuttosto che cercare di emulare il canto in altro, Meguro ritenne meglio contattare direttamente Honryo e includerlo nella composizione finale.

Il monaco, la cui voce è udibile nelle canzoni che si sentono durante le battaglie oltre che in altri specifici momenti, ha fatto quel che sa fare meglio: vocalizzi Sutra, un particolare modo di cantare tipico della tradizione buddista. I vocalizzi sono un mix di Esperanto e della lingua presente in Metaphor: ReFantazio, anche se sotto indicazioni di Meguro, Honryo ha dovuto eseguirli a voce molto alta ed emulando un tempo quasi rappato. Per far capire ai piani alti di Atlus quale sarebbe dovuto essere il risultato finale, Meguro aveva preparato una versione “demo” delle canzoni, utilizzando un sintetizzatore per riprodurre l’effetto dei vocalizzi del Monaco.

Metaphor: ReFantazio è disponibile per PS4, PS5,  Xbox Series X/S e PC.

This post was published on 17 Novembre 2024 14:00

Pietro Falzone

Redattore Appassionato di videogiochi sin dal sempre più lontano 2002, quando per festeggiare i 5 anni ricevette una copia di Crash Bandicoot per la prima PlayStation. Il richiamo dell'avventura digitale lo fece innamorare di un mondo fatto di pixel, più o meno definiti. E l'amore non si è mai fermato. Inizia così a tastare tutti gli aspetti del mondo videoludico. Tra le sue più grandi passioni, si piazzano in ordine gli MMORPG (con sempre meno per giocarli, purtroppo), gli sparatutto in prima persona e, doprattutto, giochi di ruolo single player. Così si spiegano le più di mille ore, spalmate sui vari titoli From Software, da Demon's Souls in poi. Dalla fine delle medie, scopre una nuova passione: la scrittura. E come se non bastasse, scopre che nel mondo c'è chi scrive riguardo ai videogiochi, come se fosse un lavoro vero. Cosa fare di due passioni del genere dunque? Inizia così la ricerca disperata del giusto vascello, che riuscisse a convogliare voglia di fare, idee e tempo. Dopo un periodo passato a peregrinare, tra siti e sitarelli, approda su Player.it dove trova una casa in cui convogliare idee e spunti, al fianco di un team solido e costruttivo.

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